REASON TO BELIEVE

Quando un amico muore per salvarti


 Questo è un racconto che ho scritto io, ma che può essere di esempio a chiunque. Perchè nel mondo il Male è presente, anche se noi non lo vediamo con i nostri occhi.Ma un Amico, un Amico VERO, può fare la differenza.- CALIAH! - urlò Demug, disperato. L'amica stava correndo verso di lui, ma l'assassino le era ormai alle costole.  Il ragazzo si volse e ripercorse tutta la strada all'indietro, correndo in soccorso a Caliah. Le arrivò dietro, le cinse i fianchi con le braccia e la sollevò. La povera ragazza era ormai senza fiato, e dopo un lamento di protesta ignorato dall'amico lasciò cadere la testa, chiudendo gli occhi."Ti prego, fa che sia ancora viva... Dammi la forza di andare avanti!" Demug implorava così Dio, o chi per lui, perchè lo aiutasse a resistere e non mollare. Aveva i polmoni in fiamme, era stremato e non sentiva più le gambe, che proseguivano sa sole a una velocità allucinante. Ormai non era più cosciente di dove andava, l'importante era scappare, fuggire dalla morte certa. Erano stati avvistati alcuni minuti prima, e quell'uomo senza cuore non prometteva niente di buono. Capitavano ogni giorno episodi così: bambini che perdevano la vita perchè uccisi da disertori o pazzi. Ma Demug non voleva lasciarsi andare al suo destino, voleva vivere!Non riusciva a voltarsi, ma l'ombra sul terreno gli suggeriva che era riuscito a distanziare il loro inseguitore. Era un ladro, probabilmente, o peggio ancora un soldato nemico, che li avrebbe sicuramente raggiunti ed uccisi. E lui non aveva dove andare, non sapevo dove nascondersi. "Perchè? Perchè questa guerra così maledettamente insulsa? Non gli basta che stiamo a rantolare nel fango, vivendo nella sporcizia e mangiando immondizia?" Demug ebbe un moto di rabbia, ma riuscì a contenersi volgendo lo sguardo sul viso stanco di Caliah, poggiato al suo petto. Erano così belli i suoi capelli scuri, anche se sporchi di fango... E il suo corpo esile, che tanto lo affascinava... Questi pensieri ebbero il potere di spingerlo a continuare, senza fermarsi. Ormai il suo respiro aveva lasciato il posto ad un rantolo soffocato, ma quello che gli interessava era portare in salvo almeno Caliah.Non seppe mai per quanto corse ancora. Secondi, minuti, forse ore.Doveva essere il crepuscolo quando si fermò. Decise di farlo perchè non sentiva altro rumore se non quello dei suoi passi, perciò poteva essere sicuro che almeno per un po' non avrebbero avuto brutte visite.Stese a terra la ragazza, e si lasciò cadere al suolo, privo di sensi.Caliah lo ritrovò lì, circa due ore dopo. Il cielo stellato era aperto su di loro, nero e senza fine, e la luna brillava rischiarando il luogo in cui si trovavano. Erano nel deserto. Dune e dune di sabbia si alzavano all'orizzonte, su una vasta landa dorata che incuteva timore.Alla ragazza servì un po' di tempo per ricordare quanto era successo. Appena le immagini di qualche ora prima tornarono ad affollarle il cervello, come pezzetti di un puzzle che finalmente si ricongiungono, Caliah inorridì,  e si voltò vero Demug."DEMUG!! Mio Dio, ti prego, salvalo!"Si mise a cavalcioni del suo corpo magro e stanco, e gli accarezzò una guancia incrostata di sale. Aveva pianto. Gli scostò dagli occhi un ciuffo di capelli biondi, che gli cadevano arruffati dietro le orecchie e sopra la testa. Non si svegliava.La ragazza iniziò ad aver paura. Lo scosse piano, afferrandogli le spalle, poi con movimenti sempre più veloci e disperati.Era sul punto di piangere, quando Demug finalmente aprì gli occhi, piano.- Demug! - esclamò Caliah, affondando il volto sul suo collo. Lo abbracciò forte, tenendolo stretto fin quasi a soffocare. Il ragazzo rimase immobile, inerte sotto le sue braccia. Non riusciva a muovere un solo muscolo.- Co.. come stai? - mormorò Caliah, guardandolo negli occhi.A fatica, Demug rispose rantolando - Meglio... ora... ora che sei sveglia... e che so che sei viva... - storse la bocca in quello che voleva essere un sorriso, ma che mutò subito in una smorfia di dolore.- Stai male? - chiese Caliah, allarmata.- Ssh... - sussurrò lui, sospirando. Alzò piano piano la testa, appoggiandosi ai gomiti. -  Ehmm.. devo ancora dirti una cosa... prima.. insomma, prima... prima che... - - PRIMA DI CHE COSA?? - gridò Caliah, scoppiando in lacrime. Perchè sapeva quello che Demug stava pensando. - Tu sei vivo, sei qui, siamo salvi! E per merito tuo! Possiamo farcela... - singhiozzò in tono disperato, mentre un masso sembrava le scendesse sul cuore. Perchè era consapevole, anche se non voleva accettarlo, che anche se erano vivi non significava che lo sarebbero rimasti. Perchè erano in mezzo ad un deserto, senza cibo nè acqua, con solo pochi stracci addosso, sporchi e sfiniti... e lui stava malissimo.. erano finiti. E senza più speranze.- Ssh... vieni qui... c'è una cosa che devo darti... - mormorò a fatica Demug, avvicinandosi a lei  più che poteva.- Co.. cosa? - sussurrò Caliah, piangendo in silenzio.- Questo... ricordalo, quando mi penserai... - e prima di terminare la frase, le labbra del ragazzo erano già su quelle di Caliah, che sorpresa rimase rigida per poco, prima di baciarlo a sua volta, stringendolo forte. Rimasero uniti a baciarsi, i respiri intrecciati, fino a quando la ragazza non avvertì la pesantezza del petto di Demug, fermo contro il suo seno, e il respiro del ragazzo farsi sempre più debole, fino a spegnersi del tutto. Le sue labbra morbide erano rimaste immobili sotto il tocco di Caliah, e i suoi occhi si erano chiusi. Per sempre.La ragazza pianse molto. Tutte le lacrime che aveva in corpo. Rimase accasciata sul corpo esanime di Demug per molto e molto tempo, fino a quando un soldato della loro patria che passava di lì non li trovò e li portò indietro con sè.Ora sono passati quarant'anni da quell'episodio. Caliah ha 56 anni, ed abita in una catapecchia in mezzo al deserto, accanto ad una piccola oasi dove ha sepolto il corpo di Demug.Dopo la morte dell'amico, aveva seriamente preso in considerazione l'idea di suicidarsi, perchè la sua anima tornasse con quella di Demug. Ma si era detta che lui era morto proprio per evitarle questo, per salvarla, per farla vivere. E quindi continuò a vivere, a fare del bene a tutti, ad aiutare chi aveva bisogno di lei, proprio come un tempo aveva progettato insieme al suo amico.Ricorderà sempre il giorno dopo il loro salvataggio, quando sul quotidiano del paese vicino era uscito l'articolo sul suo amico, tratto dall'intervista che le avevano riservato i giornalisti, con il titolo a caratteri cubitali che diceva:"Ragazzo morto per salvare un'amica".Cosa ne pensate? L'ho inventato, perciò "ogni riferimento a fatti, luoghi o personaggi esistenti nella realtà è puramente casuale". Ho voluto creare qualcosa di mio, per immedesimarmici più a fondo, per provare quello che una persona prova quando vede un amico morire davanti ai suoi occhi.La nostra Caliah è viva per merito di Demug, che le ha salvato la vita portandola in salvo, e pagando con la sua, di vita.Questo per ricordare che "chi trova un amico, trova un tesoro"!