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Liberalizzare pensando ai piu' deboli.


Il Governo Monti, il venerato o venerabile Governo tecnico, minaccia le italiche lobby e si appresta a varare le, temute o auspicate in base ai diversi punti di vista, liberalizzazioni che tanto mancano all'economia del Paese. Un assaggio e' già arrivato, la liberalizzazione degli orari delle attività commerciali,ed ha già scatenato un mare di polemiche e acuito la contrapposizione tra commercianti e consumatori, tra commercianti del piccolo commercio e quelli che tanto piccoli non sono e che spadroneggiano grazie alle proprie disponibilità economiche. Ma siamo davvero sicuri che siano questi gli interventi di cui necessita il Paese? Siamo sicuri che sia questo che vuole la omnipervasiva Europa? Qualcuno afferma che la liberalizzazione degli orari sia necessaria per avvicinare la nostra rete distributiva a quella degli altri Paesi europei ma basta fare un giro nella rete, google aiuta molto, per vedere che in Europa non ci sono Paesi che applicano l'orario eterno, i nostri orari sono già abbastanza in linea e per quanto riguarda le aperture domenicali l'Italia va ben oltre. In Germania, la tanto decantata Germania, la domenica aprono solo le panetterie e le pasticcerie. In Spagna la chiusura domenicale e' la norma anche se, come da noi, l'apertura e' consentita ed utilizzata in periodi determinati e per occasioni particolari. In Francia, salve eccezioni locali (località e zone turistiche) di norma le attività commerciali chiudono la domenica e il lunedì mattina. A Praga, invece, l'apertura domenicale e' insolita mentre ad Amsterdam la domenica si apre per ben 4 ore nel primo pomeriggio. Insomma, alla luce di quanto detto si può ragionevolmente credere che l'Italia non necessiti di un'ulteriore ampliamento degli orari d'apertura delle attività commerciali e che il Governo bene farebbe ad orientare i propri interventi verso altri lidi. Le liberalizzazioni necessarie sono quelle che portano vantaggi a tutti e non solo ad una parte. Energia elettrica, gas e acqua riguardano tutti gli italiani ed e' notorio il fatto che i costi relativi per gli italiani sono elevati e, probabilmente, ben al di sopra della media europea. E ancora, lo sa il Signor Monti che in Sardegna il costo del gas in bombola supera di un buon 35/40 % quello praticato nella penisola? Ancora, il Governo potrebbe interessarsi delle distonie del mercato del lavoro, potrebbe spiegarci come mai a parità di funzioni si verifichino casi di notevoli difformità di trattamento economico, pensate al caso dei commessi del Parlamento e dei loro omologhi nei Consigli regionali e dei meno gratificati parigrado nei consigli comunali. C'e' sicuramente tanto da modificare per rendere piu' facile la vita agli italiani ma non sembra che si stia facendo granché se non interventi senza alcun senso e non fondamentali. Interventi che, favorendo paradossalmente la concentrazione nelle mani di chi ha maggior disponibilita' economica, andrebbero a minare le ragioni della nascita ed esistenza stessa dello Stato: la difesa del piu' debole e il riequilibrio delle diverse posizioni. Gia', lo Stato nasce per superare l'eterna situazione di conflitto tra gli esseri umani, una situazione di conflitto che vedeva il debole soccombere davanti al piu' forte, trionfo dell'arroganza e della prepotenza. Le situazioni conflittuali sono sempre latenti e pronte ad esplodere se non ci sono le regole necessarie a contenerle e reprimerle. Quando le regole vengono minate in nome di un finto progresso, nell' interesse del piu' potente economicamente, si ritorna allo stato di natura dove il piu' debole e' destinato a soccombere. E'questo che vuole Signor Monti? Mi auguro di no! Da Sardegna Quotidiano del 18/01/2012