Diario

06 marzo. Sera


Oggi, un anno fa. No, tutto ciò che arrivo a capire è che la rendo infelice. Un abisso si è aperto e si allarga tra noi, lei non mi capisce e io non la capisco, lei non sa rallegrarsi di ciò che dà gioia a me, né rattristarsi per ciò che mi dà pena. Ho cominciato, e andrò fino in fondo, ma sarò sincero. Riconosco, con lei, che considero la sua relazione con me un sacrificio da parte sua; le ho chiesto perdono per averla trascinata nel pieno della corrente. Non posso far di più. Invero, non avrei mai immaginato di dovermi umiliare così davanti a qualcuno. Non davanti a lei, lo capisco, che mi umilio, ma davanti al nostro rapporto e all'obligo etico che comporta; e tuttavia devo farmi forza per dire cose del genere, e, se le dico, non sono certo dell'umore di dirle per scherzo. In fondo, non serve a granché: dato che non ne sa nulla, non potrà capire: e rieccoci al malinteso.