Due dita in gola

Istituto di Neuroscienze


Ho un ago in vena. Mi hanno appena detto che questa miscela di non so che cosa mi aiuterà a guarire. Farà in modo che abbia meno sbalzi d’umore, che non abbia più sempre e solo voglia si stare a letto… In più, insieme ad un altro farmaco che dovrò prendere a casa (non ricordo come si chiama, ricordo solo che finisce per x, come la maggior parte dei farmaci…) mi toglierà la fame, o quantomeno l’impulso all’abbuffata. Nella stanza ci sono 15 sedie (o poltroncine, quelle di legno tipo ikea), ognuna col suo bello apennacchio porta-flebo accanto. C’è un ragazzo, una signora anziana e un’altra donna con una borsa di Vuitton. Sono appena entrati altri due signori. Mi viene da chiedermi cosa li ha portati qui. Chissà che hanno? Quale sarà il percorso che li ha condotti a farsi bucare un braccio il martedì mattina alle dieci? Le gocce scendono piano, l’infermiera si da’ da fare con i nuovi arrivati… Che tristezza… Come mi sono ridotta… Avrei voglia di piangere ma non lo farò. Questa volta no. La flebo è quasi finita… Chissà ora cosa dovrò fare…