Dislessia

ELEMENTI COMPENSATIVI E AUTOCOMPENSAZIONE


"Gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari." Art. 5 della legge n.170/2010.Il rapporto tra dislessia, e più in generale tra disturbi specifici dell'apprendimento (DSA), e strumenti compensativi è diventato un binomio inscindibile. Gli strumenti compensativi, infatti, costituiscono degli strumenti che permettono ad un soggetto di compensare le "funzioni compromesse" e lo mettono dunque in condizione di operare più agevolmente e di eseguire al meglio un compito o un'operazione. Gli strumenti compensativi si distinguono in 1) specifici: cioè strumenti che supportano in modo diretto e specifico l'abilità deficitaria come ad esempio la calcolatrice, la sintesi vocale, il controllo ortografico; 2) non specifici: ovvero strumenti che supportano abilità trasversali quali memoria e attenzione; ne sono un esempio la tavola pitagorica, quella della successione dei giorni e dei mesi, le mappe concettuali.Essi permettono ad un DSA di adeguarsi al normale apprendimento scolastico. Oltre a questo un DSA sviluppa proprie abilità di autocompensazione, in paratica non impara determinate nozioni nel modo tradizionale, ma sviluppa una propria capacità di ragionamento che gli permette di arrivare al risultato ma con tempi più lunghi. E' chiaro quindi, che quando non vengono concessi gli ausili comprensativi e il tempo per raggiungere la meta attraverso un ragionamento, si esprime chiaramente la volontà di NON voler permettere ad un DSA di imparare.Più che preoccuparsi troppo di come un DSA apprende, sarebbe da preoccuparsi di come la scuola insegna.