Io, a volte

Amarcord

Correva l'anno 1976, avevo 18 anni e per la prima volta mi accingevo a manifestare il mio diritto di vera cittadina, votavo....

Avevo 18 anni e non avevo dubbi, la certezza che solo la giovane età riesce a dare, votavo NO, o forse era SI, io ero contraria all'aborto, e con quanta sicurezza lo affermavo, ma c'erano donne che avrebbero potuto avere bisogno di abortire e io le dovevo aiutare... Oggi forse non farei più la stessa scelta, non so, non ho certezze...

Ne sono trascorsi anni, ne è passata di acqua sotto i ponti, ho visto tanto, ho imparato ancor di più, e non ho più certezze, molti sono i miei dubbi e il mio passo si fa sempre più insicuro...

Allora, nel 1976, non mi ero ancora scontrata con l'amara realtà della vita...Non sapevo che cosa si celasse dietro al problema Aborto...Ricordo le discussioni tra i vari rappresentanti politici, la famosa Tribuna Politica di Jader Jacobelli, gli "scontri" indimenticabili tra due grandi uomini politici come Giorgio Almirante ed Enrico Berlinguer, ognuno a modo suo dimostrava di avere ragione... Ricordo chi parlava di aborto come di un omicidio, come se una donna che abortisce lo fa a cuor leggero, ma questo l'ho imparato dopo, all'epoca ancora non sapevo, non avevo sentito il senso di vuoto che ancora accompagna dopo anni chi lo ha provato...
Ma ricordo anche racconti di cose orribili, la fabbrica degli aborti clandestini, le praticone, le mammane che aiutavano le donne sole, abbandonate a liberarsi del loro carico pesante... ferri lunghi e appuntiti introdotti a girare, a rovistare carne e seminare morte...
Ricordo ancora il racconto di tante donne, e dei loro ginecologi di fiducia che a suon di quattrini e in ambienti sterili e ovattati le facevano abortire... Ma questo era prima del 1976, dopo diventarono tutti obiettori di coscienza, improvvisamente impararono il significato di etica, morale, deontologia professionale; il giorno prima della legge un aborto costava 500.000 lire, il giorno dopo ,a mercato nero impraticabile , i ginecologi divennero obiettori di coscienza...
Persino nei primi anni '90 nessuno dei ginecologi dell'ospedale di Reggio praticava aborti terapeutici, bisognava spostarsi all'ospedale di Soriano, in provincia di Catanzaro e mettersi in lista perchè lì la difficoltà consisteva non nell'organico dei ginecologi ma nell'unico medico anestesista che non era obiettore di coscienza e che pertanto era costretto a girare ovunque si praticassero aborti terapeutici...

Anno 1978, ero ricoverata in una clinica romana, una di quelle che gravitano attorno al Vaticano! Il nome? A che serve un nome quando tutto è chiaro? Avevo subito un intervento e cercavo di riposare ma non ci riuscivo per le urla e il pianto disperato che arrivavano dalla camera accanto. Ricordo che mia madre chiese all'infermiera cosa stesse succendendo...E' quella ragazza che ha voluto abortire, così rispose... Strano che in quel luogo affiliato alla Santa Sede non ci fossero obiettori di coscienza...
Forse è da quel momento che le mie certezze hanno cominciato a vacillare...