EAGLE

La cara Patria


"O gioventù d'Italia, i tuoisanti son Balilla e Mameli. Gliadolescenti di Curtatone e diMontanara e quelli che dal 1923al 1938 lasciarono le scuoleper andare all'assalto gridando:VIVA L'ITALIA"Qui primavera infinita, l'estate dilaga nei mesi. Duplice parto, le mandrie: due volte il tesoro dei frutti. Mancano tigri ferine, e i leoni, razza di sangue; tossica erba, nessuna, a tradire - disgrazia! - chi coglie. Qui non esiste la serpe scagliosa, guizzo d'immani anse sui sassi, spirale in cui tanta lunghezza si chiude. Calcola quante città luminose, che febbre d'industria, quanti castelli ammassati dall'uomo su punte di rupi, e onde scorrenti di fiumia radice d'antichi bastioni! Canterò l'onda che in alto, che in basso accareazza l'Italia? O le distese dei laghi? Te, Lario regale, e te pure che t'incurvi, o Benazo, ti frangi con l'urlo di mare? Dire dei porti? Dei moli che fanno da scudo a Lucrino? Della risacca sabbiosa con alti scoppi, dove canta profonda l'onda Giulia - flutto che batte - e s'incanala in specchio d'Averno il Tirreno che bolle? Terra che fece brillare ruscelli d'argento, nel seno cave di rame, e come un torrente fittissimo d'oro! Lei che produsse razze maschie, Liguri bravi a soffrire, ferrati Volsci! Lei i Deci, i Marii, i vasti Camili! Poi gli Scipioni laggiù, sull'orlo di Oriente remoto, storni l'asiatico inerme di colli, fortezza di Roma. Salve, alta fattrice di spighe, terra Saturnia, alta di prodi: m'avvio a poesia, di glorie, di arte tue secolari. E ho cuore d'aprire le magnifiche fonti: creo per terre di Roma poema in cui Ascra rivive. Virgilio - Georgiche II, 149 - 17