Io, a volte

No entiendo…

Troppe volte in questo periodo ho dovuto dire “non capisco” davanti a certe situazioni emerse in vari settori, così, stavolta, preferisco usare la lingua spagnola per esprimere lo stesso concetto: a volte diversificare è meglio, si soffre di meno…

Sono una fumatrice incallita, talvolta accanita, e assisto sempre più perplessa alla crociata contro il tabagismo, una vera lotta che impone limiti che restringono in un crescendo di applicazione che ha dell’incredibile…Costo sempre più proibitivo, zone off limits a macchia d’olio, vigilantes agguerriti scelti da dirigenti machiavellici tra gli ex fumatori (la categoria peggiore, quella che non perdona), litigate incredibili anche in spazi aperti come uno stadio e via discorrendo sino ad arrivare alla recente proposta dell’associazione nazionale direttori del personale (capperi, non sapevo esistesse, ha trovato il modo per darsi una visibilità): decurtare lo stipendio ai dipendenti fumatori in quanto il tempo dedicato alle sigarette ruba tempo al lavoro e quindi produttività all’azienda. I signori associati hanno anche calcolato i tempi: 10 minuti a sigaretta di cui 6 minuti per fumare e 4 per raggiungere l’oasi di serenità, di solito all’esterno dell’azienda.

E va bene, lo ammetto, sono consapevole che il fumo è nocivo, che i fumatori, io per prima, non sono intelligenti se sanno di farsi male e continuano a fumare ma il solito rospo si ferma in gola, nella mia, e comincio a dubitare che ci sia qualcosa che no quadra: qualche calcolo sono capace di farlo anche io notoriamente refrattaria alla matematica.

Dati 2004: introito allo Stato italiano dal settore tabacchi 9,5 miliardi di euro corrispondente al 6,4 del totale delle imposte indirette – importazioni 71653 tonnellate di sigarette per 1.857.292.000 dollari USA.

Dati 2006: fumatori italiani 12,2 milioni – consumo medio giornaliero di sigarette n.13,6  - 42% del totale dei fumatori sono ragazzi con età compresa tra 15-24 anni di cui il 47% non supera i 10 euro di spesa settimanale per l’acquisto delle sigarette.

Fumatori bistrattati, fumatori reietti della società, messi al bando, isolati, emarginalizzati, bla bla bla…

Poi arriva il ministro Turco che con un decreto decide l’aumento da 500 a 1000 milligrammi di cannabis detenuta da un soggetto per uso personale e mi viene voglia di equiparare, ove possibile, le 2 problematiche: tabagismo e consumo di cannabis… Eh si, si parla di droghe leggere, i famosi spinelli.

Sull’introito allo Stato dal consumo di cannabis non si possono avere dati in quanto formalmente trattasi di oggetto illegale anche se nella sostanza chi si spinella è legalizzato dalla norma. Qualcuno dice che gli Stati usano la droga come moneta per pagare il contrabbando di armi…Sarà vero? E l’Italia è tra questi Stati? Naaaaaaaaaaaaa!

Sulle importazioni non ho dati certi ma qui e là si legge di filo diretto tra le mafie locali, soprattutto calabrese, con la Colombia soppiantando nel controllo del mercato la mafia siciliana; ma in questo caso si parla di droga pesante, eroina e cocaina mentre la mia analisi si ferma alla cannabis…Continuo a cercare e trovo la relazione annuale, 2005, fatta al Parlamento, a quella data sono 3.800.000 i soggetti tra i 15 e i 54 anni che fanno giornalmente uso di droga leggera, cannabis per l’appunto. Quanto costa un grammo di cannabis? Quanti sono i grammi che una persona mediamente consuma giornalmente di cannabis? Non ne ho la più pallida idea, 2? 3? 10? Di più? Certo devono essere di più se i 1000 grammi previsti dal ministro Turco corrispondono ai 40 spinelli di cui si dice nel decreto ma Lei giustifica il suo disposto: è utile per eliminare la figura dello spacciatore; insomma se ne farebbe una scorta come i fumatori fanno in previsione dei giorni festivi così si evita la scocciatura di uscire anche la domenica e magari correre il rischio di trovare distributori sforniti…Solo che io faccio la scorta, la famosa stecca, e poi la tengo a casa, mica esco con 10 pacchetti nella borsa, ma magari chi beccano con 40 grammi di cannabis l’ha appena comprata e la sta portando a casa…Io però ho acquistato al tabacchino e lui? Io ho pagato le relative imposizioni e lui? Signora Ministro, Lei mi assicura che chi cammina con 40 spinelli appresso è un consumatore e non un portatore d’acqua? A questo punto visto i dati mi confortano, quindi ho la certezza: siamo ingiustamente vituperati. Mi auguro che anche in Italia possa succedere come accade in Finlandia grazie alla legge legge 759/2004, in base alla quale è sancito che il datore di lavoro e i dipendenti devono stilare un programma antidroga per il posto di lavoro, ivi compresi piani di prevenzione e opzioni terapeutiche, in cui siano elencati quei lavori che richiedono un certificato attestante l’avvenuta esecuzione del test sulla droga. Durante il processo di assunzione un datore di lavoro può soltanto chiedere al candidato questo tipo di certificato. Il datore di lavoro ha il diritto di utilizzare le informazioni presenti nel certificato se il posto vacante richiede caratteristiche quali precisione, affidabilità, senso critico o stato di vigilanza, e se il rendimento del soggetto sotto l’influsso di stupefacenti o tossicodipendente può mettere a rischio la vita o la salute o può provocare danni ingenti. Dopo l’assunzione il dipendente deve fornire un certificato soltanto se vi sono motivi di sospettare una sua tossicodipendenza o il consumo da parte sua di droghe durante lo svolgimento dell’attività lavorativa...

Solo così mi acquieterei, se guerra deve essere che lo sia per tutti…