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Editoriale del 19 febbraio 2007

Post n°484 pubblicato il 20 Febbraio 2007 da mara2003

L'artista ha bisogno del masso di marmo duro, resistente da vincere per far emergere la statua. In tutti i romanzi, in tutti i film ci deve essere un ostacolo da superare o un nemico da vincere. Senza egoismo non può esserci altruismo. Senza paura non può esserci coraggio. L'egoismo perciò non è solo l'ostacolo posto sulla strada dell'altruismo, ne è paradossalmente anche l'organo: l'egoismo è «l'organo ostacolo» dell'altruismo. La paura è «l'organo ostacolo» del coraggio, l'ingiustizia «l'organo ostacolo» della giustizia.
La morale è sempre superamento di un ostacolo e la vita una continua lotta contro la malattia, contro la morte. È la morte che, come organo ostacolo della vita, ce la rende qualcosa di prezioso da conservare, da prolungare, da arricchire.
Per cui diventa tanto più importante quanto più si prolunga, si intensifica, quanto più sottrae spazio alla morte. Sono i giovani che non hanno paura della morte, sono le società piene di giovani che fanno le guerre. Mentre l'aumento della popolazione, il suo invecchiamento, il suo desiderio di vivere stimolano la medicina a fare continue scoperte.
È la consapevolezza che la nostra società è fragilissima—basta l'arresto del flusso di metano, dell'energia elettrica per provocare una ecatombe—a farci rinunciare alla guerra sostituendola con accordi commerciali. La vita si è evoluta come continua soluzione dei problemi, come lotta.
Pareto ha dimostrato che le élites emergono dagli strati più bassi della società dove le condizioni di vita sono più difficili, oppure delle minoranze oppresse, perseguitate. I genitori che vogliono educare bene i loro figli devono spingerli a confrontarsi con difficoltà, con ostacoli. Dando loro appoggio, certo, senza mandarli allo sbaraglio, ma lasciandoli lottare, trovare la loro soluzione.
Ed è anche sbagliata una scuola che non crea ostacoli, che non pone mete elevate, che non dà premi e punizioni, che perdona ogni cosa e promuove tutti. Perché ogni individuo vuol affermare se stesso, essere stimato, apprezzato per ciò che ha fatto. Devo poter dire qui ho sbagliato, qui ho fatto male, invece «questo è merito mio». Oggi parliamo tanto di evoluzione, ma l'evoluzione è stata il frutto di infiniti tentativi, fino a quando ha prodotto l'uomo e poi è continuata come evoluzione culturale, e continuerà come intervento dell'uomo sul suo stesso patrimonio genetico.
Uno sforzo continuo, ascendente verso un ideale di perfezione che tutti noi intuiamo possibile, anche se infinitamente lontano.

Commenti al Post:
tanksgodisfriday
tanksgodisfriday il 20/02/07 alle 07:27 via WEB
Grazie! Mi sarebbe sfuggito, non leggo il Corriere.
Sono parole condivisibili in tutto e per tutto, spererei solo che abbiano l'occasione di leggerlo quei tanti genitori di oggi, che vedono la scuola come un passaggio obbligato nella crescita dei loro ragazzi, ma per carità non mi create altri problemi, se va male impegnatevi voi e fategli superare gli ostacoli.
Buona giornata, Prof, con la mia massima stima alla categoria. Certo, esclusi quelli che non la meritano, ce ne sono di sicuro, come in tutte le categorie. Ma nulla vi può togliere il merito di riuscire ad ottenere qualcosa, nonostante le televisioni, il consumismo tecnologico, il calcio, le veline, i quiz milionari ecc. ecc.
 
lilith_0404
lilith_0404 il 20/02/07 alle 08:09 via WEB
"sono le società piene di giovani che fanno le guerre" ... quindi una società che invecchia sarebbe garanzia di una società più pacifica? non so se la cosa mi convince fino in fondo...le guerre si fanno per motivi economici, e sono i vecchi a tenere i cordoni della borsa... e poi come la mettiamo con i giovani che sfilano con le bandiere della pace? ... mentre invece so per certo che le difficoltà che non ti stroncano temprano il carattere, e possono tirar fuori una grinta che chi trova sempre la pappa pronta difficilmente riesce ad avere... :)
 
ilike06
ilike06 il 20/02/07 alle 08:44 via WEB
la faccenda dell'organo-ostacolo mi sembra davvero condivisibile... la scuola di oggi non offre abbastanza ostacoli di sicuro... è evidente che condivido tutto. e con tutto intendo anche tutto quello che tu hai espresso sulla scuola finora e che ho avuto il piacere di leggere. (a proposito ho visto un link segnalato da una tua amica sul congiuntivo... credo che mi ci iscriverò.... mi stimola la cosa... ) ciao
 
MacRaiser
MacRaiser il 20/02/07 alle 12:59 via WEB
Il titolo dell'articolo e': "È sbagliata una scuola che non crea ostacoli". E io sono d'accordo! hanno sbagliato: Alberoni andava bocciato! :p Uno che scrive senza vergognarsi: "Sono i giovani che non hanno paura della morte, sono le società piene di giovani che fanno le guerre.", dovrebbe quantomeno tornare a studiare storia alle medie. I giovani non hanno mai deciso un accidente, caro Alberoni. Sono i grandi, che decidono le guerre e mandano i giovani al macello. E i giovani ci vanno non tanto volentieri.. ti risulta? Informati, prima di sparare sentenze e offendere la memoria di infiniti pischelli crepati sui campi di battaglia, per ordine di vecchi e "saggi" capi. Ma vai a farti uno shampoo, gnurant. Pure sul Corriere, lo fanno scrivere... mah. Sorvolo sul resto, che mi pare, nella migliore delle ipotesi, banale. Ciao, Mara ;)
 
upmarine
upmarine il 20/02/07 alle 14:03 via WEB
A me Alberoni sta sulle ball. Però ha scritto cose condivisibili. Al di fuori dell'assegnare ai giovani il ruolo di guerrafondai, che può essere opinabile, a meno che per giovane non si intenda chi ha smanie espansionistiche, e non solo una condizione anagraficamente definibile, il discorso di porre ostacoli per sviluppare la forza atta a superarli è un concetto piuttosto ancorato al dualismo del non c'è bene senza male. E chi meglio di me può dirlo, che racchiudo in me due creature, l'una gentile l'altra carogna. Tuttavia non concordo sul fatto che i giovani d'oggi non abbiano ostacoli. Io credo che la loro vita sia una costellazione di ostacoli. Io non vorrei essere al loro posto ma mi pare che ne abbiano di gatte da pelare. Comprese famiglie disgregate, mancanza di valori duraturi, lavori precari vita natural durante, incertezze e paure. I genitori ne sono consapevoli ma non sanno come affrontare essi stessi questa situazione e sperano che la scuola sia in grado di istruire i giovani ad affrontare questi scogli. Solo che non ne viene dato il potere e chi ha il potere è spesso colui o colei meno in grado di gestirlo. Ma questa è un'altra storia. Io credo che i giovani sono i più colpiti dalla società moderna. Si spera che questi ostacoli ne potenzino funzioni caratteriali in grado di superare senza troppe sconfitte il presente per un futuro migliore.
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 20/02/07 alle 14:15 via WEB
Scusa, Up.. non e' per pignoleria.. ma esordisci dicendo che l'articolo e' condivisibile, poi pero' glielo smonti pezzo per pezzo.. Ma dove sta la parte che condividi? Giusto per curiosita'.. :p
 
   
upmarine
upmarine il 20/02/07 alle 20:26 via WEB
Avevo esordito che mi stava sulle balls. E' più forte di me! ;-)
 
mara2003
mara2003 il 20/02/07 alle 21:17 via WEB
Francesco Alberoni prima che giornalista è innanzitutto un sociologo e se un sociologo non può definire o delineare quali sono i mali di una società stiamo freschi…
Dopo gli Alberoni generici (sociologi) ci potrebbero essere gli esperti o utenti del settore specifico che patisce un malessere e nel caso del settore scuola, esempio-nucleo analizzato da Alberoni, gli utenti potrebbero essere i docenti, gli alunni e i genitori e quindi il sig. Alberoni in questo caso riveste le tre caratteristiche, ex alunno, professore universitario e genitore di almeno 4-5 figli (ho perso il conto), quindi non capisco perché lo si taccia di essere ignorante… Ignorante “come colui che ignora” cioè colui che non conosce, non sa, non credo che questa volta possa essere qualifica da attribuire ad Alberoni… Questo non è il solito caso di tutti allenatori di calcio nelle discussioni pre e post partita domenicale…
Detto questo si può condividere o non condividere un’opinione altrui anche se la persona che l’ha espressa ci sta sulle balle o in altro posto per noi scomodo…La nostra intelligenza ci fa grandi proprio per questo, la possibilità di riuscire a criticare in modo pulito senza cercare al contempo di portare acqua al nostro mulino; i tempi in cui la catechizzazione in massa era operata mi auguro siano passati da tempo…
Siamo d’accordo tutti sul fatto che nella società attuale si vada avanti più che per meriti per altro? Credo di si! Siamo tutti d’accordo sul fatto che oggi a contare sia più la disponibilità ad essere merce di scambio più che il proprio valore? Credo di sì! Siamo d’accordo sul fatto che la spinta interiore ad emergere nasca più dal vivere condizioni difficili piuttosto che dal vivere nella bambagia? Credo si sì! Siamo tutti d’accordo sul fatto che le ingiustizie sopravanzano la giustizia e che l’amoralità la fa da padrona (ce ne lamentiamo tutti i giorni)? Credo di si! Siamo tutti d’accordo che una personalità in fieri, in divenire, possa essere più di ogni altra usata per raggiungere scopi particolarmente devastanti come la lotta, la guerra la morte? Credo di si!
Non ho fatto statistiche, l’argomento è brutale, ma credo che i kamikaze siano più giovani che adulti con personalità ben definite; d’altra parte sono convinta che i giovani siano indotti al Corano sin dalla più tenera età proprio per questo, la radicazione di certi concetti sarà per questo lenta ma profonda.
I famosi pischelli, le decine di ragazzi in erba, i ragazzi qualunque, quelli ancora senza volontà e nerbo, quelli che stanno in massa, le voci del coro, possono essere facilmente plasmati da volontà precise…
I nostri ragazzi che vanno alla guerra delle missioni di pace sono per lo più abbacinati dal facile guadagno; credo sia finito da tempo l’amor di patria se mai c’è stato, nessuno li costringe, il servizio militare obbligatorio non è più… Alcuni lo fanno per provare brividi ed emozioni nuove, non hanno stimoli nella società attuale; altri si accostano per necessità, perché qualcosa cambi nella loro vita disagiata, trovano solo questo come lavoro; ma i primi sono il vero specchio della società malata: sono i supponenti, quelli che credono nella fortuna, quelli che guardano alle cose con superiorità.
Ma chi sono? Sono i nostri figli; sono quelli abituati a ricevere tutto senza sforzo; sono figli di genitori distratti e schiacciati dal vivere quotidiano, gente che va sempre di fretta, i figli parlano, chiedono e ricevono sempre un sì distratto; ragazzi che quasi mai trovano qualcuno a casa, ragazzi che non sanno più cosa sia fare un pranzo o una cena tutti assieme a parlare di ciò che accade durante la giornata… Sono vittime di impulsi negativi che sin da bambini sono quasi abbandonati al loro destino… Sono finiti i tempi in cui la nonna raccontava di Cappuccetto Rosso e quando imitava la voce del lupo cattivo la bimbetta impaurita si poteva abbracciare alla sua figura sicura e confortante…Oggi vai con il telecomando in solitaria solitudine, quasi che la tv fosse una baby sitter a completa disposizione mentre i genitori chissà dove sono… Sono i nostri figli che nemmeno più a scuola devono chiedere, tutto è permesso, tutto è facile, sono continuamente imbeccati ,altro che imboccati…
Quale può essere lo stimolo in un ambiente dove il consiglio di massima che arriva dall’alto è tendere al risparmio facendo in modo di evitare la formazione di classi attraverso i ripetenti, cosa che tradotta in termini semplici significa: promuovere! I soliti consigli dall’alto ci dicono che possiamo essere soddisfatti raggiungendo gli obiettivi minimi; cosa che tradotta in termini semplici significa che se a chi mi dice come si chiama metto il 6 politico a chi aggiunge anche indirizzo e codice di avviamento postale della sua zona di residenza metto 10… E’ questa la scuola? No!
A ben leggere la Convenzione Onu sui diritti del fanciullo si parla di studio, di educazione, di scuola, come di quei valori, di quegli strumenti attraverso cui la personalità del ragazzo possa svilupparsi in tutte le sue facoltà e potenzialità; attraverso cui sviluppare il rispetto della dignità altrui e delle libertà fondamentali; attraverso cui il ragazzo può essere preparato ad assumersi la propria responsabilità in una società libera aperta a criteri di comprensione, pace e tolleranza… E non mi pare proprio che sia ciò che accade nella nostra scuola malata di quei morbi che ammalano la nostra società…
Spirito di sacrificio? Ma quando mai… Qual è l’impulso che arriva ai nostri ragazzi? Sicuramente non quello del sudore della fronte, della conquista, dell’aspirazione… Dalle mie parti c’è un detto che suona più o meno così “Cu non zappa tostu e duru veni giugnu e su zippa 'nto culu”, cioè: se non si zappa a fondo e duramente, a giugno non si raccoglie niente.
Forse aveva origini calabresi chi ha detto che se non si studia non si conoscono nemmeno i propri diritti e pertanto si è in balia di chicchessia oltre che si diventa negazione di ciò che significa essere uomo.
 
 
tanksgodisfriday
tanksgodisfriday il 20/02/07 alle 22:05 via WEB
Continuo a essere d'accordo con te, soprattutto se si va al nòcciolo della questione, lasciando da parte le considerazioni su chi promuove e chi subisce l'andare al fronte, questione secondaria in questo contesto.
La questione qui è che i nostri ragazzi dovranno sgomitare con cinesi, indiani, africani, chiunque abbia le capacità e la voglia per competere. Se li mettiamo in condizione di competere, bene, altrimenti subiranno.
Non si tratta di egoismo, ma di umana necessità di affermarsi. Se gli rendiamo tutto facile, per semplificare la nostra vita, o per affermare modelli egualitari che sono solo nella nostra testa, gli creiamo le premesse per un pessimo futuro.
Un po' di selezione, sana, trasparente, motivante, per il loro bene.
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 21/02/07 alle 11:31 via WEB
Primo: le argomentazioni di Up mi trovano sostanzialmente d'accordo, quindi evito di ripetere cio' che ha gia' sagacemente scritto lui. Secondo: Mara, tu stessa imposti il discorso dicendo "siamo tutti d'accordo che ecc. ecc.". Appunto. Ho detto che nella migliore delle ipotesi, Alberoni ha scritto banalita'. Vale a dire quello che posso ascoltare ogni giorno dalla mia vicina di casa o in autobus. Ci voleva certo una grande mente per scrivere quell'illuminato articolo, non c'e' che dire.. e fin qui, solo un'altro Solone che pontifica a sproposito.. pace. Ma il problema e' un altro: io diffido sempre di coloro che salgono in cattedra per urlare al megafono quello che tutti gia' borbottano da tempo; sbagliero' ma mi sa un po' di demagogia, di blandizie, di qualunquismo, di uso capzioso dei sentimenti della gente per ottenere i propri scopi. Io dico che prima di rimproverare gli alunni o i genitori, sarebbe meglio che i "maestri" si esaminassero le cornee.. potrebbero trovarci qualche trave Terzo: le opinioni che vogliano anche solo minimamente assurgere al rango di affermazioni, debbono essere dimostrate; specialmente se vengono esposte su un grande media, altrimenti hanno lo stesso peso della lista della spesa. Quarto: affermare falsita' storiche quali quelle che ha scritto Alberoni sulla guerra e sui giovani, data l'altezza del "pulpito" e la potenza del media, fa danno quanto e forse piu' di un qualsiasi genitore distratto; perche' chi scrive in questo modo, piegando la storia alle proprie teorie per dimostrare di avere ragione, rischia di essere il "cattivo maestro" dei "cattivi maestri". E ne abbiamo avuti di cattivi maestri, vero? E non sono affato dettagli. Ma proprio per niente.
 
   
Gioiasole
Gioiasole il 21/02/07 alle 12:51 via WEB
Sinceramente, ho interpretato quella frase in modo diverso. Non la vedo accusatoria nei confronti dei giovani in sè per sè. Credo che la frase non debba essere letta isolata dalle precedenti e dalla successiva: isolata acquista un altro peso. Che un vecchio tema la morte più di quanto possa temerla un ragazzo, che una società di anziani non possa andare in guerra perchè fisicamente inabile... Sono d'accordo con MacRaiser per l'ovvietà delle affermazioni contenute nel testo; eppure credo che sia stata proprio l'ovvietà stessa dell'intero periodo così formulato, a trarre in inganno.
 
upmarine
upmarine il 20/02/07 alle 22:54 via WEB
Ciò nonostante non condivido.
Alberoni mi è antipatico non perchè mi abbia sputato in un occhio o mi abbia detto che sono scemo. Non mi conosce nemmeno. Però io conosco un po' di quello che ha detto e scritto perchè ritenevo che la sociologia fosse una scienza, e come tale esatta. Eppure credo che gli errori/orrori di valutazione siano stati proprio fatti da gente come lui, che ha avuto in mano il forte potere che un opinion maker può avere potendo accedere ai mezzi di divulgazione di massa. A meno che tu non voglia asserire che è lui che si è assoggettato all'opinione dominante.
Quindi, credo di essere stato un po' più chiaro sul fatto che quando uno che non conosco personalmente mi sta sulle balle lo è perchè dice o scrive cose che non condivido e soprattutto che ritengo possa provocare danni. Non vuol dire che io debba avere ragione ma posso almeno dissentire?
Entrando nel merito io credo che i giovani non abbiano granchè di potere, ma se fanno qualcosa, soprattutto di criminale, è perchè sono stati abbindolati dagli adulti. Non mi vorrai far credere che i kamikaze abbiano sviluppato un forte spirito critico nei confronti della vita. Quei pochi filmati che si sono visti di preparazione all'attacco hanno mostrato poveri ebeti, tuttavia invasati di falsa dottrina creata ad hoc da chi vuole manipolarli. Secondo il mio modesto parere sono ancora loro i bersagli di altri, che hanno in mano il vero potere, e che sono di gran lunga più anziani.
Per quanto riguarda la meritocrazia e gli ostacoli non credo che siano concetti associabili. Non è che uno sia più meritevole se supera più ostacoli. Magari può esserlo anche chi li aggira o li evita accuratamente. Il merito è nei risultati che si ottengono e non nella strada seguita. Ma forse sbaglio. La scuola, e l'istruzione in particolare, è bistrattata. E' vero ma non credo che i genitori che abbandonano i figli davanti alla TV siano consapevoli che i loro figli stiano rincoglionendo, perchè li costringono a vedere una realtà distorta. I genitori sono i primi ad essere inebetiti dalla loro stessa vita. Pensano di inseguire dei giusti traguardi ed invece rovinano le proprie esistenze e quelle dei propri figli.
Però non tutti sono così. Ci sono anche le dovute eccezioni e sono quelle che si lamentano di questo stato. La maggioranza, però, non si lamenta della mancanza di cultura ma di soldi. Perchè la scala dei valori si basa sul guadagno. Quindi non sono i giovani che non hanno ostacoli ma è la società che ha falsi traguardi. Non sono antiamericano. Anzi, e capirete perchè! Però negli Stati Uniti, 20 anni fa, una ragazza invece di chiedermi chi fossi, da dove venissi e cosa facessi mi ha chiesto solo quanto guadagnassi. Saputo che ero un borsista ha rivolto lo sguardo altrove. Pensavo fosse un caso isolato ma purtroppo ho imparato che era la maggioranza.
Noi siamo quello che ci hanno insegnato ad essere. Imponendoci modelli di vita che non erano nostri. Certo meglio che l'altra parte della cortina di ferro (e quindi sono americanista). Poteva andarci peggio. Io ai miei nipoti, ai miei studenti e a tutti i giovani che hanno voglia di starmi ad ascoltare (molto pochi) dico di non accontentarsi di raggiungere falsi e facili traguardi ma di guardare oltre, ad ampio spettro. Non si tratta di vedere il percorso come un tragitto ad ostacoli. Invece deve essere chiaro l'obiettivo, qualcosa di cui andar fieri quando saranno vicini alla morte. Qualcuno capisce, tanti no. Ripeto, è un modello quello che si è instaurato nella società odierna che è oltre la condizione di essere giovane. Ed i sociologhi cosa facevano quando andavamo verso questa deriva? Scrivevano libri sull'emancipazione dell'amore. Mah.
Perchè raccolgo queste sfide? Perchè non mi faccio gli affari miei, così vivo più contento. Forse perchè sei tu, Mara, a rinfacciare la mia approssimazione, o forse perchè sono polemico ad oltranza. Che brutto carattere, il mio. Non lo auguro a nessun altro. Bisogna sopportarsi.
 
 
mara2003
mara2003 il 20/02/07 alle 23:17 via WEB
Up, ma ti rendi conto che stiamo dicendo tutti le stesse cose? usiamo solo parole diverse ma il concetto è lo stesso...pochi giorni fa ho detto in un commento a post di mauro che è come se fossimo un mucchio di galline a cui getta mangime e loro si azzuffano per arrivare al semino senza vedere il pericolo che incombe... ciò che voglio dire è che stanno distogliendo la nostra attenzione dal vero probelma o dai veri problemi...ci stiamo azzuffando civilmente per un editoriale così come altri hanno fatto un corteo a vicenza e altri ne stanno preparando un altro a roma per i pacs... io sono la persona più pacifica del mondo e credo che tutto sommato nemmeno tu sia polemico ad oltranza così per partito preso...sarà forse perchè in fondo siamo ancora degli idealisti? e perchè? abbiamo avuto la fortuna di nascere nel periodo giusto? nulla è mai stato facile per noi. nessuno ci ha appianato la strada e procedendo abbiamo dovuto tirar fuori le palle per non farci sommergere...E' così? Ed in fondo è questo che dice alberoni...Spesso mi si accusa di essere troppo sintetica ed a volte ermetica, se il signor alberoni avesse scritto metà delle parole in meno sarebbe stato più incisivo, meno criticabile e maggiormente condivisibile, pensa però che nessuno avrebbe puntato su un suo editoriale in prima pagina se avesse scritto poche parole...e che sociologo sarebbe stato? a volte con il blablabla si riesce a vendere fumo molto più di quanto si farebbe con poche righe.... e se serve a crescere ancora, beh allora caro il mio Up rinfacciamoci pure le nostre approssimazioni... e se dobbiamo sopportare una nostra relativa sopportazione, facciamolo...non sarò mai paga...
 
   
upmarine
upmarine il 20/02/07 alle 23:48 via WEB
Sei sicura? Sono proprio le stesse cose? Sono solo dettagli e sfumature che ci distinguono? Io credo di no. Ma non per questo mi stai antipatica. Tu pio fare solo del bene. Sono certi studiosi che ci hanno insegnato a comportarci "bene" con i nostri giovani che mi fanno paura. E quando ho paura divento aggressivo.
 
Gioiasole
Gioiasole il 20/02/07 alle 22:57 via WEB
E' vero tutto e il contrario di tutto, Mara. Ma certe cose si sono spinte così oltre che tornare indietro per alcuni è più difficile che porvi rimedio: significherebbe dover fare tabula rasa, ricominciare da zero. Peccato che in certe situazioni non si applichi il principio spesso duale dell'edilizia: restaurare o demolire. Qui si va avanti per superfetazioni: a errori si aggiungono altri errori. E se questa si chiama evoluzione...
 
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