entronellantroil blog di Pierluigi Manninohttp://blog.libero.it/dust/2016-12-10T18:19:52+01:00Libero BlogQuando il popolo diventa un nemico2016-12-10T18:19:44+01:002016-12-10T18:19:44+01:00http://blog.libero.it/dust/13481748.htmlunamicoincomuneProprio non gli va giù, il Popolo sovrano ha votato in modo difforme da quanto desiderato da...<div class="managed" style="text-align: justify;"><p>Proprio non gli va giù, il Popolo sovrano ha votato in modo difforme da quanto desiderato dalle, cosiddette, elite e da quanto auspicato dai potentati economici ed ecco che il Popolo diventa un nemico. Per una buona parte dei sostenitori del Sì, siano essi politici, giornalisti, professori o altro, è inconcepibile che la riforma delle riforme, il sogno renziano di dare una scossa al Paese mortificandone il libro sacro costituzionale, sia stato infranto da un popolo incapace, in questo caso, di fare la scelta migliore (per loro). Accusano noi, sporchi conservatori e cultori del No di non aver avuto coraggio e di preferire lo status quo all'incertezza della sfida lanciata dagli illuminati del sì.</p><p>Davvero una pessima lettura quella data da questi aspiranti neo illuminati, solo loro avrebbero capito il valore della riforma. Solo loro hanno capito il verbo renziano, noi, con il nostro no, abbiamo chiuso le porte alla nuova età dell'oro e alle meraviglie che avrebbe portato l'innovazione costituzionale. Siamo dei retrogradi, conservatori, pavidi e pigri. Siamo dei veri miscredenti, incoscienti e ciechi. E sul tema si sono espresse le grandi menti progressiste, si è espressa quell'intellighenzia che si nutre di conformismo e caviale, quella che si mostra sensibile verso gli ultimi purché siano ultimi di importazione. Quella che parla del popolo per sentito dire ma che è più affine a banchieri e speculatori. Di quanto accaduto domenica scorsa, proprio non hanno capito nulla, non hanno capito che il Popolo ha voluto dare un segnale a chi si è rivelato essere più sensibile ai capricci delle banche che ai bisogni dei cittadini.</p><p>Non hanno capito che la misura è colma e che il voto non è stato un voto di pancia ma un voto ponderato. Un voto per bocciare una riforma scritta con i piedi e con la quale si voleva privare il cittadino di ulteriori spazi di democrazia, Un voto che ha voluto essere l'Urlo di chi non ne può più di esser preso per i fondelli, di chi non ne può più di sentirsi raccontare una realtà diversa da quella vissuta nella quotidianità dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Una realtà fatta di sacrifici, di privazioni e fame. Chi non vive la vita reale con le sue esigenze non può pretendere di dare risposta a tali esigenze e non può pretendere di essere creduto. Possibile che non vi siate posti il dubbio che, magari, noi, abbiamo capito il disegno che c'era dietro la riforma e non ci siamo prestati a questo gioco? Einstein diceva: "la conoscenza intuitiva è un dono sacro e quella razionale è il suo servo.</p><p>Noi abbiamo creato una società che venera il servo e ha dimenticato il dono." Non vi viene il dubbio che in questo popolo del no sia riemerso il dono? E che la scelta sia stata più saggia della vostra? Da un lato vi invidio, invidio le vostre certezze ma non posso accettare le vostre offese verso coloro che hanno deciso di urlare "adesso basta!" Basta alle vane promesse, agli imbonitori, ai superficiali, alla mediocrità imperante, al politicamente corretto. Basta ai saccenti, ai supponenti, agli avidi e alle marionette nelle mani di pupari senza scrupoli. L'Italia è un grande Paese, un Paese che ha avuto il coraggio di dire no anche per voi, un no che, magari, vi aiuterà a crescere e ad affrancarvi dal conformismo. Già mi immagino l'accusa: populista. Se pensare al bene comune e mettere al centro dell'azione politica l'uomo, il cittadino è populismo, allora Sì, lo sono. Ma ricordate che il populismo, il più delle volte, non è altro che la politica che dice la verità. Ad maiora</p><p> </p><p> </p><p>Da <a href="http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=40578" target="_blank">Cagliaripad</a></p></div>Referendum, il No come segnale di riflessione per la classe politica2016-12-09T12:16:40+01:002016-12-09T12:16:40+01:00http://blog.libero.it/dust/13481389.htmlunamicoincomuneSono passati pochi giorno dalla chiusura delle urne, il responso è stato chiaro e il risultat...<p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; line-height: 150%;">Sono passati pochi giorno dalla chiusura delle urne, il responso è stato chiaro e il risultato catastrofico per i sostenitori della riforma. Il Presidente del Consiglio ha fatto l'errore iniziale di personalizzare il voto referendario e non è riuscito, successivamente, a far dimenticare questo peccato iniziale: politicizzazione e personalizzazione del voto referendario.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; line-height: 150%;">Il popolo italiano ha assaltato i seggi e sommerso con una valanga di “no” Renzi e i filo governativi. Il risultato peggiore per Renzi e accoliti si è registrato nella nostra Isola dove il “Sì” non è arrivato neanche al 30%.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; line-height: 150%;">Quali sono le cause di questa debacle per i filo governativi? I Sardi sono stati più attenti ai risvolti della riforma? Hanno visto minacciata la propria autonomia? O hanno voluto lanciare un messaggio a chi governa la Sardegna senza successo?</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; line-height: 150%;">Il Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, si è espresso, rompendo il suo noto riserbo, pubblicamente per il Sì con argomentazioni più o meno valide ma che sembra non abbiano trovato il gradimento dei Sardi. Se fossimo dediti alla strumentalizzazione (come altri fanno) potremmo chiedergli di prendere atto della sconfitta e del fatto che non sia più gradito al Popolo sardo.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; line-height: 150%;">Lo stesso potremmo fare con il Sindaco del Capoluogo che pur non avendo espresso chiaramente il suo sostegno alla riforma sembrerebbe averla caldeggiata. Se così fosse e se continuassimo ad essere dediti alla strumentalizzazione, potremmo dire che anche la posizione scelta dal Sindaco non ha avuto il gradimento dei cittadini.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; line-height: 150%;">In città si è recato alle urne il 67,50% degli elettori (86.568) e il 69,71% (60.002) di questi ha bocciato la riforma. Quindi, sempre se volessimo strumentalizzare, potremmo dire che, quella di ieri, non è stata una bella domenica per Pigliaru e Zedda che hanno visto, così, sfumare il seggio a Palazzo Madama.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; line-height: 150%;">Per un 30% degli italiani non è stata una bella giornata ma lo è stata, certamente, per la Democrazia.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; line-height: 150%;"> </p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; line-height: 150%;">È innegabile che questo referendum abbia riesumato la voglia di partecipare del popolo. Nei momenti più critici il popolo risponde e questo deve essere un segnale per tutti, vincitori e vinti. I vincitori, anime spesso troppo diverse per stare insieme, hanno l'obbligo di iniziare a costruire le loro proposte per il futuro. Il m5s da una parte, la sinistra da un'altra e quanto rimane del centrodestra da un'altra ancora.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; line-height: 150%;">In questo campo occorrerebbe avviare una profonda riflessione e dare il via ad una fase costituente per presentarsi alle prossime scadenze elettorali con un'unica anima e una sola proposta seria e concreta per ridare fiducia e speranza a chi ancora crede che si possa fare politica senza urla e turpiloquio.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; line-height: 150%;">Alle scorse elezioni comunali, a Cagliari si è dato vita a un esperimento politico che ha unito tante anime di diversa provenienza (forse un’accozzaglia per Renzi) <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e che ha avuto circa il 35% dei consensi. Probabilmente è un punto di partenza da non dimenticare visto il superamento della dicotomia centrodestra-centrosinistra.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; line-height: 150%;">Il referendum ci ha stimolati a stare insieme e il risultato deve portarci a ricreare un soggetto politico alternativo a PD, sinistra e 5 stelle. La democrazia ha vinto, sta a noi onorarla.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; line-height: 150%;">Da <a href="http://www.cagliaripad.it/category.php?c=134" target="_blank">Cagliaripad </a></p></p>Auguri2014-12-31T11:23:10+01:002014-12-31T11:23:10+01:00http://blog.libero.it/dust/13061724.htmlunamicoincomuneCare Amiche e cari Amici, Vi giungano i miei più sinceri auguri per una serena fine ed un ottimo ini...Care Amiche e cari Amici, Vi giungano i miei più sinceri auguri per una serena fine ed un ottimo inizio!!! <br /> “Siate sempre in guerra con i vostri vizi, in pace con i vostri vicini, e fate sì che ogni anno vi scopra persone migliori." <br /> Benjamin Franklin<br /><br /><br />e....<a class="_58cn" href="https://www.facebook.com/hashtag/comunali?source=feed_text&story_id=10204649189366378" data-ft="{" target="_blank"><span class="_58cl">visto che ci siamo #‎</span><span class="_58cm">Comunali‬</span></a> 2016 <a class="_58cn" href="https://www.facebook.com/hashtag/cagliari?source=feed_text&story_id=10204649189366378" data-ft="{" target="_blank"><span class="_58cl">‪#‎</span><span class="_58cm">cagliari‬</span></a> Alla ricerca del Candidato da opporre a Zedda o a chi per lui<br /> Giochiamo un pochino con i sondaggi: <a href="https://t.co/qyBIAs68qD" target="_blank" rel="nofollow">https://t.co/qyBIAs68qD</a>Punti di vista in Consiglio2014-08-19T10:31:47+01:002014-08-19T10:31:47+01:00http://blog.libero.it/dust/12927040.htmlunamicoincomuneSolo ribaltando la prospettiva e cambiando il modo di approcciarsi ai problemi si potrà inver...<p><br /><br /><a href="https://www.youtube.com/watch?v=6n9xt7l9uhc&feature=youtu.be" target="_blank">Solo ribaltando la prospettiva e cambiando il modo di approcciarsi ai problemi si potrà invertire la rotta....si avrà questo coraggio?<br /></a><br /></p>I no, illuminati e "sinistri", che spengono la nostra Cagliari2013-09-26T22:53:11+01:002013-09-26T22:53:11+01:00http://blog.libero.it/dust/12380763.htmlunamicoincomuneIl “no” rappresenta quel lemma lessicale utile per qualunque situazione. Con i “no...<IMG width="120" height="90" SRC="http://blog.libero.it/dust/getmedia.php?Hgm%60zo%26imJwug%7D%1Fgh%60%7D%25~63%3Dc0823%25%3Bi112%25%3Baipfem~%25wqla%3B%2598%27z%05kgonmghom-%3FL" border="1" align="left"><p><span>Il “no” rappresenta quel lemma lessicale utile per qualunque situazione. Con i “no” i genitori aiutano il loro figlio o i loro figli a crescere con la consapevolezza che non sempre è possibile fare tutto (con la salvifica eccezione del riuscire a raggiungere traguardi importanti con la forza di volontà). Parimenti, i “no” hanno il potere di modificare corsi – e ricorsi – storici, lo scorrere di un istante e il cammino di un’esistenza. Modalità educativa genitoriale a parte, negli altri casi citati il “no” è il perfetto opposto del “sì”. Piccola lezione di grammatica, valida in tutto il mondo, a parte, l’oggetto di questa riflessione va a incentrarsi su un “no” che porta con sé, a cascata, conseguenze nefaste e pericolose. Infatti, se da un parere positivo o negativo si decidono addirittura gli equilibri mondiali, ha un suo preciso valore anche una mozione,portata tra i banchi di un consiglio comunale, quello di Cagliari, governato da oltre due anni da una maggioranza espertissima nel votare “no” alle proposte,sane e ragionate, dell’opposizione. Lo scorso 17 settembre chiedo che venga data ai cagliaritani la possibilità di destinare il loro 5x1000 in un fondo speciale, dedicato ai genitori separati in difficoltà economica. Il documento –demagogicamente bocciato dall’intero centrosinistra – l’avevo fatto schedare tra gli argomenti in discussione a fine luglio. Ben prima dell’arrivo dei dati della Caritas, resi noti due settimane fa, che confermano “le difficoltà derivanti dal divorzio e dalle separazioni, con o senza intervento giudiziario:è una quota pari al 48 per cento dei problemi familiari (quale causa di povertà). Fra i divorziati e soprattutto fra i separati è la componente femminile a registrare una maggiore esposizione a situazioni di vulnerabilità sociale, con delle quote cresciute sensibilmente: le donne separate tra il 2009 e il 2012 sono passate dal 14.2 per cento al 16,2 per cento”. Non servono laureati o scienziati per comprendere che, in un momento di forte crisi, da un punto bisogna pur partire. I genitori separati o divorziati sono una categoria oggi svantaggiata, così come tante altre: iniziare a aiutare loro non avrebbe di certo escluso tante altre persone, uomini e donne, colpiti dalla crisi economica per i più svariati motivi. La mia era una proposta dalla forte connotazione “sociale”, senza colore politico alcuno. Ma il diavolo, si sa,oltre alle pentole, qualche volta, riesce anche a fare i coperchi. Il centrosinistra che governa la nostra Cagliari ha detto “no” alla mia proposta. La motivazione? Gli interventi, ironicamente definibili “illuminati”, sono stati tanti, ma il pensiero dei consiglieri di centrosinistra può essere racchiuso nel seguente concetto. “E’ sbagliato provare a modificare una prassi consolidata negli anni, tutto deve continuare senza nessuna modifica”. Il significato, riassunto in un modo più comprensibile a voi cittadini, è questo:“i padri separati o divorziati, così come tutte le altre categorie di poveri,devono continuare a rivolgersi agli assistenti sociali”. Così ha risposto più di un consigliere di centrosinistra. E’ facile intuire il perché di una simile risposta: tenere tutti allo stesso livello contraddistingue da sempre le azioni politiche della sinistra. Soprattutto nel tema “sociale”: le centinaia di cagliaritani che affollano quotidianamente gli uffici circoscrizionali degli assistenti sociali sono la nitida fotografia del dramma generale che non risparmia la nostra Cagliari. Il voto positivo alla mia mozione avrebbe rappresentato l’inizio di un percorso virtuoso. Abortito sul nascere da chi non sa vedere oltre la punta del proprio naso e dei propri interessi di bassa bottega. Adesso tocca a loro. Adesso. Tra meno di tre anni la musica cambierà. I cagliaritani,persone col dono dell’umiltà e dalla schiena ben eretta, hanno scoperto il bluff portato avanti dalla momentanea maggioranza. Proprio quella – di centro sinistra, è utile ricordarlo – che una settimana dopo l’aver bocciato lamia proposta, si è presa a schiaffi (metaforicamente parlando) occupando l’intera seduta del consiglio comunale per discutere e approvare una mozione sull’ utilizzo della lingua sarda nei concorsi pubblici. Per la serie: come complicare l’esistenza a chi ambisce, dotato di titoli e anni di sacrifici su libri universitari, a avere un lavoro. Certo, la lingua sarda eretta a baluardo culturale di quella stessa sinistra che non aiuta i soggetti svantaggiati è roba da circo. Ne sono certo: Emilio Lussu e molti altri padri della Sardegna si sono rivoltati nella tomba.<img src="http://www.coachingbreak.com/wp-content/uploads/2012/09/NYC-Marathon-2013-SI-o-NO.jpg" alt="" width="400" height="300" /></span></p>Ringraziamenti e Auspicio, intervento in Consiglio del 17/07/20132013-07-18T12:00:04+01:002013-07-18T12:00:04+01:00http://blog.libero.it/dust/12198663.htmlunamicoincomune” Cari Amici e colleghi, il lutto che ha colpito me e la mia famiglia è di quelli che lasciano il se...<p align="justify"><em>” Cari Amici e colleghi, il lutto che ha colpito me e la mia famiglia è di quelli che lasciano il segno. Quando muore la mamma si rompe definitivamente quell’invisibile cordone ombelicale che ci unisce a chi per nove mesi ci ha tenuto nel proprio grembo e che ci è stata vicina sempre e comunque. Nei momenti di gioia e in quelli tristi. Questa presenza, a volte, la diamo per scontata, qualche volta possiamo averla anche ritenuta ingombrante e altre volte ancora non si è trovato il tempo per andare a trovarla per via dei molteplici impegni ma forse più per il fatto che, appunto, si ritenesse quella presenza scontata, fissa, eterna. Quando accade l’irreparabile ti accorgi, invece, della caducità delle cose, dei rapporti e delle relazioni. Hai una nuova consapevolezza, capisci che tante delle cose a cui davi importanza, troppa, a discapito di altre ben più importanti non erano poi così importanti. Tutto ciò ti porta a riflettere, ti porta a vedere le cose da una prospettiva diversa, una prospettiva che ti aiuta a cogliere il senso delle cose importanti e che stimola in te nuove sensibilità. Ho vegliato per tre giorni impotente l’agonia, mia madre combatteva una battaglia impari, cercava di non soccombere ma il male era troppo forte e, alla fine, sorella morte ha vinto. Ma non voglio tediarvi troppo con le mie elucubrazioni filosofiche. Voglio invece ringraziarVi tutti per la vicinanza manifestatami, per il calore umano che mi avete fatto sentire. Le diversità di vedute politiche sono cose terrene ma il saper manifestare i nobili sentimenti dell’amicizia, della solidarietà, della condivisione del dolore altrui son cose ben più che umane, sono cose divine. Ancora grazie Amici e buon lavoro a tutti noi per dare risposte alla nostra Città, per non restare impotenti davanti al l’agonia della nostra collettività. Sì, ho detto agonia perché tale è e purtroppo chi sta sopra di noi dimostra ogni giorno di non averne contezza. Quindi tocca a noi cercare,per quanto possiamo, di portare un barlume di ragione nella politica e nell’amministrazione della cosa pubblica. E bisogna agire ora, subito, perché ciò che è ora potrebbe non essere domani. L’aiuto che possiamo dare adesso potrebbe rivelarsi inutile tra un giorno. Diamoci da fare, ognuno per quanto gli compete. La città non aspetta! Grazie ancora a tutti.”</em></p><p align="justify">~ di Pierluigi Mannino ~<br />Cagliari, lì 17 Luglio 2013</p>Sic transit gloria Monti...2013-03-01T18:59:37+01:002013-03-01T18:59:37+01:00http://blog.libero.it/dust/11954654.htmlunamicoincomuneEra nell’aria ma in tanti non volevano sentire il frinire dei grilli e il ruggito del giagua...<div class="mbl notesBlogText clearfix"><span><div><p>Era nell’aria ma in tanti non volevano sentire il frinire dei grilli e il ruggito del giaguaro. Il bettoliano già si vedeva con l’alloro del vincitore e strizzava l’occhio, non tanto velatamente, al professor Monti per un’eventuale stampella in Senato. L’apertura delle urne ha tuttavia riservato sorprese e un epilogo ben differente: il Cavaliere risorge e cede di poco alla Camera ipotecando il Senato. L’Italia si ritrova senza una maggioranza di Governo e non esiste più il jolly Monti. Il bocconiano ha giocato, male, le sue carte, ed è riuscito a malapena a strappare una manciata di senatori e uno sparuto manipolo di deputati. Ma del resto era partito con molteplici handicap: i frutti nefasti del suo governo tecnico e l’alleanza con Fini e Casini. Monti, scendendo in campo, pardon, salendo, si è sottoposto al giudizio degli italiani che non hanno perso l'occasione di esprimere il proprio disappunto verso chi, in tredici mesi, ne ha fatto carne da macello in nome di una missione salvifica per lo Stato. Sotto la bandiera dello spread e per i desideri dell'Europa, Monti ha applicato le peggiori teorie economiche fatte di vessazione e rigore e ha fatto l'errore, pur avendo in precedenza affermato che mai sarebbe entrato nell'agone politico, di impegnarsi politicamente trascinando con sé i reietti dalle coalizioni che lo vedevano come unica àncora di salvezza per restare in auge. Gli italiani, quelli che si sacrificano e lavorano hanno dato una pronta risposta alla "Scelta Civica" montiana, cinica e crudele: bocciata. Al professore e ai suoi discepoli rimane il voto dell'alta società civile che non rappresenta, certamente, la maggioranza del popolo. La salita in politica per il professore si è rivelata essere una rovinosa caduta, che potrebbe avergli precluso la strada verso il Colle, visto che si vociferava su una sua probabile elezione alla Presidenza della Repubblica, e verso un eventuale Monti bis. Con la sua bocciatura, gli italiani hanno anche voluto dare un giudizio negativo verso un'Europa che sembra interessarsi più di banche e finanza, che dei cittadini europei. Monti incarna in sé questo tipo d'Europa, fatto di numeri e cifre, e anche per questo è stato bocciato. È arrivato quarto, proprio come aveva profetizzato Wolfgang Munchau, editorialista del Financial Times, che con il professor Monti non è mai stato tenero, non ritenendolo adatto al ruolo per lui disegnato da una politica, quella italiana, in stato confusionale. Monti non se la prenda, del resto non è stato scelto solo dal 90% degli italiani. Quelli che studiano, lavorano e si sacrificano con la speranza di un futuro migliore. Sic transit gloria Monti.</p><p> </p><p>pubblicato da <strong>Sardegna Quotidiano</strong> del <strong>27 Febbraio 2013</strong></p></div></span></div>Giannino, il "dandy" contro il declino2013-02-08T19:32:15+01:002013-02-08T19:32:15+01:00http://blog.libero.it/dust/11904407.htmlunamicoincomuneE’ iniziata la grande corsa verso gli scranni parlamentari, anomala vista la gran parte degli ...<p style="padding-left: 150px;"><a href="http://unamicoincomune.files.wordpress.com/2013/02/fare1.jpg" target="_blank"><img id="i-90" class="size-full wp-image alignright" src="http://unamicoincomune.files.wordpress.com/2013/02/fare1.jpg?w=215" alt="Immagine" width="215" height="215" /></a></p><p>E’ iniziata la grande corsa verso gli scranni parlamentari, anomala vista la gran parte degli stessi già assegnata dalle segreterie dei partiti. Rimangono ben poche poltrone da assegnare e il Parlamento somiglia sempre più a un’assemblea condominiale dove vecchi proprietari guardano con sospetto gli ultimi arrivati, quasi fosse una colpa volersi intromettere nella gestione della cosa comune. Per i partiti tradizionali questo è una colpa: ecco spiegato perché fanno quadrato intorno ai propri capi e cercano di contrastare la società civile che si organizza e avanza. Per farlo non badano a spese, tanto paghiamo noi, e cercano, quando possibile, di inglobare chiunque possa rappresentare un pericolo per la loro sopravvivenza.</p><p> </p><p>La politica italiana è camaleontica, i partiti cambiano colore, si rinnovano a modo loro magari proponendo nelle liste, in posizione non certamente eleggibile, giovani uomini e giovani donne quasi a dire che il rinnovamento coincida con l’età anagrafica. Tutte operazioni di facciata realizzate per consentire ai soliti, salvo rare eccezioni, di occupare per altri cinque anni comode posizioni di potere. Un potere sempre più in declino che trascina nei bassifondi le sorti dell’Italia.</p><p> </p><p>Per non parlare poi dei programmi elettorali: ci si trova di tutto, dall'eliminazione delle imposte all'eliminazione del finanziamento ai partiti dal taglio dei parlamentari al conflitto di interessi, dalla riforma della Giustizia alla rivisitazione della Costituzione.Elemento comune a tutti e imperativo categorico comune è un sostantivo maschile: Rinnovamento.</p><p>Già, il rinnovamento è quanto si auspicano i contendenti e, in effetti, se lo auspicherebbero anche i cittadini. Perseguirlo e raggiungerlo sarebbe la vera novità.</p><p><em>E’ serio parlare di rinnovamento con promotori già protagonisti della scena politica degli ultimi 30 anni? Possono ergersi ad artefici del rinnovamento e della ripresa coloro che, per buona parte, sono stati la causa della situazione economica attuale? Soprattutto, gli Italiani sono ancora disposti a queste aperture di credito senza garanzia?</em></p><p>Credo che dalle urne arriveranno sorprese che smentiranno sondaggi e sondaggisti. Mi auguro, per il bene del paese, che gli elettori si liberino dalle catene e votino secondo coscienza per coloro che rappresentano la novità. Il nuovo non è, e non può essere, solo Grillo o Ingroia, l’istrione o il magistrato. Il primo a urlare cose, ben poche delle quali condivisibili, il secondo a mostrare il volto duro e spietato della legge.</p><p>La vera novità politica è quella rappresentata da chi sfida i colossi con una ricetta semplice e chiara: Fare. Fare per fermare il declino. Il candidato premier Oscar Giannino ha dalla sua delle qualità che in pochi, tra gli altri candidati, possono mostrare. Un personaggio un po’ bizzarro nel vestire ma con una preparazione degna di Pico della Mirandola e un’onestà intellettuale inattaccabile. Fuori dagli schemi e dal sistema che crede che il declino di questo Paese possa e debba essere fermato e scongiurato. Un uomo che, animato dalla forze delle sue idee, si mette in gioco coinvolgendo personaggi quali Luigi Zingales e Michele Boldrin. Figure scomode e accomunate dal fatto che, in contrasto col feudalesimo dominante nella nostra civile società, in particolar modo nelle Università italiane, hanno preferito lasciare l’italico suolo e conquistarsi un posto di rilievo all’estero“Fare per fermare il declino” nasce per ridare speranza a chi crede nel sacrificio come elemento necessario per raggiungere il successo. Niente deve essere regalato o concesso, anzi: tutto deve essere conquistato con lo studio, l’applicazione e la dedizione.</p><p> </p><p>Nelle sue 10 proposte ci sono le chiavi per liberare il Paese dalle catene che lo tengono frenato e che non consentono l’evoluzione e lo sviluppo, non solo economico.</p><p style="padding-left: 150px;"><a href="http://unamicoincomune.files.wordpress.com/2013/02/images.jpg" target="_blank"><img id="i-101" class="size-full wp-image alignleft" src="http://unamicoincomune.files.wordpress.com/2013/02/images.jpg?w=250" alt="Immagine" width="250" height="187" /></a></p><p> </p><p>Quando si parla di riduzione della spesa pubblica, ad esempio, la si propone avendo ben chiaro che in tutti questi anni si è esagerato e lo si è fatto non per portare ad un’ulteriore crescita economica e al benessere ma, semplicemente, per garantire, quasi sempre, sacche di parassitismo che hanno determinato una crescita abnorme del debito pubblico con evidenti discriminazioni tra cittadini. Riduzione e razionalizzazione della spesa, liberalizzazione dei servizi, rilancio delle Università e tanti altri punti fondamentali. Chiediamoci se potranno mai essere realizzati da chi li ha sinora contrastati. L’onestà intellettuale dei lettori di questo quotidiano non potrà che portare a una risposta negativa. La scelta appare perciò obbligata, una scelta veramente nuova. Una nuova strada da percorrere visto che la vecchia è ormai disseminata dalle trappole create da chi ha gestito il potere in questi ultimi decenni. Una strada da Fare e percorrere con speranza:quella di lasciare alle spalle il peggio. Si può fermare il declino, basta fare la scelta giusta.</p><p> </p><p>Pierluigi Mannino</p><p>Consigliere comunale di “Patto Per Cagliari”</p><p> </p><p> </p>L'uscita di Mario Monti è l'unico modo per salvare l'Italia.2012-12-12T22:09:04+01:002012-12-12T22:09:04+01:00http://blog.libero.it/dust/11781456.htmlunamicoincomune L'Italia ha solo un serio problema economico. È nella moneta sbagliata.di&nbs...<IMG width="120" height="90" SRC="http://blog.libero.it/dust/getmedia.php?Dgm%60zo%26imJwug%7D%1Fgh%60%7D%25~74%3Ca0935%25%3Bc003%25%3Baipfem~%25wqla%3B%2598%27z%05kgonmghom-%3FH" border="1" align="left"><p> </p><p class="s2"><span class="s3"><span class="bumpedFont15">L'Italia ha solo un serio problema economico. È nella </span></span><span class="s3"><span class="bumpedFont15">moneta</span></span><span class="s3"><span class="bumpedFont15"> sbagliata.</span></span></p><p class="s6"><span><span class="s4"><span class="bumpedFont20">di</span></span><span class="s4"><span class="bumpedFont20"> </span></span><a href="http://www.telegraph.co.uk/finance/comment/ambroseevans_pritchard/%20/o%20Ambrose%20Evans-Pritchard" target="_blank"><span class="s5"><span class="bumpedFont20">Ambrose Evans-Pritchard</span></span></a></span></p><p class="s6"><span class="s7"><span class="bumpedFont15" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">9:09PM GMT 10 Dec 2012</span></span></p><p class="s2"><span> </span></p><p class="s2"><span> </span></p><p class="s2"><span> </span></p><p class="s2"><span class="s8"><span class="bumpedFont15" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">La nazione è più ricca della Germania in termini pro capite, con circa 99 miliardi di euro di ricchezza privata. E 'il più grande avanzo primario di bilancio del blocco G7. Il suo debito combinato pubblico e privato è 265pc del PIL, inferiore a quello in Francia, Olanda, Regno Unito, Stati Uniti o Giappone.</span></span></p><p class="s2"><span class="s8"><span class="bumpedFont15" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">E punteggi migliori del Fondo monetario internazionale "debito a lungo termine sostenibile” tra i principali paesi industrializzati, proprio perché ha riformato la struttura pensionistica sotto (il governo di) Silvio Berlusconi.</span></span></p><p class="s2"><span class="s8"><span class="bumpedFont15" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">"Hanno un vivace settore delle esportazioni, e un avanzo primario. Se c'è un paese nell’EMU (Unione Monetaria Europea) che potrebbe trarre beneficio dall’abbandono dell'euro e ripristinare la competitività, è ovviamente l'Italia”, ha detto Andrew Roberts da RBS.</span></span></p><p class="s2"><span class="s8"><span class="bumpedFont15" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">"I numeri sono li davanti agli occhi di tutti. La storia del 2013 non si riferisce a paesi costretti a lasciare l’EMU (Unione Monetaria Europea), ma capita anzi che abbiano scelto loro di andarsene.”</span></span></p><p class="s2"><span class="s8"><span class="bumpedFont15" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Un "gioco della teoria” studiato dalla Bank of America ha concluso che l'Italia avrebbe guadagnato più di altri membri dell'UEM, nel liberarsi e ripristinare il controllo sovrano sulle sue leve politiche.</span></span></p><p class="s2"><span class="s8"><span class="bumpedFont15" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">La sua posizione patrimoniale sull'estero è vicina all'equilibrio, in forte e netto contrasto con la Spagna e il Portogallo (entrambi in deficit da oltre 90pc del PIL). L'avanzo primario implica che può lasciare l'UEM in qualsiasi momento lo desideri, senza dover affrontare nessuna crisi di finanziamento.</span></span></p><p class="s2"><span class="s8"><span class="bumpedFont15" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Un tasso di risparmio elevato significa che qualsiasi shock del tasso di interesse dopo il ritorno alla Lira sarebbe soprattutto legato al rifluire nell'economia attraverso maggiori pagamenti a obbligazionisti italiani "e spesso ci si dimentica che i reali tassi dell’Italia erano molto più bassi ai tempi della Banca d’Italia.</span></span></p><p class="s2"><span class="s8"><span class="bumpedFont15" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Roma ospita una sezione di carte vincenti. Il grande ostacolo è il premier Mario Monti, installato a capo di una squadra tecnocrate nel Novembre del 2011 dal cancelliere tedesco Angela Merkel e la Banca Centrale Europea - tra gli applausi dei media europei e della classe politica.</span></span></p><p class="s2"><span class="s8"><span class="bumpedFont15" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Monti potrebbe essere uno tra i più grandi signori dell’Europa, ma è anche un sommo sacerdote del progetto UE e un autore chiave della membership dell’Italia nell’Euro. Prima se ne va, prima l'Italia può fermare questa discesa nella depressione cronica.</span></span></p><p class="s2"><span class="s8"><span class="bumpedFont15" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">I mercati sono, ovviamente, inorriditi all’idea che si dimetterà una volta approvato il Bilancio 2013, aprendo la porta al caos politico all'inizio del prossimo anno. I rendimenti sui 10 anni del debito italiano toccano i 30 punti base, al 4.85 Lunedi scorso. “L’armistizio è durato 13 mesi. Ora la guerra continua. Il mondo ci guarda con incredulità,” ha scritto il Corriere della Sera.</span></span></p><p class="s2"><span class="s8"><span class="bumpedFont15" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Il rischio immediato per gli investitori obbligazionari è un parlamento fratturato, con un 25% di possibilità di vittoria da parte delle forze euroscettiche di Mister Berlusconi, la Lega Nord e il comico Beppe Grillo, quest’ultimo vicino al 18% nei sondaggi. “Saremo condannati se non ci sarà una chiara maggioranza in parlamento,” ha detto il professore Giuseppe Ragusa, dell’Università Luis Guido Carli di Roma.</span></span></p><p class="s2"><span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">Qualsiasi risultato del genere avrebbe lasciato i mercati obbligazionari palesemente esposti, così come lo erano nel mese di luglio, durante l'ultimo spasimo della crisi del debito dell’Europa. Roma avrebbe ancora meno probabilità di richiedere un salvataggio e firmare un </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">“Memorandum” rinunciando alla sovranità fiscale – questi i</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> presupposti per l'azione della BCE per i rendimenti dei titoli italiani.</span></span></span></p><p class="s2"><span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">Tutti quegli investitori che si sono precipitati </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">nel</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> debito italiano </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">-</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">o debito spagnolo</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> - dopo la ECBA di</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> Mario Draghi</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">,</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> si sono impegnati a fare tutto il necessario per tenere insieme l'UEM</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">,</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">potrebbe</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">ro</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> scoprire che Draghi non in grado di fornire</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> nulla</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">. Le sue mani sono legate dalla politica. Gli obbligazionisti dovrebbero essere preoccupati. Ma gli interessi della democrazia italiana e </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">dei</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">creditori stranieri non sono più allineati. Le politiche di deflazione</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">del </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">1930 imposte da Berlino e Bruxelles hanno spinto il paese in un vortice greco. Confindustria</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">, la lobby del business,</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> ha detto</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> che la nazione è ridotta ad una “maceria sociale”.</span></span></span></p><p class="s2"><span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">I dati più recenti confermano la produzione industriale </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">dell’Italia </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">è in caduta libera</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> accelerata, meno 6.2% fino a Ottobre dell’anno scorso</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">. </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">“Abbiamo</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> visto </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">un crollo completo </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">del settore privato negli ultimi 12 mesi,</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">”</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">ha detto Dario Perkins, della</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> Lombard Street Research. </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">“La fiducia nel business è tornata</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> ai livelli </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">più profondi </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">della crisi finanziaria. La fiducia dei consumatori è </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">la più bassa</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> di sempre. Berlusconi </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">dice bene quando sostiene</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> che l'austerità è stat</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">o un disastro completo.”</span></span></span></p><p class="s2"><span class="s8"><span class="bumpedFont15" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Il consumo è crollato del 4.8% dallo scorso anno a causa dei morsi di tasse più alte. "Non esiste alcun precedente simile con questi dati. Il rischio per il 2013 è che quella caduta sarà ancora peggiore”, dice il gruppo di consumo di Confcommercio.</span></span></p><p class="s2"><span class="s8"><span class="bumpedFont15" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Le origini di questa crisi risalgono a metà degli anni 1990, quando il Marco e la Lira sono stati fissati per sempre. L’Italia ha avuto il sistema salariale della Scala Mobile con le abitudini di inflazione. E le vecchie abitudini sono dure a morire.</span></span></p><p class="s2"><span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">Ha perso dal 30% al 40% della competitività del lavoro contro la Germania. Il surplus commerciale stor</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">ico con la Germania è diventato </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">un grande deficit strutturale.</span></span></span></p><p class="s2"><span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">Il danno è ormai fatto. Non è possibile </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">portare indietro le lancette del tempo</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">. Eppure, questo è esattamente ciò che le élite politiche dell'UE sta</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">nno</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> cercando di fare </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">attraverso l’</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">austerità e </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">una</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">drastica</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> "svalutazione interna”.</span></span></span></p><p class="s2"><span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">Una simile politica</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> può </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">avere luogo </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">in una piccola economia aperta</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">,</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> con un</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> complesso meccanismo di ingranaggi politici</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> come l'Irlanda. In Italia è la replica </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">dell’esperienza britannica</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> dopo Winston Churchill</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">, che aveva</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> messo </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">la S</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">terlina </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">a un tasso sopravvalutato</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> nel 1925. Come Keynes disse acidamente, i salari</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">stanno scendendo “appiccicosamente”</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">. </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">Lo stipendio di un britannico non subirà grandi cambiamenti </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">per i prossimi cinque anni. L'effetto principale di questa politica è quello di </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">saper tenere bada</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">a un </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">alto tasso di disoccupazione. </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">In </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">İ</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">tali</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">a </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">il </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">tasso</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> di disoccupazione giovanile è al 36.5%, </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">in aumento.</span></span></span></p><p class="s2"><span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">Mister Monti ha speronato con la stretta fiscale pari al 3.2% del Pil quest'anno, tre volte la cosiddetta dose terapeutica. Non vi è alcuna ragione economica per farlo. L'Italia ha avuto u</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">n budget primario vicino al saldo nel corso degli ultimi sei anni. E 'stato, ed era sotto Berlusconi, un raro esempio di rettitudine.</span></span></span></p><p class="s2"><span class="s8"><span class="bumpedFont15" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">L'avanzo primario raggiungerà il 3.6% del PIL quest'anno e il 4.9% l’anno prossimo. Non si potrebbe essere più virtuosi. Eppure il dolore è stato inutile, anzi peggio. L’inasprimento fiscale ha spinto il debito pubblico dell’Italia da un equilibrio stabile a una zona di pericolo. Il FMI dice che il rapporto con il debito sta crescendo molto più velocemente di prima, saltando dal 120% dello scorso anno al 126% quest'anno e al 128% nel 2013.</span></span></p><p class="s2"><span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">L'economia ha subito una contrazione per cinque trimestri. Citigroup dice che questo sarà </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">un effetto a cascata, con l’1.2%</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">e l’1.55</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> nel 2013 e nel 2014, con una crescita vicino allo zero fino a</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">l 2017, con</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> la</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> lenta </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">ristrutturazione del debito lungo la strada.</span></span></span></p><p class="s2"><span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">Sarebbe straordinario se</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> gli elettori italiani tollerassero</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> questa debacle per lungo tempo, anche se Pier Luigi Bersani vince le</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">elezioni in un centro-sinistra che è pro-riforma e</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> pro-euro.</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">Un</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">'indagine </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">condotta dalla PEW Trust mostra che solo il 30%</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">ha fiducia e pensa che l'E</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">uro </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">sia stata una “buona cosa”.</span></span></span></p><p class="s2"><span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">Il coro a favore dell’</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">uscita dell'UEM</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> (Unione Monetaria Europea)</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">si era trasformato</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> in silenzio dopo </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">che </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">Draghi </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">aveva</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15"> promesso la salvezza. Cinque mesi più tardi, è chiaro ch</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">e la crisi è più profonda</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">. Le voci sono sempre più </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">forti</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">. Berlusconi gioca maliziosamente co</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">n il tema, un giorno culla la sua “pazza idea” di fare stampare euro dalla Banca d’Italia con aria di sfida, e subito dopo dice che “</span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">non </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">bestemmia chi suggerisce di lasciare l’Europa”.</span></span></span></p><p class="s2"><span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">Le sue parole sono state più dure in quest’ultima settimana. "L'Italia è sull'orlo del baratro. Non posso permettere al mio paese di immergersi in una spirale recessiva senza fine. "La situazione oggi è molto peggiore di un anno fa, quando ho lasciato il governo. Abbiamo un aumento dei milioni di disoccupati, il debito è in aumento, le imprese stanno chiudendo, le proprietà stanno crollando, e il mercato delle auto è distrutto. </span></span><span class="s8"><span class="bumpedFont15">Non possiamo andare avanti così”.</span></span></span></p><p class="s2"><span class="s8"><span class="bumpedFont15" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">In effetti.</span></span></p><p class="s2"><span> </span></p><p class="s2"><span> </span></p><p class="s2"><span><span class="s9"><span class="bumpedFont15">FONTE:</span></span><span class="s10"><span class="bumpedFont15">http://www.telegraph.co.uk/finance/comment/ambroseevans_pritchard/9735757/Mario-Montis-exit-is-only-way-to-save-Italy.html</span></span></span></p><p class="s2"><span> </span></p><p> </p>Intervento in aula - mozione 235 del 26.06.20122012-10-03T16:10:38+01:002012-10-03T16:10:38+01:00http://blog.libero.it/dust/11620320.htmlunamicoincomune a segure trascrizione dell'intervento, tenuto in aula in data 02 ottobre 2012, sulla mozione a...<IMG width="120" height="90" SRC="http://blog.libero.it/dust/getmedia.php?0gm%60zo%26imJwug%7D%1Fgh%60%7D%25~029c0234%25%3Ba003%25%3Baipfem~%25wqla%3B%2598%27z%05kgonmghom-%3FH" border="1" align="left"><p> </p><p>a segure trascrizione dell'intervento, tenuto in aula in data 02 ottobre 2012, sulla mozione avente per oggetto "Conferimento della cittadinanza onoraria al Dalai Lama"</p><p> </p><p>La seguente mozione, di cui sono primo firmatario, ha avuto un ampio consenso, infatti, é stata firmata anche da esponenti dell'attuale maggioranza.</p><p> </p><p>Questa mozione, ad una prima lettura potrebbe apparire inutile, lontana dai problemi reali e superflua. Questa mozione nasce con un preciso obiettivo ridestare le coscienze. Questa mozione vorrebbe essere un invito a non perseverare nell’ignavia e nell'indifferenza verso quanto accade intorno a noi. </p><p> </p><p>Era il 1938, Adolf Hitler faceva il suo ingresso a Vienna per dare corpo al suo progetto della grande Germania. Negli anni precedenti,in aperta violazione del trattato di Versailles aveva ripristinato la coscrizione obbligatoria, aveva dato vita alla Luftwaffe e aveva iniziato a disattendere le clausole sul disarmo. La politica di rafforzamento e riarmo di Hitler non conobbe sosta e si svolse con la tacita accettazione e forse ignavia delle grandi potenze europee e della Società delle Nazioni. Fatta salva la reazione culminata con il Patto di Stresa (Aprile 1935) niente di concreto si fece per osteggiare le mire espansionistiche di Hitler e così piano piano l’Europa precipitò nel periodo più buio del secolo scorso, come tutti noi sappiamo. Voi vi chiederete cosa c’entri tutto ciò con il Dalai Lama ed è normale che lo facciate. </p><p> </p><p>Era il 1959, la Cina occupa militarmente e politicamente il Tibet e revoca lo statuto di autonomia di cui il Paese usufruiva da secoli. Da quel momento l’autorità spirituale e politica del Tibet fu costretta all’esilio nel nord dell’India che offrì il suo appoggio per garantire sopravvivenza alla civiltà tibetana e al buddismo messa in pericolo dall’espansionismo cinese. L’attuale Dalai Lama (oceano di saggezza) è rimasto capo del governo tibetano in esilio fino al marzo del 2011 ed ha ceduto l’autorità politica ad un successore eletto dal Parlamento in esilio. E’ bene ricordare che l’attuale Dalai Lama, Tenzin Gyatso, ha ricevuto nel 1989 il premio nobel per la pace per la resistenza non violenta contro la Cina. Ad ora, quindi, rimane detentore solo della propria autorità religiosa. Ora, malgrado la figura del Dalai Lama rappresenti un caposaldo per tutta la cultura tibetana, la Cina avrebbe deciso di arrogarsi il diritto di nominare le future reincarnazioni del Dalai Lama estromettendo dalla scelta gli unici legittimati: i Lama Tibetani. Nel 1995 la Cina rapì la seconda autorità lamaista in Tibet, il Panchen Lama, e da tale data non se ne hanno più notizie e sarebbe ufficialmente posto sotto la tutela protettiva della Cina. Nel settembre 2007 il governo di Pechino arriva ad affermare che è esso stesso l’unico autorizzato a nominare gli alti monaci tibetani che dovranno poi, in futuro, eleggere il successivo Dalai Lama con la supervisione del loro Panchen Lama. Con questo sotterfugio, osteggiato giustamente, ad esempio, dal rappresentante del Dalai Lama in Europa la Cina vorrebbe mettere fine al potere religioso e spirituale del Dalai Lama e cancellare la tradizione religiosa e l’esistenza stessa del Tibet. Certo qualcuno potrebbe dire che questo parallelismo sia un’esagerazione, che i tempi ed i problemi sono diversi e che la Cina non è la Germania nazista. Forse ma la differenza principale è che allora si metteva in campo la potenza militare ora, pur avendo una grande potenza militare, la Cina non ha bisogno di muovere armate perché Le basta, semplicemente, muovere i propri capitali. Già, la partita ed il silenzio sulle sorti del Tibet, sono dettati dal fatto che la Cina con le proprie risorse si è comprata gran parte del debito pubblico degli Stati Europei e non. E con lo spauracchio economico ottiene l’indifferenza dei successori della Società delle Nazioni. </p><p>E questo perché la Politica, che dovrebbe essere incentrata sull’essere umano, ha smesso di essere tale ed è diventata succube dei potentati economici. La Politica che nasceva per mediare le posizioni del più forte e del più debole si è arresa al più forte. </p><p>Ora c’è il Tibet e domani? </p><p> </p><p>Ecco perché ritengo che l’approvazione di questa mozione possa, e debba, essere un segnale di riscatto della politica nei confronti dello strapotere economico.</p><p> </p>