entronellantro

L'Urlo: parole sparse su politica e Stato.


A detta di Prodi, finalmente si è deciso come impiegare il tesoretto. Il vertice ristretto di domenica scorsa è servito a fare chiarezza sulla strada da percorrere. E proprio il vertice ha fatto storcere il naso ad alcuni esponenti dei partiti minori della sgangherata coalizione prodiana, tra questi Oliviero Diliberto che minaccia di non votare il dpef se non viene coinvolto. Lo sciopero dei dipendenti pubblici previsto per il primo giugno non sembra ancora scongiurato anche se il buon Romano si dice fiducioso. Avrà deciso di utilizzare il tesoretto soprattutto per accontentare le richieste dei sindacati? E padoa schioppa come l'avrà presa. Avrà spiegato che il tesoretto non basta a coprire gli aumenti richiesti dai sindacati? O ha dovuto chinare il capo e piegarsi al triste gioco della politica di stampo feudale di questa, ma non solo, maggioranza? Un gioco sulla pelle degli italiani che non si riconoscono, certamente, in questi governanti incapaci di governare e la cui azione è tesa solo a cercare di recuperare consensi. Quei consensi perduti in seguito alla manifestazione della vera natura di questo governo. Un governo vessatore, ipocrita e lontano anni luce dalla vita reale. Un governo che chiede senza dare nulla in cambio. Un governo capace di esprimere solo a parole la necessità di una nuova morale ma che, nella sostanza, non compie alcun atto che possa far credere al cittadino di avere a che fare con gente seria e capace di sacrificarsi per prima per il bene del Paese. E invece si continua ad assistere al solito, triste e ipocrita, teatrino della politica. Uno spettacolo in cui la lite è quotidiana e gli oggetti del contendere sono insignificanti e inutili. Adesso la politica si accorge che in italia c'è qualcosa che non va' . Si accorge che trovare lavoro non è cosa facile così come non lo è riuscire a mettere su famiglia. Adesso si accorge che i giovani non lasciano la casa dei genitori prima dei 35 anni. Adesso si accorgono che forse la macchina burocratica assorbe troppe risorse ed è afflitta da elefantismo. Adesso tutti gridano che bisogna risparmiare risorse e rimoralizzare la politica. Adesso! Ma dov'erano questi signori sino ad oggi? Dov'erano quando gli apparati burocratici dei palazzi del potere crescevano a dismisura? Dov'erano quando si aumentavano i privilegi di coloro che privilegi non dovrebbero averne visto che dovrebbero essere dei "primus inter pares", cittadini tra i cittadini? La risposta è abbastanza facile: gran parte di questi signori era in parlamento e al governo. È grazie a gran parte di essi che si è creata la voragine nelle casse dello Stato. E sempre grazie a gran parte di essi che abbiamo visto persone ancora adatte al lavoro andare in pensione a 40 anni. È sempre grazie a loro che il paese marcia con il freno a mano tirato e arranca. È grazie ad essi che è aumentato il solco che divide i cittadini dalle Istituzioni e dalla politica. Adesso si accorgono della scarsa considerazione che politica è politici hanno nei cittadini. Si quei cittadini che, fortunati, hanno un lavoro e che cercano, con senso di responsabilità, di tenere in piedi la baracca, si sacrificano e sperano in un domani migliore. Quei cittadini, meno fortunati, che non hanno un lavoro o ne hanno uno precario e che vedeno la politica e i governanti più interessati alle loro beghe di partito e alla loro autoconservazione. C'era un detto che recitava così: "Jach Bonomme ha le spalle larghe, ma jach Bonomme ha fatto la rivoluzione francese". Forse i nostri mali derivano dal fatto che mai i cittadini hanno alzato la testa e ghigliottinato il re, certo i tempi sono diversi ma la pazienza degli italiani sta finendo. E sia ben chiaro non è questione di colore politico, maggioranza o minoranza non mostrano grandi differenze, ma, bensì, questione di uomini e di morale. L'Italia ha bisogno di uomini nuovi, non inquinati da ideologie superate e pronti a dare l'esempio. Uomini capaci di sacrificarsi per il Paese, uomini che sanno rinunciare ai privilegi e che gestiscano la cosa pubblica meglio di come gestirebbero la propria. Uomini che sappiano ridare fiducia al Paese, uomini che abbiano una rigida morale e che usino buon senso e moderazione come il vecchio, caro "padre di famiglia". Uomini che agiscano per rinsaldare la struttura base di qualsiasi società: la famiglia. Ma questo è un altro argomento... alla prossima!ps Qualcuno dirà: "qualunquista". Dimostratemi che non è così! Grazie.