Dislessia

Dislessia: si combatte con la musica


Si chiama ReMus il progetto della Fondazione Mariani che cerca di risolvere i problemi dei bambini dislessici con l'aiuto di giochi musicali di Elena Meli - 17 ottobre 2014Fonte: IO DONNA
(Foto di Getty Images) I giochi musicali aiutano chi soffre di dislessia: lo dicono i primi risultati del progetto Re- Mus, sostenuto dalla Fondazione Mariani (fondazione- mariani.org) e nato dalla consapevolezza che esiste un “filo rosso” che lega le capacità musicali a quelle linguistiche.«Molti studi hanno mostrato che la pratica della musica fin dalla più tenera età favorisce lo sviluppo del linguaggio» spiega Elena Flaugnacco, coordinatrice del progetto e ricercatrice del Centro per la salute del bambino di Trieste. «D’altro canto, secondo alcune teorie, la dislessia è correlata, almeno in parte, a difficoltà nella percezione dei suoni e nell’analisi del ritmo: abbiamo così ipotizzato che migliorare le abilità musicali potesse avere un riflesso positivo sulla lettura». Per provarlo, sono stati coinvolti 48 bambini dislessici da otto a undici anni: metà ha seguito un percorso basato su giochi ritmici, metà un programma con attività di pittura. «Non si tratta del solo ascolto di note, ma della partecipazione attiva a esercizi per scoprire le sonorità: il coinvolgimento in piccoli gruppi è fondamentale» precisa la psicologa. Alla fine, i piccoli del percorso musicale sono diventati più bravi a leggere, grazie al potenziamento dei meccanismi alla base della conversione dei segni scritti in suoni; quelli del percorso visivo, invece, hanno potenziato in particolare le abilità grafiche, di scrittura e calcolo».