ABRAXAS

Heautontimorumenos


Ti batterò senza rabbianè odio, come un beccaioo come Mosè sulla roccia!E dai tuoi occhi farò,per dissetare il mio Sahara,percorrere flutti di pena.Sull'acqua salsa del tuo piantosalperà la mia naveDi desiderio e speranza,e i tuoi singhiozzi che adorocome un tamburo di guerradaranno l'ebbrezza al mio cuore.Non sono io la nota che stridenella divina sinfonia,per questa vorace Ironiache mi divora e m'intride?Lei ringhia qui, nella mia voce!è nel mio sangue quel veleno!Si, sono io lo specchio oscenodove la strega si mira!Sono la piaga e il coltellola guancia e la percossa!Sono la vittima e il boia,lo slogatore e le ossa!Sono il vampiro del mio cuore-un gran derelitto che al risodannato è in eterno, e non hala grazia più d'un sorriso!(da 'i fiori del male' di C. Baudelaire)