Il Giralibro

RECENSIONI: Il segreto di Omar, di Fantasie Voltai


Recensione di Ilaria Dazzi«Siamo della stoffa di cui son fatti i sogni,/ E i sogni sgranano gli occhi come/ Bambinetto sotto i ciliegi,/ dalle cui foglie inizia la luna il suo cammino/ D’oro pallido per l’immensità notturna,/ …Non altrimenti i nostri sogni affiorano-» (H. Von Hofmannsthal, Terzine sulla caducità, III).Dicono che i sogni ci guidino sia sul cuscino che da svegli, una sorta di ‘Eldorado’ dei progetti che poniamo al centro della nostra vita: Il segreto di Omar è un’operazione dedicata a chi ha voglia di sognare, a chi ha capacità di sognare e crede che le favole a lieto fine possano ancora fornire uno strumento di riflessione e di intrattenimento, senza necessariamente tentare ardite strade filosofiche.Un libro dedicato realmente (come riporta la copertina) ai lettori dai 15 ai 109 anni, a chi, soprattutto, ha conservato la fantasia e la voglia di sperare che il progresso e le tecnologie possano essere uno strumento utile anche per accostarsi a nuovi mondi, a nuove esperienze o ad affascinanti avventure.Da Cerro di Cocquio Trevisago a Evergreen, dagli anni Novanta al 2047, c’è un viaggio in quattro parti ad attenderci, che ha per protagonisti Omar, un intraprendente professionista-inventore e Tori, un ragazzo di quindici anni a cui l’entusiasmo per l’uso dei computers e l’amicizia con l’uomo, regalano un’avventura a metà fra Jules Verne e Aldous Huxley. Un’esperienza affascinante, un viaggio verso la vita e la scoperta delle sue numerose risorse (de facto un ingresso inusuale nel mondo degli adulti), questa è la sintesi di un romanzo che presenta evidenti allusioni cinematografiche senza, tuttavia, subire privazioni sul profilo narrativo; un’eredità inattesa e una cassetta di sicurezza contenente una chiave magnetica e una foto, costituiscono l’imput per una scoperta che trasformerà la vita di Tori: Omar, morto misteriosamente durante una vacanza alle Seychelles, ha infatti inventato una macchina per pilotare i sogni.L’interessante operazione, velata di una sorta di ‘biografismo narrativo’ chiarito al termine del volume, è opera di Fantasie Voltai, pseudonimo di Stefania Lovati, per anni consulente informatico, attualmente, collaboratrice di alcune case editrici come direttrice di collana e titolare di un’agenzia letteraria: dunque non un’autrice di professione, bensì una autrice per passione, per volontà.Il viaggio di Tori è, almeno in parte, anche il viaggio di Fantasie: il primo vòlto ad una scoperta umana prima ancora che intellettiva, il secondo invece verso la letteratura, verso la scittura come esperienza, come luogo di ‘prova’ e di curiosità.Ritmo incalzante, prosa diretta e immediata, sono gli ingredienti fondamentali del romanzo, frutto di una lunga elaborazione mentale da parte dell’autrice, che ne iniziò la stesura nel 2001; privo di esasperazioni, adatto ad un pubblico vastissimo (dagli appassionati di fantascienza, agli interessati ai nuovi autori, dai lettori più giovani a quelli meno avvezzi alla tecnologia come materia di indagine), Il segreto di Omar si distingue immediatamente per una certa ‘freschezza’nella prosa e per una forte creatività contenutistica.Leggendo, mi è parso impossibile non rilevare come questo testo ci costringa ad una riflessione sul tema del viaggio e sulla sua consistente trasformazione nella letteratura di oggi, prescindendo anche dai generi narrativi: emblematica l’espressione dell’autrice “il Limbo è personale, unico”, riferito proprio all’esperienza con la macchina dei sogni, con la singolarità dell’avventura onirica, con la straordinarietà custodita in ognuno di noi.Lettura consigliata a chi, insomma, non ha smesso di custodire una piccola fiaba dentro di sé…«Ogni favola è un gioco/ che si fa con il tempo/ ed è vera soltanto a metà…» (E. Bennato, Ogni favola è un gioco).Ilaria Dazzi