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Gay Pride: ma orgogliosi di cosa?


Nulla è pericoloso quanto l'essere troppo moderni.Si rischia di diventare improvvisamente fuori modaRoma si prepara ad accogliere la multicolorata manifestazione dell’orgoglio omosessuale, Piazza del Popolo sarà invasa da tutti coloro che credono che una sfilata possa essere d’aiuto per non essere discriminati e per vincere vecchi retaggi culturali e storici. Persone che credono che tutto debba essere assimilato ad una festa, una festa colorata e gaia dove macchiette, perché alla fine di questo si tratta, sfilano, trovando la forza nel branco, per urlare a gran voce il loro disgusto per il conformismo e i pregiudizi. Persone che chiedono di non essere discriminate, a loro modo di vedere, e per vedersi garantire diritti che, per natura, nessuno può garantirgli. Certi valori e certi principi non hanno colore politico e non possono essere riconosciuti in maniera distorta e altamente lesiva dei fondamenti di qualsiasi consesso civile. E’ vero che un essere umano non deve subire discriminazioni per le tendenze sessuali al pari di razza, colore e religione ma è anche vero che bisogna tenere ben presente la normalità offerta dalla natura. L’omosessualità non va discriminata e perseguita, l’omosessualità non è voluta ma vissuta, vissuta per quello che è ma senza ostentazione. E’ proprio l’ostentarla la causa dell’avversione e della discriminazione. L’ostentarla non aiuta a viverla in maniera normale ed edificante piuttosto la rende ridicola e rende ridicoli coloro che credono che il vestirsi, o svestirsi, in maniera appariscente e sfilare in manifestazioni come quella odierna possano servire a vincere pregiudizi e discriminazioni. Sbagliano perché trasformano il loro essere in fenomeno da circo o, male che vada, in tristi macchiette della più infima commedia all’italiana. Poi, a metterci del suo, ci pensa la politica che, prontamente, cavalca la protesta e si presenta alla manifestazione in nome di riconoscimenti di diritti in cui non crede e che strumentalizza pur di far parlare di sé e per cercare di recuperare i voti perduti. Il Gay Pride, così come concepito, non serve a niente, non serve ai gay e non serve alla crescita della società. Due persone, anche dello stesso sesso, sono libere di amarsi ma non bisogna confondere l’amore con il sesso. Il più delle volte, purtroppo, l’amore è visto come libertà di mettere in atto rapporti sessuali. Questo è l’errore di fondo che fa la comunità, come usa chiamarsi, glbt e da questo errore si arriva alla richiesta di riconoscimento di diritti non spettanti. Pacs, dico, registri delle unioni civili e similari sono una panzana, una bufala studiata da chi ha interesse a far montare il caso. Perché non agire sulla disciplina delle obbligazioni personali invece di studiare figure giuridiche nuove e pericolose per la tenuta di qualsiasi società? Oggi in piazza non farete altro che rendervi ridicoli, noi – i cosiddetti normali – vi guarderemo con disappunto ma il vostro abbigliamento, i vostri gesti ed il vostro maquillage susciteranno in noi reazioni contrastanti: ilarità, disprezzo ma anche tanta tristezza. Ma se voi siete contenti così, continuate pure a rendervi ridicoli e rendere ridicole le vostre richieste. Richieste che non hanno ragione di essere tali in quanto la vostra libertà di scelta è pienamente garantita dalla vostra coscienza. Coscienza che nessuno potrà mai imbrigliare in rigide norme e regolamenti. Buona sfilata ma pensate, almeno per un secondo, a soluzioni diverse, soluzioni meno folcloristiche e più incisive. Soluzioni che portino al superamento di questa pseudo necessità di celebrare la giornata dell’orgoglio omosessuale.