Io, a volte

Il mio sogno non tanto proibito…


 Qualche anno fa sono rimasta colpita dal racconto di una colf sulla sua terra di origine, l’isola di Seychelles, parole che riguardavano la possibilità di camminare a piedi nudi su quella sabbia finissima,impalpabile, dorata, e da allora ho continuato a sognare di un mio possibile trasferimento proprio in quelle zone per potere assaporare il primo senso di libertà che per me comincia appunto dal lanciare il più lontano possibile le scarpe e qualunque altro oggetto possa costringere le mie sofferenti estremità…Qualche anno fa, ero ancora bambina, andava di moda la cantante Sandy Shaw che si presentava sul palcoscenico con i suoi bei piedoni, credo avesse più del 40 ma forse è una misura ingigantita solo dal ricordo infantile…E’ stata nota sin quando non passò inavvertitamente su un mozzicone di sigaretta accesa poi forse impaurita ha preferito abbandonare le scene: evidentemente non poteva più essere un personaggio a piedi coperti:ma su questo non ho notizie certe…Quello che invece è certo è la nascita della moda del momento, il “barefooting”…Non ho vocabolario con me e le mie conoscenze linguistiche inglesi arrivano sino a un certo punto per cui non posso fare traduzione letterale del termine ma più o meno dovrebbe essere “piedi nudi a volontà…”…Ecco, finalmente una notizia che mi piace… Sul sito www.correrenelverde.com se ne parla addirittura come di una pratica salutista che tanto farebbe bene all’organismo umano: raddrizza la colonna vertebrale, previene le vene varicose e udite, udite, persino le malattie da raffreddamento. Sono idealizzabili percorsi attrezzati con muschio, aghi di pino, foglie, sabbia, corteccia e sassolini e forse è meglio concretizzare queste piste prima di passare alla vera attività di barefooting, giustamente dice Maria Laura Rodotà, autrice dell’articolo, lo stato attuale delle nostre strade cittadine non è consigliabile, sarebbe uno slaloom gigante tra batteri, virus, siringhe….“Ho i piedi a pezzi”, frase mitica che accompagna soprattutto le nostre uscite ufficiali, di quelle in cui è richiesto il massimo del bon ton, ma che poi si risolvono nel desiderio di infilarsi sotto quei tavoli ricoperti da tovaglia lunghissima per gustare il piacere di sfilare le scarpe,non potendo immergerli nell’acqua fresca lasciandoli amabilmente sfrigolare è l’unica possibilità che si ha…Siamo sinceri per una volta! Quante donne hanno fatto questo gesto liberatorio almeno un paio di volte nella loro vita, correndo il rischio che le loro gentili estremità una volta assaporata la libertà non ne volessero più  di rientrare nelle macchine di tortura…E per non correre il rischio di essere isolati dalla società potremmo esibire a tutto campo un bel gagliardetto di appartenenza al movimento o  una spilletta, dipende dall’occasione,e  la gente che arriccia il naso sarebbe avvertita…Piedi in libertà, Piedi a gogò, I piedi sono miei, A piedi nudi è meglio, I piedinudisti lo fanno meglio e via di questo passo…Un passo nudo e libero e curatissimo: non dimentichiamo che il benessere comincia dai piedi!!!