Valle dei pensieri

Cervello e globalizzazione


Fin da piccino mi sono interessanto alle dinamiche di funzionamento del cervello umano. Mio padre comprava riviste scientifiche come Focus e insieme guardavamo Quark. E' ormai dal "lontano" 1991 che è stato sfatato il mito secondo il quale il cervello non sia elastico e, arrivati ad una certa età, le capacità cerebrali diventino statiche. Numerosi studi hanno invece dimostrato che l'attività sinaptica può essere attiva anche a 80 anni e che, la maggior parte della sua dinamicità, dipende dall'esercizio mentale. Il nostro cervello, infatti, potrebbe essere considerato come un vero è proprio muscolo(ad esempio un bicipite) che, se mantenuto in costante allenamento, rimane fresco e tonico per molto tempo. Più "sollevamenti mentali" si fanno durante il corso di una vita, più il cervello è pronto ed allenato a sostenere sforzi e, soprattutto, a fronteggiare il cambiamento e a comprendere il nuovo. Il trucco per una globalizzazione indolore e reale; il modo per vivere meglio in questo frenetico e instabile mondo moderno potrebbe essere, a mio modesto avviso, quello di preparare il nostro cervello alla comprensione e all'analisi critica. Etnie, razze e culture diverse si mescolano con sempre maggiore frequenza e la maggior parte delle guerre interetniche esplodono proprio a causa di schemi mentali rigidi e refrattari all'accettazione del diverso. Educare, fin da piccoli, i bimbi di oggi alla scoperta e alla comprensione del nuovo, potrebbe essere un'arma vincente per un futuro dove collaborazione e scambi interculturali potrebbero sostituire guerre ed individualismi. La nostra società occidentale ci spinge, purtroppo, ad un pericoloso conservatorismo celato da un falso progressismo e da una falsa lotta all'ignoranza."Pensa a te stesso" e "fa sempre ciò che ti senti" sono due dei concetti cardini attorno ai quali ruota la nostra società erroneamente reputata superiore alle altre! L'individualismo esasperato porta alla nascita di un clima di competizione patologica che uccide le possibilità di confronto e fa aumentare esponenzialmente quelle di scontro. Anche chi si professa assolutamente tollerante nei confronti di ciò che non conosce e si prodiga per eliminare il razzismo e la discriminazione, si mostra poi estremamente insofferente e indisponibile al dialogo proprio con chi si dimostra, al contrario, schiavo di idee sbagliate e di errati modi di agire. Di persone che posseggono sul serio una mentalità aperta e tollerante ce ne sono ,ahimè, poche e, tra di loro, si nascondono molti ingenui e falsi buonisti che predicano bene e razzolano male! Credo che sia essanzialmente un problema di abitudine e di istruzione: educare i bambini di oggi a confrontarsi e a trarre beneficio anche da chi non la pensa come loro potrà portare, tra un paio di generazioni, alla cancellazione della maggior parte delle scorciatoie di pensiero euristiche e degli stereotipi che infestano le menti degli uomini e che attecchiscono, soprattutto, laddove sussiste un basso grado di istruzione.