Il rumore del mare

Post N° 50


Carissimi amici,oggi sono proprio giù......penso...penso...penso...penso......penso alla morte...a quella morte che sta sempre in agguato e che a volte sfiora le nostre vite...alla vita, quella vita che a volte ti gira le spalle e se ne frega di quello che tu desideri.Così come è successo 6 anni fa...così come è successo per il papà del mio ragazzo...sono cose che ti sconvolgono l'anima e a cui spesso non sappiamo dare un perchè...Ci rendiamo conto che ci può essere un domani, ma un domani che può non essere per tutti...Com'è la vita? Che strano quando non siamo distratti, quando non abbiamo così tanta fretta, quando ci sappiamo fermare. E sorridere. E capire. E chiudere gli occhi. E sentire persino i secondi che scorrono su di noi. E saperli vivere tutti fino in fondo. E gustarli con un sorriso, con una preoccupazione, con una speranza, con una voglia, con chiarezza, con qualsiasi cosa. Ma gustarli. Gustarli con consapevolezza.Pochi giorni fa, parlando con un'amica del blog ho ripensato a tutto questo...per caso mi sono ritrovata a leggere parole dell'ormai famosissimo ultimo libro di Federico Moccia... Le voglio trascrivere per te cara amica...ma anche per te dolcissimo amore mio che ancora non riesci a vivere...per me stessa, cosicchè possa darmi coraggio rileggendole...e per tutti coloro che passando di qui si rispecchieranno in tutto questo..."...Ti viene da pensare alle cose che non gli hai detto. Alle volte che lo hai deluso. A quelle cose che avresti voluto dirgli quel giorno, a quello che vorresti dirgli ora. Correre lì sotto casa sua. Suonare il citofono. Farlo affacciare. "mi sono dimenticato di dirti una cosa..." Questo ti fa male. Magari è una stronzata...ma vorresti tanto potergliela dire...Solo il tempo potrà sistemare un po' le cose. Un ultimo pensiero. Poi più niente. Fiuuu. Un palloncino pesante che però si allontana verso il cielo. Silenzio. Sempre più lontano. Poi faticosamente i primi cigolii...è come se la grande macchina ripartisse. Rumori faticosi, catene non oliate, ingranaggi che stridono, raschiano. Ma riparte. Ecco... Ciuf Ciuf! Come quel treno lontano, lì all'orizzonte, che riprende la sua strada, la sua corsa, che aumenta il ritmo, sbuffa, di nuovo, si, verso confini lontani, verso i giorni che saranno... Ciuf Ciuf!....e sbuffa, sbuffa ancora. E non fermarsi. Non fermarsi. E tutti, tutti continuano ad andare avanti. E prima o poi forse riusciremo a dimenticare qualcosa. O forse no. E anche in questo dubbio c'è una grande bellezza".