Bambina Indaco

RELIGIONI. PERCHÈ M'INTERESSANO TANTO?...


L’ho mai detto di credere fermamente nel concetto di Karma e reincarnazione? Ho mai scritto che mi piace osservare (non leggere "osservante", leggi "interessata") le religioni, perchè nella loro vastezza e diversità si trovano sempre dei punti in comune soprattutto per quanto riguarda "le origini"? Si, penso di averlo già scritto. Ma non l'ho mai approfondito... almeno qua sul blog. Qualcuno si potrà chiedere come mai una persona giovane possa interessarsi così tanto a questo genere di cose, considerate generalmente "roba da bigotti". Oppure da teologi. Sinceramente, non me la sento di incasellarmi in nessuno di questi due insiemi… Sono semplicemente curiosa. E senza dubbio sto cercando qualcosa. Seguendo il mio scopo, ho capito che le maggiori religioni hanno qualcosa di interessante, di importante… chissà dove sotto la polvere; insomma, si trovano una varietà di cose davvero curiose, a ben guardare tra le religioni! Ad esempio, ognuna di quelle che chiamiamo civiltà antiche, cita tra le scritture l'incontro con esseri di luce. Per farvi capire di cosa parlo, copio/incollo un passo delle scritture di Ezechiele, relegate tra i "vangeli apocrifi" ( e cioè non riconosciuti dalla Chiesa) già da qualche secolo. Eccola: «Le ruote avevano l'aspetto e la struttura come di topazio e tutt'e quattro la medesima forma, il loro aspetto e la loro struttura era come di ruota in mezzo a un'altra ruota. Potevano muoversi in quattro direzioni, senza aver bisogno di voltare nel muoversi. La loro circonferenza era assai grande e i cerchi di tutt'e quattro erano pieni di occhi tutt'intorno. Quando quegli esseri viventi si muovevano, anche le ruote si muovevano accanto a loro e, quando gli esseri si alzavano da terra, anche le ruote si alzavano. Dovunque lo spirito le avesse spinte, le ruote andavano e ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell'essere vivente era nelle ruote. Quando essi si muovevano, esse si muovevano; quando essi si fermavano, esse si fermavano e, quando essi si alzavano da terra, anche le ruote ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell'essere vivente era nelle ruote.» La mia domanda è questa: come diavolo faceva Ezechiele, ad inventarsi un'astronave, lui che era nato nel 620 A.C? Perchè nulla di tutto ciò è mai arrivato a noi? Lo stesso vale per antichi Egizi e Maya. Anzi, per i Maya dovrei aprire un blog a parte, perchè l'argomento è vastissimo (i Maya avevano composto un "calendario galattico" che ancora oggi è più preciso di quelli generati dalla nostra società informatica. Ad esempio, avevano previsto l'eclissi di Sole dell'11 agosto 1999, che è arrivata spaccando il secondo rispetto ai loro calcoli. I calcoli fatti dai nostri orologi nucleari sbagliarono di qualche centesimo). Beh, è interessante da morire. Io lo trovo un argomento fantastico, perchè più si va indietro nel tempo e nelle scritture, più si riesce bene a comprendere dove l'uomo -nei secoli più bui-ma-non-solo ha messo mano, allontanando così quei formidabili scritti dal divino e avvicinandoli in modo maniacale alla materialità stessa dell'uomo. Sono sempre più convinta che se gli uomini del passato non avessero messo mano alle scritture di ogni cultura, adesso il mondo sarebbe diverso. Sicuramente migliore. Per fare un esempio (cercando di farlo chiaro, cosa ardua), nel "Padre Nostro" dei Cristiani ad un certo punto si recita: «e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori (...)» In che senso?, mi sono sempre chiesta... Che cosa vuol dire "rimetti i nostri debiti"? Quali debiti?? Da ragazzina ho passato parecchio tempo a chiacchierare con un giovane prete (DinDonLuca) e fra le domande c'era anche questa. Lui è stato grande, perchè mi ha messo la pulce nell'orecchio e ha dato il via alla mia curiosità, però non è riuscito a spiegarmi nè la storia del debito, nè tantomeno la storia di quella famosa scintilla che ha dato "vita alla vita". La storia del "debito" l'ho finalmente capita quando ho cominciato ad interessarmi di filosofie orientali, buddhismo e Induismo soprattutto. Quando mi si sono aperte le porte del Karma, sono riuscita finalmente a comprendere quella famosa frase nella preghiera che da bambina mi veniva presentata come "la più importante". Ora si che comprendevo la questione del debito. La parola stessa “Karma”, significa “debito”. Il Karma è qualcosa che segue l’anima per tutte le vite. È per l’appunto, un debito che ci creiamo verso il futuro, agendo nel presente nei confronti di qualche persona. Può essere positivo o negativo. Ad esempio, se in questa vita ci comportiamo particolarmente bene con qualcuno, magari è perché dobbiamo saldare con lui un debito importante, magari perché in qualche vita del passato l’abbiamo trattato particolarmente male. Rimediando al male fatto a quest’anima in passato, paghiamo il debito nei suoi confronti. Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Tutto torna! Quindi, mi viene da pensare che fra gli insegnamenti di Gesù ci fosse anche quello della reincarnazione. Perché ci è stato nascosto? Perché la Chiesa di Roma, nei secoli si è preoccupata di celare determinate informazioni a mio avviso essenziali per l’evoluzione dell’anima, relegando il tutto nei “Vangeli Apocrifi” non riconosciuti dalla religione Cristiana? (Questo nella migliore delle ipotesi perché chissà quante cose si sono perse nel nulla anzi, nel fuoco...). Fin da piccola c’è sempre stata una cosa che non è mai suonata giusta, negli insegnamenti della Chiesa. Il concetto di unica vita, con annessione o meno al paradiso a seconda dei meriti del buon Cristiano. Questo concetto che non capivo si portava dietro ulteriori dubbi. Per spiegare meglio la mia visione, ho pensato di scrivere un paio di esempi, che poi sono gli stessi che facevo da bambina per farmi capire, gli stessi ai quali il suddetto Prete non ha mai saputo rispondere. Prima esempio: È palese l’esclusione automatica dall’agognato Paradiso per tutti quei miliardi di persone che hanno avuto la “sfortuna” di nascere in Paesi seguiti da altre religioni. “Speriamo che ci sia un Paradiso anche per loro!”, mi dicevo da bambina. Insomma, se fossi un buon Buddhista, dedito alla preghiera, alla meditazione e al prossimo, m’incazzerei non poco a vedermi privare l’accesso al Paradiso solo perché nato in India, dove il cristianesimo non è poi così popolare… Sarebbe discriminatorio anzi, parecchio razzista. Secondo me Dio non è così, mi spiace che la Chiesa l’abbia mostrato in questo modo. Secondo esempio: Nasco in un Paese che è già in guerra da vent’anni. Nella mia famiglia siamo in tanti e dobbiamo mangiare. Non esiste lavoro. Quando si esce fuori casa non si ha mai la sicurezza di poter tornare e pure dentro non si sta poi così tanto sicuri. Settimana scorsa sono entrati quattro uomini e hanno violentato mia madre e le mie sorelle. Io ho preso le botte perché ho cercato di difenderle e poi, si sono portati via anche quel poco che avevamo da mangiare. Ora ho sei anni e per la strada giro con la mia pistola. L’altra sera ho incrociato una bambina poco più grande di me; portava un sacco e io volevo assolutamente vedere se dentro c’era qualcosa da mangiare. Lei non voleva mollare il sacco e così le ho dovuto sparare. Dentro c’era tanta farina e alcune uova. Io e la mia famiglia ci abbiamo mangiato per due settimane. Settimana scorsa mi è venuta la febbre. Stavo malissimo e la temperatura non si voleva abbassare. Penso di essere morto perché mi trovo di fronte ad un grande portone dorato e lassù posso leggere la scritta “Paradiso”. È chiuso. Nessuno viene ad aprirmi. Fuori c’è scritto che chi in vita non è stato buono qui non ci può entrare. Io non sono stato buono, ma che dovevo fare? La dove sono nato io o ammazzi o vieni ammazzato. O mangi o vieni mangiato. Io non ho colpa, ho solo sei anni. Se almeno ci fosse un’altra possibilità… Perché mai tutte queste persone, che già in partenza nascono in luoghi complicati, almeno rispetto a noi occidentali, dovrebbero vedersi precludere il Paradiso? Non hanno scelta e devono condurre forzatamente una vita che è lungi dall’essere quella del buon Cristiano. Ecco qui che ritorna con prepotenza il debito. È infatti molto più democratico pensare che una volta tocca a me, l’altra volta tocca a te. Che mano a mano che viviamo le nostre vite, tutti abbiamo la possibilità di poter vivere esperienze diverse, a volte gioiose e riposanti, altre volte terribili e destabilizzanti. Imparando una lezione ogni volta e cioè evolvendo. È giusto pensare che se oggi uccido una bambina perché ho fame, un domani, chissà quando fra le vite, sarà lei a fare lostesso. Oppure meglio ancora, sarò io a chiedere scusa, agendo sotto i forti impulsi dettati dal subconscio, che riconosce all’istante l’anima della vecchia bambina negli occhi della persona nuova che ho di fronte e che incrocia il mio cammino per darmi la possibilità di rimettere il debito che ho nei suoi confroniti.