dream of fable

La bella e la bestia 5 parte (favola originale)


Rientrata nel castello ebbe un momento di disperazione, ma cercò di rinfrancarsi pensando: ' Ho soltanto un giorno di vita, perché questa sera il mostro mi mangerà. Voglio godere visitando questo bel castello e questo bel giardino '. Il giardino era veramente uno splendore, pieno di rose dal profumo che stordiva, e il castello traboccava di cose magnifiche e preziose. Bella non si stancava di ammirare, ma si fermò sbigottita davanti a una porta su cui era scritto ' Appartamento di Bella '. Aperse la porta ed entrò; vide sale e salotti arredati con ogni ricchezza e comodità. ' Non capisco il perché di tante premure, dato che tra poco la Bestia mi mangerà ' pensò; ma subito si distrasse vedendo un clavicembalo e una biblioteca piena di libri. I libri erano sempre stati i suoi migliori amici, e corse a prenderli e a sfogliarli. Sul frontespizio del primo c'era scritto:' Desidera e comanda, qui tu sei la regina. '' Sarebbe troppo bello! ' pensò incredula la ragazza e disse in cuor suo, ' Desidero vedere mio padre! '. Subito un largo specchio appeso al muro si appannò lievemente, poi si schiarì, e Bella vide delinearsi nel cristallo la cucina di casa sua. C'erano le sorelle che chiacchieravano allegramente, come se il pensiero di lei e del padre non le sfiorasse nemmeno. Poi ecco sopraggiungere il padre, disfatto dal dolore; sedette tristemente presso il camino, mentre le ragazze lo abbracciavano simulando le lacrime. Quindi l'immagine svanì e Bella si sentì piena di tristezza; tuttavia mandò un pensiero riconoscente al mostro che aveva avuto per lei tanta cortesia.Più tardi tornò nella sala da pranzo e vide la tavola nuovamente imbandita. Era la prima volta che pranzava sola, ma non soffrì di malinconia, perché una musica invisibile le fece compagnia per tutto il tempo. ' La Bestia non vuole proprio che mi annoi ' pensò, ' quando verrà a trovarmi lo ringrazierò '. Trascorse il pomeriggio sonando il cembalo, leggendo e passeggiando; verso le nove sedette di nuovo a tavola. Aveva appena spiegato il tovagliolo, che udì il solito forte rumore nelle stanze interne, e poco dopo la Bestia apparve. La fanciulla fu agghiacciata di terrore, ma seppe dominarsi e salutò cortesemente. Il mostro le chiese con molta gentilezza: "Permettimi che mi segga e rimanga qui con te, mentre ceni?" Perché mi chiedi questo permesso? Sei tu il padrone, qui al castello" rispose Bella. La Bestia scosse la testa: "No. Qui sei tu sola la padrona, e se preferisci non vedermi io mi allontanerò subito." Bella trovò la forza di rispondere gentilmente: "Rimani, se ti fa piacere: non mi disturbi affatto." Il mostro, visibilmente contento, sedette all'altro lato della tavola e chiese: "Mi trovi molto brutto? Rispondi sinceramente." Bella rabbrividì, temendo di provocare la collera di lui, ma rispose: "Si, mi sembri brutto, ma credo che tu sia molto buono!" "Sono buono, infatti, ma stupido. Non ho molta intelligenza." "Non credo che sia proprio così. Chi è stupido, non sa di esserlo, non è nemmeno sfiorato da questo dubbio! Tu, che assicuri di essere stupido, non lo sei." "Ti ringrazio per le tue parole" replicò il mostro, guardandola con riconoscenza. "Se ne fossi capace, t risponderei con un complimento. Ma sono soltanto una bestia! Mangia, adesso. E cerca di non annoiarti, perché soffrirei troppo, se non ti sapessi contenta.". "Ti ringrazio sinceramente. Sei tanto affidabile e generoso che non mi sembri nemmeno più così brutto. E io preferisco un essere come te, brutto e buono, a un altro bellissimo ma cattivo." "Allora ... allora ... vuoi sposarmi?" balbettò il mostro. Bella, che stava rasserenandosi e quasi trovava gradevole la compagnia di lui, a quelle parole trasalì. ' Se rifiuto ' pensò, ' mi divorerà ... ma io non posso mentite '. "Sento per te tanta amicizia" rispose,"ma non ti sposerò. Il mostro volle sospirare, ma il suo sospiro fu un sibilo così forte che tutto il castello ne tremò. Poi si allontanò avvilito. Bella guardò a lungo verso la porta dalla quale il mostro era uscito e si rammaricò da averlo mortificato in quel modo. ' Peccato! 'pensava, ' che meraviglioso marito sarebbe, buono e gentile com'è, se il suo aspetto fosse un poco meno orribile! '. Tuttavia le rimase in cuore un certo rimorso, e attese con ansia la sera successiva, per rivedere la Bestia. La bestia ritornò la sera dopo, e anche le sere seguenti, per tre mesi che furono molto belli e sereni per la ragazza. La sola cosa che l'angustiava un pò, era la domanda che la bestia ripeteva immancabilmente tutte le sere: "Bella, vuoi sposarmi?" E Bella rispondeva ogni volta: "Ti voglio bene, cara Bestia, ma non ti sposerò." Allora la Bestia si allontanava avvilita.Una sera Bella disse: "Amico mio, ho veduto nello specchio che mio padre è ammalato. Le mie sorelle si sono sposate, i mie fratelli sono sotto le armi. Egli è solo. Lasciami tornare a casa a fargli un pò di compagnia." "La cosa che più m'importa al mondo è che tu sia contenta" rispose la Bestia. "Domattina ti sveglierai a casa tua. Ma ritornerai? Non dimenticare che, se mi lasci sol, io ne morirò." "Ritornerò, cara Bestia," rispose Bella commossa, "fra otto giorni sarò qui." "Ebbene, prendi questo anello" aggiunse il mostro consegnando alla ragazza un anello d'oro ornato di un zaffiro. "Quando vorrai tornare, posalo sul tavolino, prima di coricarti. Ma ricorda che io ti aspetterò contando le ore e non saprei più vivere senza di te." E aggiunse ancora una volta: "Vuoi sposarmi?" Udito il solito no si allontanò più avvilito e più curvo. E Bella rimase a guardarlo con grande rammarico in cuore. Andò a letto e si addormentò; e al mattino dopo aprendo gli occhi vide che era nella sua piccola fattoria di campagna, con le galline che chioccolavano sotto le finestre. Sonò il campanello e una domestica accorse: "Signor padrone, signor padrone!" incominciò a urlare, "Venite, venite a vedere!" Il babbo si precipitò su per le scale e un attimo dopo irrompeva nella camera. Sulle prime rimase senza fiato, poi aprì le braccia e non finiva più di abbracciare e baciare la sua adorata figliola da lui creduta morta. Bella gli ricambiò gli abbracci, e lo assicurò che stava bene ed era contenta. Poi desiderò alzarsi, ma non aveva nemmeno un vestito, perché i suoi abiti erano rimasti al castello della Bestia. "Come farò?"chiese ridendo. Ma la domestica rispose: "Nella stanza vicina c'è un baule che prima non c'era. E' pieno fino all'orlo di vestiti e di gioielli degni di una regina." ' Cara Bestia!' pensò Bella, ' Si è ricordata anche di questo! '. Poi disse ad alta voce: "Dammi il vestito più semplice, perché regalerò gli altri alle mie sorelle." Appena pronunciato queste parole che il baule sparì. "La volontà della Bestia è chiara" commentò il babbo, "vuole che soltanto tu, e non altri, indossi quegli abiti." Appena ebbe detto questo il baule ricomparve, e Bella poté vestirsi davvero come una regina. Era più avvenente che mai, non solo per lo splendido abbigliamento, ma anche per la pace e la contentezza che brillavano nei suoi occhi e nel suo volto. Le sorella, avvertite dal babbo, accorsero subito. Erano sposate tutt'è due, ma tutt'altro che felici. Il marito della maggiore era bellissimo, ma altrettanto vanitoso e superbo. Passava la giornata ad agghindarsi e pretendeva di essere continuamente riverito e ammirato sebbene non avesse più valore di un pavone. Il marito dell'altra era ricco, ma anche avaro, ed economizzava ferocemente persino sul vitto e sugli abiti di sua moglie, la quale doveva andare in giro vestita di stracci consunti. Quando le due ragazze videro Bella splendente di gioia, di ornamenti, di bellezza, cedettero di scoppiare per l'invidia e cominciarono a commentare tra loro: "Perché nostra sorella deve essere tanto fortunata? Perché il mostro non l' ha divorata?" chiedeva una. "Se non l' ha divorata, la divorerà" rispondeva l'altra. "Bisogna trovare il modo di mettere contro di lei quella Bestia che le vuole troppo bene." "Cerchiamo di trattenerla qui con noi oltre gli otto giorni" suggerì la prima. "Così bisticceranno, e il mostro la mangerà."