Io, a volte

Semplicemente ...Ferdinandea...


Quante tracce di storia in quel luogo fiabesco….Oggi luogo sperduto, a circa 1050 m.s.m. tra boschi di faggi ed abeti, all’epoca dei Borboni era un’isola operosa. La località nasce come casino di caccia reale ma, nel 1883, Ferdinando II, durante il viaggio di sopralluogo alle ferriere di Mongiana, la inaugura e denomina appunto “Ferdinandea”… secondo la tradizione borbonica che vuole Carditiello e San Leucio dotati di appartamenti reali e vicini alla Reggia di Caserta, che vorrà Pietrarsa tra le regge di Napoli e di Portici: tutte imprese industriali guardate a vista dal padrone…questa la motivazione data dal sovrano in un impeto di autocelebrazione. Era luogo confortevole e lussuoso in cui facevano mostra di sè alcune meraviglie tra cui un progetto di Raffaello per la biblioteca di Leone X, un busto di Napoleone del Canova,  la camera da letto acquistata a Firenze all’asta della collezione Demidoff ed in cui dormì il piccolo grande uomo, l’imperatore francese, al suo ritorno dall’Elba, alcuni pregevoli quadri di cui uno attribuibile al Parmigianino, un busto di Guglielmo il Malo, un sarcofago con figura di Ruggiero il Normanno e tanto tanto altro. La località si trova nella vallata del fiume Stilaro che, sin dai tempi dei tempi, dall’età proprio del ferro, grazie alla ricchezza mineraria del sottosuolo e dalle favorevoli condizioni morfologiche e idriche del bacino dello Stilaro viene sfruttata per  consentire la trasformazione e la lavorazione dei minerali. Poi venenro i Greci che dopo avere relazionato con gli indigeni fondarono la città di Caulon alla foce dei fiumi Assi e Stilaro; poi fu la volta dei Romani che nei pressi di Pazzano e Stilo costruirono una colonia penale per i “damnati ad metalla” al solo scopo di sfruttare al meglio le miniere di ferro; poi i Bizantini che costruirono le prime ferriere e per ultimi i Normanni ai quali si devono le notizie certe sull’attività siderurgica e mineraria della zona.I resti industriali più interessanti sono riconducibili alla dominazione spagnola (con i resti delle ferriere appartenute a Cesare Fieramosca, fratello di Ettore) e a quella Borbonica durante la quale la zona divenne dotazione del Regno come stabile apparato industriale gestito direttamente dello Stato. E’ dalle ferriere di Stilo che si realizzano su progetto di Vanvitelli i tubi dell’acquedotto “Carolino” della Reggia di Caserta; è dalle fonderie di Ferdinandea che l’esercito borbonico riceve gran parte del proprio ordinamento; è in questo polo industriale che all’epoca lavoravano circa 2500 persone che poi, “grazie”  alle decisioni prese dal governo unitario,persero il lavoro e poterono diventare, con ampia scelta, o briganti o emigranti….All’indomani dell’unità d’Italia, Ferinandea divenne proprietà di Achille Fazzari  che se l’aggiudicò ad un’asta dello Stato; Fazzari, sarto, colonnello garibaldino imparentato con l’eroe dei due mondi, senatore, cercò di conservarla al meglio dandole la connotazione di Museo di reperto archeologico.Non doveva essere difficile tributare ancora onori alla Ferdinandea: si poteva sfruttare anche il canale indiretto dato dalla vicina località della Mangiatorella, sito di una purissima acqua oligominerale che lo stesso Fazzari aveva esportato negli Stati Uniti e che tanto bene aveva fatto agli acciacchi di papa Leone IX,  dell’imperatore Francesco Giuseppe, del generalissimo Molte (quello della guerra prussiana del ’70) e Matilde Serao… Che parole entusiastiche ha avuto per la Ferdinandea la poetessa …”Tacciono le voci umane: dov’è dunque la ferrovia, la città, il mondo rumoroso e fragoroso? E’ scomparso. Non vi è che alta vegetazione, che questa foresta immensa, sconfinta: solo questa vegetazione esiste. Siamo lontani per centinaia di miglia dall’abitato: forse il mondo è morto dietro di noi. Ma ad un tratto, tra la taciturnità serena di questa boscaglia un lieve suono musicale arriva e un che di mistico traspare tra le altezze dei faggi. Questa è Ferdinandea: dimora incantata sta in una foresta, in una terra sconosciuta, Ferdinandea è fra gli alti alberi, solitaria, non villa, non fattoria, no palazzo, senz’altro nome, senz’altra qualifica, Ferdinandea, originale, bizzarra, unica….”E oggi? A parte il fatto che la maggior parte dei calabresi stessi  ne ignoriamo l’esistenza? Io ne sono venuta a conoscenza una trentina di anni fa grazie ad un amico originario del vicino paese di Pazzano e mi ricordo un degrado doloroso, cancelli chiusi e all’esterno una vasca antica (chissà se lì Ferdinando II o Napoleone avevano fatto il bagno) in cui crescevano prezzemolo e basilico…Voglio sperare che io stia dando un'informazione errata e che, da quando non ci sono più andata, le cose siano cambiate e che Ferdinandea sia tornata tra noi...