Valle dei pensieri

Le libertà imprigionanti dei tossicodipendenti


Ho deciso di utilizzare un ossimoro come titolo per questo post per una ragione precisa: l'epoca in cui viviamo oggi è, infatti, l'epoca dove regnano sovrani l'ipocrisia e il controsenso e dove, lo sgretolamento della morale comune, ha prodotto differenze socio-culturali profondissime e ha portato ad un giustificazionismo ingenuo e quasi patologico dell'agire umano. In nome della "libertà" di agire, oggi, nessuno può dirti nulla se decidi, ad esempio, di drogarti. Rimango basito quando leggo frasi del tipo:”Il drogato ha preso una scelta e bisogna rispettarla, se il suo vomito agli angoli della strada(e aggiungerei le siringhe infette) non ti stanno bene, allora cambia via”. Poi vengo accusato di nazismo e di paura del diverso se oso scrivere che, il tossicodipendente, può e deve essere aiutato con ogni mezzo e non può assolutamente essere lasciato libero di decidere se essere sostenuto o meno. Da quando, i tossicodipendenti, sono capaci di usare il raziocinio per prendere le loro decisioni?! Sarà che sono stato derubato due volte alla stazione di Napoli da due tossici e, il ragionamento del cambia via e lasciali girovagare per la città, non mi convince molto ma, sul serio, mi pare che stiamo rasentando il ridicolo. Vanno così di moda questi intellettualucoli ipocriti che parlano di uguaglianza, comprensione e libertà, di villaggio globale, di amore fraterno tra tutti i popoli. Ti accusano di essere nazista se tenti di risvegliarli dalla loro utopistica visione del mondo e dal fatto che,le loro idee, oggi, sono lodevoli quanto irrealizzabili e ingenue. Questa cultura new age distorta ed estremizzata, mescolata a subculture devianti ci porterà, a mio modesto avviso, alla rovina. Dal canto mio, sono affascinato dalla novità, dal progresso, dal diverso e anche dall’inconsueto ma, perdonatemi, una persona che sceglie di drogarsi finisce, irrimediabilmente, con il rigurgitare le nefaste conseguenze della sua scelta anche sulla società e su persone che, con la sua decisione di vita, non c’entrano nulla. Tra l’altro, i paladini di questa libertà assoluta e dannosa, spesso utilizzano la tattica del pietismo e del vittimismo per giustificare certe scelte di vita:”Il tossico è una persona che ha problemi più grandi di lui e che non può fare altro che drogarsi”, urlano a gran voce. Sicuramente, in molti casi, il drogato è effettivamente una persona che vive sormontata da problemi inimmaginabili per noi fortunati ma, altrettante volte, è il figlio di qualche riccastro che, dopo aver ottenuto tutto e subito, non sa più cosa farne della propria vita e decide di gettarla nel torbido oceano delle sostanze stupefacenti. Dobbiamo sul serio illuderci che, un tossicodipendente, abbia la lucidità di decidere cosa fare della propria vita senza arrecare danno al prossimo? Non so, ma ho come l’impressione che, questa corsa sfrenata alla distruzione dei classici paletti morali di un tempo, sia solo un pretesto per giustificare le nostre debolezze e la mancanza di disciplina e responsabilità civile,. La famiglia, come istituzione, sta crollando per dar spazio a vie più facili e comode di interrelazione; la religione è passata di moda e, chi crede in Dio, è un povero coglione. Come quasi sempre, anche in questo caso, il giusto si trova nel mezzo. Non ci si può sforzare di difendere a tutti i costi la famiglia, vedendola come unica istituzione per la vita coniugale e/o affettiva, né, tanto meno, si può ancora portare avanti l’intollerante cristianesimo vecchia maniera e comportarsi da fondamentalisti. Il mondo, negli ultimi 50 anni, ha conosciuto stravolgimenti irreversibili e, noi, invece di distruggere con tanta impazienza tutti i valori che lo caratterizzavano prima, potremmo tentare,”semplicemente”, di adeguarli alle mutate contingenze.Esiste una grossa differenza tra la distruzione indiscriminata di linee guida che da sempre hanno regolato l’umano vivere e il loro fisiologico cambiamento e adattamento alla modernità. I giovani di oggi non hanno guide, punti di riferimento e dire loro che:”Sono liberi di fare ciò che vogliono” non fa altro che confonderli ancora di più e renderli ancora più schiavi dell’anomia che regna sovrana nel mondo contemporaneo. Non commettiamo il fatale errore di sopravvalutare la maturità della nostra razza, non facciamoci fuorviare dalle teorie antropocentriche estremiste. Un ragazzo, a 16 anni come a 20, ha bisogno di essere guidato…in caso contrario, i rischi che si perda nei meandri delle stesse possibilità che gli si regalano, è altissimo!