Mentre leggevo quelle sei lettere scritte sul cartello della stazione cercavo di stampare bene nella mente tutti i dettagli, i profumi, i colori...
Nelle tante volte che andavo via da lì negli ultimi quasi 10 anni, non credo che ci sia mai stata una volta in cui abbia davvero pensato: io qui non ci tornerò mai più.
Come se avessi sempre saputo che prima o poi, magari dopo mesi e mesi, anni di silenzio prima o poi ci saremmo ritrovati lì... la solita aria di mare, il verde degli alberi che mi piace tanto...
Oggi invece sapevo che quella sarebbe probabilmente stata l'ultima volta... la fine di un capitolo... o forse di più di uno... forse la fine di una storia.
Mentre andavo via, l'eco delle tue parole di qualche ora prima le risentivo dentro:
"io non riesco a vederti con un altro"
"...nel senso che non riuscirai a vedermi insieme a un altro uomo?"
"no proprio nel senso che io non ti ci vedrò mai con un altro uomo che non sono io"
e mi ha fatto così pensare...se davvero in tutti questi anni mi ci ero mai vista io con un altro uomo... uno diverso da lui... uno che non fosse più alto di un metro e novanta, capelli lunghi, pizzetto, egocentrico, narcisista, con l'aria da stronzetto...
Comunque la mia vita andasse avanti prima o poi sarebbe arrivata quella telefonata... non importava cambiare numero, cambiare frequentazioni...forse cambiare vita... io sapevo che sarebbe arrivata... magari di notte, o all'ora di pranzo o mentre stavo per entrare all'università, a scuola, in palestra... non importava... arrivava sempre! e io tornavo sempre lì...
Io l'ho sempre chiamato UOMO... forse perchè in fondo lo era... era il mio UOMO comunque andassero le cose... è stato il mio ragazzo, ma anche il mio amante, il mio migliore amico, è stato la passione, le scoperte, le risate più belle delle mia vita e probabilmente la persona che mi abbia più fatto ridere in assoluto... è stato il compagno di mille nottate, nelle bevute, nei ricordi, nelle vacanze...
Per un periodo, strano da dire ora, ma è stato anche il mio maestro... in tutte quelle cose che mamma e papà non dovrebbero mai sapere...
Nel paradosso più totale, l'ho sempre considerato il mio porto sicuro... la cosa da cui poteva sempre ripartire qualcosa... il punto che tenevo nascosto, al riparo dai tempi...
E' stato il mio sogno più grande, la mia oasi di felicità assoluta... il mio paradiso, il mio inferno...
Lui è stato il mio regalo... quello che mi era stato promesso poco più di un anno fa...
Forse, anche io un giorno, se avrò dei nipoti, racconterò di una grande storia d'amore... nata sotto al sole di settembre in una Sorrento dove esplodevano i sogni...dove l'acqua era più chiara di ora e le giornate sembravano infinite... dove l'amore non sapevo nemmeno cos'era e non ci si chiedeva cosa avessero in comune due persone in una prospettiva futura, se avessero le stesse priorità, gli stessi obiettivi... non sapevamo nemmeno cos'erano queste parole... avevamo in comune che camminavamo con lo stesso passo lasciando tutti indietro, la passione per il francesce (quello che lui parlava e io no), la voglia di stare insieme e l'amore per il limoncello...
Racconterò di come mi ha conquistata in un tempo in cui non sapevo nemmeno che per piacere a un ragazzo dovevi tirartela, sparire o farti desiderare perchè le persone hanno i muri, le difese, le incogruenze o sono rischiose... non sapevamo nemmeno che erano tutte ste cose... noi conoscevamo gli sguardi, guardarci negli occhi fino alla mattina, andare a svegliarlo in tenda, i complimenti in tutte le lingue conosciute, gli abbracci, i baci e le partite a carte a cui mi faceva vincere, gli occhi che brillavano e i sentimenti palesi che si vedevano, si mostrano e a nessuno gliene fregava niente se tutto ciò accadeva, anzi era una cosa bella... questo era desiderato.
Forse racconterò di come si può rimanere nel cuore di una persona con una canzone di Antonacci e un elastico per i capelli impregnato di Dolce&Gabbana... forse un giorno qualcuno entrerà nei miei ricordi e andrà a pescare quel viaggio di ritorno a Roma, mentre dormivo con l'elastico al polso FELICE... senza chiedermi se sarebbe sparito, cosa sarebbe successo, se anche lui provava le stesse cose... mi fidavo e sapevo... che scesa da lì avrebbe squillato il telefono e sebbene io fossi in una metropoli e lui in una cittadina toscana sulla costa tutti e due avremmo continuato a sognare insieme... anche se era sbagliato, anche se ha fatto male... anche se non sempre le cose vanno come si vorrebbe...
E un giorno quando tutti dicevano che non era possibile, lo è stato...
Un giorno lo racconterò davvero, tenendo per me come non basti un po' di equilibrio precario a mandare in fumo un sogno... ma il crescere e cercare degli obiettivi, delle prospettive per il futuro, delle motivazioni, della razionalità...
"Io ti ho amato, Andrè, e non saprei immaginare come si possa amare di più. Avevo una vita, che mi rendeva felice, e ho lasciato che andasse in pezzi pur di stare con te. Non ti ho amato per noia, o per solitudine, o per capriccio. Ti ho amato perchè il desiderio di te era più forte di qualsiasi altra felicità. E lo sapevo che poi la vita non è abbastanza grande per tenere insieme tutto quello che riesce ad immaginarsi il desiderio. Ma non ho cercato di fermarmi, nè di fermarti. Sapevo che lo avrebbe fatto lei. E lo ha fatto. E' scoppiata tutto d'un colpo. C'erano cocci ovunque, e tagliavano come lame" ( Alessandro Baricco)
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