Io, a volte

Risotto al nero di seppia


Ben trovati lettori di ArgutaMara sono qui perchè invitato in qualità di assistente della mia diletta ancella qui a supportarla nel suo comunicare con le genti sono un elfo di campagna reincarnato temporaneamente in uomo condannato a pensare per vivere ed a vivere per pensare. Saluto e scappo via un risotto al nero di seppia mi aspetta voluttuoso invitante, così terribilmente nero ardente come il lutto nero come il mistero come la sobria eleganza nero come un caffè bollente nero come la notte nero come noi due diletta Mara. Rosso scarlatto, qui da te dilagante, svenante; inzuppa la terra riarsa gronda dai rami trabocca dai monitor stempera irriverente l’azzurro del cielo il blu del mare il verde dei prati il bianco dell’anima mia il nero del nostro mistero. Non m'importano parole d'amore adesso Io di parole ne ho un cuore pieno. Ti ascolto piuttosto e maledettamente mi lascio sedurre, ti ascolto piuttosto sussurrare le tue rosse tentazioni. Adesso ascolterai le mie nere emozioni... Ti odio, come si odiano i peccati. Ti voglio, come si vogliono i piaceri. Liberami dal mio peccato e suggellami al tuo. Torno nel mio mondo e scusate l'intrusione il mio nero risotto si fredda. .