Dislessia

Dislessia non è malattia, ma genio potenziale


I DSA ( Disturbi Specifici dell’Apprendimento) rappresentano in Italia una percentuale stimata tra il 3 ed il 5% della popolazione in età scolare e in Umbria, secondo la rilevazione effettuata dal Ministero dell’Istruzione nell’anno scolastico 2011/2012, su 98.582 alunni della scuola primaria e della secondaria, 1906 sono risultati positivi ai disturbi dell’apprendimento. «Nonostante negli ultimi anni l’attenzione al tema sia cresciuta notevolmente, si è ancora poco preparati nel riconoscere i bambini che hanno bisogno di affrontare la scolarizzazione senza barriere strumentali e con un accesso privilegiato agli strumenti compensativi» ha detto il dr. Gianni Lanfaloni, psicologo clinico del Serafico di Assisi e responsabile dello screening che l’Istituto sta realizzando nelle scuole dell’infanzia della regione mediante una batteria di prove standardizzate da sottoporre ai più piccoli. Ma guai a definire i DSA segnali di una malattia: «I disturbi dell’apprendimento e della dislessia non vanno considerati sintomi di una patologia – sottolinea la Presidente dell’Istituto Serafico, Di Maolo – perché il bambino dislessico pensa in modo diverso rispetto agli altri, ma non per questo sbagliato. Il ruolo delle famiglie e degli insegnanti è quello di imbrigliare questa creatività in modo proficuo, assistendo e sfruttando i loro punti di forza e riducendo al minimo l’effetto dei punti di debolezza.Fonte: TAM TAM Basti pensare che hanno sofferto di dislessia moltissimi personaggi che poi hanno lasciato un’impronta nella storia: da Steven Spielberg a Steve Jobs; da Leonardo Da Vinci ad Einstein, da Beethoven a Picasso; da Walt Disney a J.F. Kennedy, da Emile Zola a Galileo Galilei».