cerveau des femmes

tabula rasa


Ci sono dei giorni in cui vorresti cambiare sceneggiatura. Prendere il tuo canovaccio, rivederlo, cancellare e dire altre parole.  Solo che il tuo canovaccio originale, di poche parole e tanta amarezza, ormai è stato impresso e non c’è nulla da fare, se non rimuginare. Rimuginare sul detto e non detto, il fatto e non fatto.  La riflessione postuma è fonte di ansia e sconforto e pessimismo. Ma è inevitabile per la mia coscienza. Ci sono dei giorni in cui ti cade tutto addosso. I credo, la  fiducia incrollabile,       l' ottimismo, la voglia di guardare il bicchiere mezzo pieno. La sensazione che la tua voglia di fare sia improvvisamente caduta in un tombino. Ci sono quei giorni in cui l’unica cosa che riesci a pensare è che il miglior modo di spenderli sarebbe entrare in letargo e svegliarsi in un momento migliore. Giorni di eventi che esplodono. Lo chiamo il giorno del crollo e mi arriva dopo lunghi periodi di forza e coraggio. Passo dalla convinzione di farcela che mi accompagna ogni giorno alla considerazione che non ce la farò. Qualsiasi cosa sia, penso non ce la farò.  Invoco una tabula rasa alla mia anima. Lascio da parte le amarezze e montagne scoscese da scalare. Lascio da parte la stanchezza, i dolori fisici ed emotivi, lascio da parte gli occhi disillusi. Prima o poi arriva, il giorno dell’anno in cui il punto di vista si inverte e tutti i mezzi bicchieri diventano vuoti. Implodo, aspetto la via giusta per esplodere. Guardo dritto davanti a me, tengo il marcio fuoricampo. Lo voglio fuori dalla mia visuale, che resti pure agli angoli. Presto godrò i frutti della mia incazzatura,  foriera di nuove energie e buoni propositi.Spero solo che il presto arrivi presto.