parole sui vetri

HAITI- qualche pensiero extra


Ancora un terremoto. Terribile terremoto che ci ha dimostrato cosa accade quando la terra trema di rabbia e di odio. Ce n’era stato un altro qualche decennio fa e i paesi ricchi avevano ricostruito qualcosa facendo credere che potevano stare tranquilli. Lo so vi stanno raccontando tutto attimo dopo attimo. Ma anche io voglio dire la mia. Al di fuori del coro, prima che la mia coscienza dimentichi, come sempre accade, a distanza di tempo. L’assurdità è che una tragedia simile sia accaduta in uno dei paesi più poveri del mondo ma, a rigor di logica (almeno lo penso io), ha lasciato indenne la popolazione più povera. Deve essere così. Le case, i palazzi ricostruiti dall’occidente ricco si sono polverizzati, ma le capanne dei poverissimi al massimo hanno ferito qualcuno. Grandi alberghi, palazzi governativi e persino il vescovado hanno mietuto vittime, così come condomini e case della classe media. E questo magari nessuno ve lo dirà mai  così come non vi dirà mai  (perché spettacolizzare una tragedia non significa raccontarla), che dietro questo evento cinico e spietato si cela un monito profondo che dovrebbe scuotere le coscienze di paesi che continuano ad insultare la nostra Terra con piani ridicoli contro l’inquinamento e con lo sfruttamento selvaggio delle sue risorse. Esperti  ci spiegheranno che Haiti subisce la doppia maledizione di essere insieme terra sismica e di sedere nel mezzo dell'autostrada degli uragani, la stessa via percorsa per secoli dalle navi negriere dall'Africa Occidentale. Ma la sua vera condanna cammina con le gambe degli uomini che da secoli l'hanno calpestata con un accanimento e una ferocia mai vista. Si, si certo arriveranno le navi di Obama e l´elemosina del mondo, qualche soldato in più per mantenere l´ordine e le ruspe per i morti, ma poco cambierà ad Haiti. Mi consola il fatto che stavolta i più poveri (ne sono sicurissimo) hanno pagato un prezzo meno esoso.