Il mezzo e il fine

Una bustina di cracker


Entrò nel ristorante un uomo strano.Era vestito di stracci e d'una antica cortesia, un modo di fare stranamente gentile che mal si accompagnava a ciò che indossava.Lo fissavo dal mio tavolo, avevo interrotto il parlare... m'aveva rapito. Lo seguii dirigersi alla cassa.Tesi l'orecchio.In mezzo al frastuono del ristorante era impossibile sentirlo. Guardavo il mio cestino del pane.Aveva pane, grissini e cracker imbustati. La figura alla cassa era rimasta perplessa, senza dubbio a causa dell'inusitata cortesia dell'uomo. Non chiedeva soldi: vidi il cassiere proporgli un biglietto da 10. L'uomo fece un sorriso gentilissimo e rifiutò con un gesto della mano.Sembrava di sentirlo: "No, no. Davvero, la ringrazio... non voglio denaro. Ho fame, solo fame. Se fosse così cortese da darmi due confezioni di cracker o qualche grissino... anche aperto... la ringrazio, davvero".Il cassiere gli offrì di cenare con loro, lui rifiutò di nuovo: "mangio pochissimo ormai, non faccio complimenti, davvero...Capisce, lo stomaco si ritira col tempo e chiede il giusto.. tanto per non far cadere le ossa..."Il cassiere gli dette tre confezioni di cracker, ancora chiuse, e lo salutò... Rimase perplesso senza dubbio... quell'uomo scavato era cortese, più di mille clienti. E colto. S'intuiva dai verbi, dal garbo, dalla scelta di vocaboli e gesti.Uscì chinando leggermente il capo dalla scena di un teatro creato lì da lui, come per caso. Io rimasi immobile a guardare il mio cestino del pane... fuori pioveva.Qualche ragazzo adulava la ragazzina benvestita che portava a cena quella sera, con la quale si sarebbe fermato dopo a fare l'amore in qualche angolo remoto della città.E fuori pioveva a dirotto...Uscii dal locale col chiodo fisso di quell'uomo, entrato un momento nella mia vita ed uscito con garbo dalla vita di tutti noi.Girando l'angolo per tornare alla macchina lo trovammo lì, riverso sul terreno, perso nell'acqua.Chiamammo inutilmente un'ambulanza: il suo stomaco aveva smesso di chiedere cibo...