« Manila | Consecutio temporum » |
Post n°484 pubblicato il 20 Febbraio 2007 da mara2003
L'artista ha bisogno del masso di marmo duro, resistente da vincere per far emergere la statua. In tutti i romanzi, in tutti i film ci deve essere un ostacolo da superare o un nemico da vincere. Senza egoismo non può esserci altruismo. Senza paura non può esserci coraggio. L'egoismo perciò non è solo l'ostacolo posto sulla strada dell'altruismo, ne è paradossalmente anche l'organo: l'egoismo è «l'organo ostacolo» dell'altruismo. La paura è «l'organo ostacolo» del coraggio, l'ingiustizia «l'organo ostacolo» della giustizia. La morale è sempre superamento di un ostacolo e la vita una continua lotta contro la malattia, contro la morte. È la morte che, come organo ostacolo della vita, ce la rende qualcosa di prezioso da conservare, da prolungare, da arricchire. Per cui diventa tanto più importante quanto più si prolunga, si intensifica, quanto più sottrae spazio alla morte. Sono i giovani che non hanno paura della morte, sono le società piene di giovani che fanno le guerre. Mentre l'aumento della popolazione, il suo invecchiamento, il suo desiderio di vivere stimolano la medicina a fare continue scoperte. È la consapevolezza che la nostra società è fragilissima—basta l'arresto del flusso di metano, dell'energia elettrica per provocare una ecatombe—a farci rinunciare alla guerra sostituendola con accordi commerciali. La vita si è evoluta come continua soluzione dei problemi, come lotta. Pareto ha dimostrato che le élites emergono dagli strati più bassi della società dove le condizioni di vita sono più difficili, oppure delle minoranze oppresse, perseguitate. I genitori che vogliono educare bene i loro figli devono spingerli a confrontarsi con difficoltà, con ostacoli. Dando loro appoggio, certo, senza mandarli allo sbaraglio, ma lasciandoli lottare, trovare la loro soluzione. Ed è anche sbagliata una scuola che non crea ostacoli, che non pone mete elevate, che non dà premi e punizioni, che perdona ogni cosa e promuove tutti. Perché ogni individuo vuol affermare se stesso, essere stimato, apprezzato per ciò che ha fatto. Devo poter dire qui ho sbagliato, qui ho fatto male, invece «questo è merito mio». Oggi parliamo tanto di evoluzione, ma l'evoluzione è stata il frutto di infiniti tentativi, fino a quando ha prodotto l'uomo e poi è continuata come evoluzione culturale, e continuerà come intervento dell'uomo sul suo stesso patrimonio genetico. Uno sforzo continuo, ascendente verso un ideale di perfezione che tutti noi intuiamo possibile, anche se infinitamente lontano. |
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
Citazioni nei Blog Amici: 59
CONTATTA L'AUTORE
Nickname: mara2003
|
|
Sesso: F Età: 66 Prov: RC |
ULTIMI COMMENTI
Impegnatevi di più con i post non posso essere l'unico...
Inviato da: cassetta2
il 20/09/2020 alle 10:39
Grazie È troppo bello.
Le Barzellette Piu Belle
Inviato da: Recreation
il 08/02/2018 alle 13:09
Buon fine ann e buon anno nuovo da kepago
Inviato da: amandaclark82
il 30/12/2016 alle 15:40
è un po' tardi perchè io possa in qualche modo...
Inviato da: TrinitaDeiMonti
il 23/09/2014 alle 11:01
e BUON ANNO....Ciao...CARLO!
Inviato da: fosco6
il 31/12/2013 alle 12:02
Inviato da: cassetta2
il 20/09/2020 alle 10:39
Inviato da: Recreation
il 08/02/2018 alle 13:09
Inviato da: amandaclark82
il 30/12/2016 alle 15:40
Inviato da: TrinitaDeiMonti
il 23/09/2014 alle 11:01
Inviato da: fosco6
il 31/12/2013 alle 12:02
AREA PERSONALE
- Login
MENU
Powered byIP2Location.com
Sono parole condivisibili in tutto e per tutto, spererei solo che abbiano l'occasione di leggerlo quei tanti genitori di oggi, che vedono la scuola come un passaggio obbligato nella crescita dei loro ragazzi, ma per carità non mi create altri problemi, se va male impegnatevi voi e fategli superare gli ostacoli.
Buona giornata, Prof, con la mia massima stima alla categoria. Certo, esclusi quelli che non la meritano, ce ne sono di sicuro, come in tutte le categorie. Ma nulla vi può togliere il merito di riuscire ad ottenere qualcosa, nonostante le televisioni, il consumismo tecnologico, il calcio, le veline, i quiz milionari ecc. ecc.
Dopo gli Alberoni generici (sociologi) ci potrebbero essere gli esperti o utenti del settore specifico che patisce un malessere e nel caso del settore scuola, esempio-nucleo analizzato da Alberoni, gli utenti potrebbero essere i docenti, gli alunni e i genitori e quindi il sig. Alberoni in questo caso riveste le tre caratteristiche, ex alunno, professore universitario e genitore di almeno 4-5 figli (ho perso il conto), quindi non capisco perché lo si taccia di essere ignorante… Ignorante “come colui che ignora” cioè colui che non conosce, non sa, non credo che questa volta possa essere qualifica da attribuire ad Alberoni… Questo non è il solito caso di tutti allenatori di calcio nelle discussioni pre e post partita domenicale…
Detto questo si può condividere o non condividere un’opinione altrui anche se la persona che l’ha espressa ci sta sulle balle o in altro posto per noi scomodo…La nostra intelligenza ci fa grandi proprio per questo, la possibilità di riuscire a criticare in modo pulito senza cercare al contempo di portare acqua al nostro mulino; i tempi in cui la catechizzazione in massa era operata mi auguro siano passati da tempo…
Siamo d’accordo tutti sul fatto che nella società attuale si vada avanti più che per meriti per altro? Credo di si! Siamo tutti d’accordo sul fatto che oggi a contare sia più la disponibilità ad essere merce di scambio più che il proprio valore? Credo di sì! Siamo d’accordo sul fatto che la spinta interiore ad emergere nasca più dal vivere condizioni difficili piuttosto che dal vivere nella bambagia? Credo si sì! Siamo tutti d’accordo sul fatto che le ingiustizie sopravanzano la giustizia e che l’amoralità la fa da padrona (ce ne lamentiamo tutti i giorni)? Credo di si! Siamo tutti d’accordo che una personalità in fieri, in divenire, possa essere più di ogni altra usata per raggiungere scopi particolarmente devastanti come la lotta, la guerra la morte? Credo di si!
Non ho fatto statistiche, l’argomento è brutale, ma credo che i kamikaze siano più giovani che adulti con personalità ben definite; d’altra parte sono convinta che i giovani siano indotti al Corano sin dalla più tenera età proprio per questo, la radicazione di certi concetti sarà per questo lenta ma profonda.
I famosi pischelli, le decine di ragazzi in erba, i ragazzi qualunque, quelli ancora senza volontà e nerbo, quelli che stanno in massa, le voci del coro, possono essere facilmente plasmati da volontà precise…
I nostri ragazzi che vanno alla guerra delle missioni di pace sono per lo più abbacinati dal facile guadagno; credo sia finito da tempo l’amor di patria se mai c’è stato, nessuno li costringe, il servizio militare obbligatorio non è più… Alcuni lo fanno per provare brividi ed emozioni nuove, non hanno stimoli nella società attuale; altri si accostano per necessità, perché qualcosa cambi nella loro vita disagiata, trovano solo questo come lavoro; ma i primi sono il vero specchio della società malata: sono i supponenti, quelli che credono nella fortuna, quelli che guardano alle cose con superiorità.
Ma chi sono? Sono i nostri figli; sono quelli abituati a ricevere tutto senza sforzo; sono figli di genitori distratti e schiacciati dal vivere quotidiano, gente che va sempre di fretta, i figli parlano, chiedono e ricevono sempre un sì distratto; ragazzi che quasi mai trovano qualcuno a casa, ragazzi che non sanno più cosa sia fare un pranzo o una cena tutti assieme a parlare di ciò che accade durante la giornata… Sono vittime di impulsi negativi che sin da bambini sono quasi abbandonati al loro destino… Sono finiti i tempi in cui la nonna raccontava di Cappuccetto Rosso e quando imitava la voce del lupo cattivo la bimbetta impaurita si poteva abbracciare alla sua figura sicura e confortante…Oggi vai con il telecomando in solitaria solitudine, quasi che la tv fosse una baby sitter a completa disposizione mentre i genitori chissà dove sono… Sono i nostri figli che nemmeno più a scuola devono chiedere, tutto è permesso, tutto è facile, sono continuamente imbeccati ,altro che imboccati…
Quale può essere lo stimolo in un ambiente dove il consiglio di massima che arriva dall’alto è tendere al risparmio facendo in modo di evitare la formazione di classi attraverso i ripetenti, cosa che tradotta in termini semplici significa: promuovere! I soliti consigli dall’alto ci dicono che possiamo essere soddisfatti raggiungendo gli obiettivi minimi; cosa che tradotta in termini semplici significa che se a chi mi dice come si chiama metto il 6 politico a chi aggiunge anche indirizzo e codice di avviamento postale della sua zona di residenza metto 10… E’ questa la scuola? No!
A ben leggere la Convenzione Onu sui diritti del fanciullo si parla di studio, di educazione, di scuola, come di quei valori, di quegli strumenti attraverso cui la personalità del ragazzo possa svilupparsi in tutte le sue facoltà e potenzialità; attraverso cui sviluppare il rispetto della dignità altrui e delle libertà fondamentali; attraverso cui il ragazzo può essere preparato ad assumersi la propria responsabilità in una società libera aperta a criteri di comprensione, pace e tolleranza… E non mi pare proprio che sia ciò che accade nella nostra scuola malata di quei morbi che ammalano la nostra società…
Spirito di sacrificio? Ma quando mai… Qual è l’impulso che arriva ai nostri ragazzi? Sicuramente non quello del sudore della fronte, della conquista, dell’aspirazione… Dalle mie parti c’è un detto che suona più o meno così “Cu non zappa tostu e duru veni giugnu e su zippa 'nto culu”, cioè: se non si zappa a fondo e duramente, a giugno non si raccoglie niente.
Forse aveva origini calabresi chi ha detto che se non si studia non si conoscono nemmeno i propri diritti e pertanto si è in balia di chicchessia oltre che si diventa negazione di ciò che significa essere uomo.
La questione qui è che i nostri ragazzi dovranno sgomitare con cinesi, indiani, africani, chiunque abbia le capacità e la voglia per competere. Se li mettiamo in condizione di competere, bene, altrimenti subiranno.
Non si tratta di egoismo, ma di umana necessità di affermarsi. Se gli rendiamo tutto facile, per semplificare la nostra vita, o per affermare modelli egualitari che sono solo nella nostra testa, gli creiamo le premesse per un pessimo futuro.
Un po' di selezione, sana, trasparente, motivante, per il loro bene.
Alberoni mi è antipatico non perchè mi abbia sputato in un occhio o mi abbia detto che sono scemo. Non mi conosce nemmeno. Però io conosco un po' di quello che ha detto e scritto perchè ritenevo che la sociologia fosse una scienza, e come tale esatta. Eppure credo che gli errori/orrori di valutazione siano stati proprio fatti da gente come lui, che ha avuto in mano il forte potere che un opinion maker può avere potendo accedere ai mezzi di divulgazione di massa. A meno che tu non voglia asserire che è lui che si è assoggettato all'opinione dominante.
Quindi, credo di essere stato un po' più chiaro sul fatto che quando uno che non conosco personalmente mi sta sulle balle lo è perchè dice o scrive cose che non condivido e soprattutto che ritengo possa provocare danni. Non vuol dire che io debba avere ragione ma posso almeno dissentire?
Entrando nel merito io credo che i giovani non abbiano granchè di potere, ma se fanno qualcosa, soprattutto di criminale, è perchè sono stati abbindolati dagli adulti. Non mi vorrai far credere che i kamikaze abbiano sviluppato un forte spirito critico nei confronti della vita. Quei pochi filmati che si sono visti di preparazione all'attacco hanno mostrato poveri ebeti, tuttavia invasati di falsa dottrina creata ad hoc da chi vuole manipolarli. Secondo il mio modesto parere sono ancora loro i bersagli di altri, che hanno in mano il vero potere, e che sono di gran lunga più anziani.
Per quanto riguarda la meritocrazia e gli ostacoli non credo che siano concetti associabili. Non è che uno sia più meritevole se supera più ostacoli. Magari può esserlo anche chi li aggira o li evita accuratamente. Il merito è nei risultati che si ottengono e non nella strada seguita. Ma forse sbaglio. La scuola, e l'istruzione in particolare, è bistrattata. E' vero ma non credo che i genitori che abbandonano i figli davanti alla TV siano consapevoli che i loro figli stiano rincoglionendo, perchè li costringono a vedere una realtà distorta. I genitori sono i primi ad essere inebetiti dalla loro stessa vita. Pensano di inseguire dei giusti traguardi ed invece rovinano le proprie esistenze e quelle dei propri figli.
Però non tutti sono così. Ci sono anche le dovute eccezioni e sono quelle che si lamentano di questo stato. La maggioranza, però, non si lamenta della mancanza di cultura ma di soldi. Perchè la scala dei valori si basa sul guadagno. Quindi non sono i giovani che non hanno ostacoli ma è la società che ha falsi traguardi. Non sono antiamericano. Anzi, e capirete perchè! Però negli Stati Uniti, 20 anni fa, una ragazza invece di chiedermi chi fossi, da dove venissi e cosa facessi mi ha chiesto solo quanto guadagnassi. Saputo che ero un borsista ha rivolto lo sguardo altrove. Pensavo fosse un caso isolato ma purtroppo ho imparato che era la maggioranza.
Noi siamo quello che ci hanno insegnato ad essere. Imponendoci modelli di vita che non erano nostri. Certo meglio che l'altra parte della cortina di ferro (e quindi sono americanista). Poteva andarci peggio. Io ai miei nipoti, ai miei studenti e a tutti i giovani che hanno voglia di starmi ad ascoltare (molto pochi) dico di non accontentarsi di raggiungere falsi e facili traguardi ma di guardare oltre, ad ampio spettro. Non si tratta di vedere il percorso come un tragitto ad ostacoli. Invece deve essere chiaro l'obiettivo, qualcosa di cui andar fieri quando saranno vicini alla morte. Qualcuno capisce, tanti no. Ripeto, è un modello quello che si è instaurato nella società odierna che è oltre la condizione di essere giovane. Ed i sociologhi cosa facevano quando andavamo verso questa deriva? Scrivevano libri sull'emancipazione dell'amore. Mah.
Perchè raccolgo queste sfide? Perchè non mi faccio gli affari miei, così vivo più contento. Forse perchè sei tu, Mara, a rinfacciare la mia approssimazione, o forse perchè sono polemico ad oltranza. Che brutto carattere, il mio. Non lo auguro a nessun altro. Bisogna sopportarsi.