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Rassegna Stampa: Anche il Comune si schiera contro le liberalizzazioni


No alla liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali imposta dal governo in città e provincia. I presidenti di Confcommercio e Confesercenti temono un tracollo delle migliaia d’attività tradizionali, a favore dei centri della grande distribuzione. Tale eventualità porterebbe al fallimento di molte piccole attività, impossibilitate ad assumere altro personale per le ore in più. Tutte preoccupazioni emerse ieri, nel corso di un incontro a tema con la commissione comunale per lo Sviluppo Economico e Turistico. «I piccoli esercizi hanno anche una valenza sociale, il rischio è una polarizzazione verso i grandi centri commerciali a discapito delle rivendite sotto casa», afferma il direttore provinciale di ConfCommercio, Giuseppe Scura «l’impianto normativo regionale ha tra i principi cardine quello di creare un equilibrio tra le varie realtà produttive». Pareri simili, oltre ad una precisa richiesta, sono quelli di Roberto Bolognese, presidente provinciale Confesercenti: «Ho timore che questa possa essere la pietra tombale per tanti commercianti di vicinato. Cagliari è la seconda città italiana dopo Roma a vivere di terziario. Chiedo che sia bloccata la norma per un consulto da parte della Regione, il Comune si faccia interprete di tale istanza, come già accaduto in altre regioni italiane». In seguito a queste dichiarazioni, Pierluigi Mannino, membro della commissione comunale, ha proposto di lavorare ad una mozione da presentare al sindaco «perché s’interessi del problema e si metta in contatto con la Regione». D’accordo con l’idea della mozione anche il vice presidente Paolo Casu «anche se», sostiene «mi allarma il silenzio di Luigi Crisponi, assessore regionale al Turismo, che si è limitato a dire che non si può continuare così e che avrebbe impugnato il decreto sulle liberalizzazioni. Detto da lui è un valore vuoto, sono solo proclami». Alla fine, il presidente della commissione comunale Sviluppo Economico e Turistico, Raimondo Perra, accoglie la richiesta: «Stileremo la mozione in tempi brevi, in modo che Zedda possa investire la Regione di questo problema. Spetta a quest’ultima legiferare in materia, non certo al governo nazionale». Paolo Rapeanu Sardegna QuotidianoSi lavora alla mozione per impegnare Sindaco e Consiglio al fine di ottenere dalla Regione l'impugnazione della norma in questione. Una norma che, se applicata, potrebbe decretare la chiusura delle piccole attività e la morte dei centri storici e dei luoghi vocati, tradizionalmente, al commercio. Simili "liberalizzazioni" non fanno altro che favorire la concentrazione nelle mani di chi ha più risorse economiche, nelle mani dei grandi gruppi e dei produttori. Produttori che da anni si stanno impossessando della distribuzione. Vogliamo un futuro da liberi imprenditori o da sempre meno liberi dipendenti? Monti ripensaci!