cantasse a squarciagola:
“…Tu vuò fa l' americano
mmericano! mmericano!
ma si nato in Italy!
siente a mme
non ce sta' niente a ffa
o kay, napolitan! …”
mentre per i momenti più intimi intonasse dolcemente:
“ ….Maruzzella, Maruzzè...
t'hê miso dint'a ll'uocchie 'o mare
e mm'hê miso 'mpiett'a me
nu dispiacere...
Stu core mme faje sbattere
cchiù forte 'e ll'onne
quanno 'o cielo è scuro...”
E siccome questo testo mi piace molto abbondo un altro verso…
“…Ohé!
Chi mm'ajuta?
Si tu nun viene a mm'ajutá?
Ohé,
mm'è venuta
na voglia ardente 'e te vasá.
E vieneténne oje bella...
e damme 'sta vucchella
ca, pe' mm'avvelená,
'e zùccaro se fa...
Questo l’aspetto di Renato Carosone noto a tutti e invece me lo ritrovo anche pittore.
![](http://digilander.libero.it/mara2003/renato18.jpg)
![](http://digilander.libero.it/mara2003/renato23.jpg)
![](http://digilander.libero.it/mara2003/renato21.jpg)
Cito fedelmente le parole di Italo Marucci: “…Le opere di Carosone, che io, anche se impropriamente, inquadrerei in un astrattismo figurale, sono basate sull’eliminazione del dettaglio, sulla sintesi formale della superficie: una gamma coloristica limitata spesso da una linea crea la figuratività di questa essenzialità grafica che definisce la sagoma umana, l’uomo; un'immagine in cui proiettarci e riconoscerci, con cui tornare a confrontarci: è il messaggio di Carosone, il suo modo di costringerci a una riflessione, di abituarci entro una dimensione. Le linee di contorno da cui scaturisce l’immagine figurale le offre a tutti, la sua è una specie di satira di identificazione e d’affettuosa comprensione per l’uomo; infatti, per quanto abbia preso spunto dagli aspetti umoristici o patetici della realtà, non si è certo mosso per distruggere con l’arma del ridicolo, bensì piuttosto per una sorta di ricognizione celebrativa, per cui non si potrebbe immaginare rappresentazione più criticamente intelligente della figura umana. Queste figure esenti da turbamenti intellettualistici sono dei simboli legati al mondo dello spettacolo, simboli che vanno da un populismo partenopeo alla Commedia dell’arte….”
Apperò che bella sorpresa…
(e riguardando i disegni, non so perchè ma mi ricordano qualcuno...ecco, capito, se si sostituisse la donna del secondo disegno con la donna del primo, il suddetto secondo disegno sarebbe perfetto, una rappresentazione ottimale di una possibile situazione se non ci fossero gli irriducibili recalcitranti)