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QUALCOSA DI INTERESSANTE: VIRUS, MICROBI E VACCINI - 15/2/2013

Post n°24 pubblicato il 15 Febbraio 2013 da supergigia2000
 

L'altro giorno ho scoperto mio figlio, che non ha ancora 4 anni e mezzo, a frugare disperatamente dentro un cassetto. Gli ho chiesto: "Rossano, che cosa stai cercando?", e lui mi ha risposto: "Qualcosa di interessante".

Sono rimasto spiazzato, in quanto pensavo che stesse cercando qualcosa di specifico, come ad esempio una figurina o una carta dei Gormiti. Eppure, ripensandoci, anch'io talvolta sento il desiderio di trovare qualcosa di interessante, tipicamente da leggere. In quei momenti mi capita, quasi per gioco, di digitare su Google "qualcosa di interessante". Non ottengo mai un risultato utile. Allora ho deciso di intitolare questo post "Qualcosa di interessante: Virus, microbi e vaccini..." proprio perchè qualcun altro lo trovi tramite Google. Ed abbia successo nella ricerca.

Scrivo le mie prime impressioni sul libro "Virus, microbi e vaccini - Viaggio nella storia della medicina: le malattie infettive", scritto da Clara Frontali e pubblicato da Editoriale Scienza nel 2012, all'interno della collana "Quattro passi nella scienza". Peraltro ho già avuto modo di apprezzare la particolare impostazione della collana, molto curata sia dal punto di vista grafico che storico e contenutistico, quando ho letto e recensito "Energia: dal fuoco all'elio".

Virus, microbi e vaccini si propone di rispondere a domande fondamentali, come: "Quando si è formata e come si è modificata nei secoli l'idea di malattia?". Pensateci un po': come mai abbiamo smesso di attribuire le malattie a cause soprannaturali? Se abbiamo mal di pancia non pensiamo ad uno spirito malefico che sia entrato nel nostro corpo. Eppure un tempo era così. Tutt'al più chi si ammalava veniva considerato colpevole di aver fatto arrabbiare qualche divinità. 

E' davvero affascinante viaggiare attraverso la storia della medicina, tra Ippocrate e Galeno, passando per la teoria degli umori. E vi capiterà di certo di soffermarvi a pensare: "ma come è possibile ritenere che la salute dipenda dall'equilibrio dei quattro umori vitali, ovvero il sangue, la bile gialla, la bile nera e la flemma?". Se non state bene, forse il vostro malessere è dovuto ad uno squilibrio umorale, magari si tratta di un eccesso di sangue: niente di meglio allora che un bel salasso !!! Ridete? Io ho solo pensato: "meno male che sono nato nel 1970..... ".

Vi lascio quindi con questa affermazione, estratta dal libro: "Almeno fino alla metà del 1800 i medici continuarono a prescrivere salassi per ogni genere di malattie, con l'idea di ridurre l'eccesso di sangue, ma con l'unico risultato di indebolire i malcapitati pazienti, sottoposti anche a clisteri o a purghe che li lasciavano esausti. Non parliamo poi delle ferite, che - non disinfettate - anadavano regolarmente in suppurazione".

Walter Caputo - 15 febbraio 2013

 
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L'INFINITO DI DALILA OTTAVIANO

Post n°23 pubblicato il 26 Luglio 2012 da supergigia2000
 

Ebbene sì, una studentessa di un corso I.G.E.A. ha presentato una tesina quest'anno e si è diplomata! Dov'è la notizia? Il filo conduttore della tesina è l'infinito in senso matematico. Leggete qui senza indugio.

Walter Caputo - 26 luglio 2012 

 
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Immigrazione e liberismo

Post n°22 pubblicato il 10 Aprile 2012 da supergigia2000

 

Come insegnante, mi tocca spesso ascoltare giudizi sull’immigrazione che fanno drizzare i capelli. Gli studenti delle scuole superiori (non tutti naturalmente, parlo di alcuni fra i miei studenti) talvolta arrivano al mattino con una copia stropicciata di qualche quotidiano a costo zero. Non l’hanno letto, l’hanno piuttosto “guardato”, ovvero hanno analizzato per pochi secondi alcuni titoli. In genere non leggono il contenuto degli articoli. A volte non leggono neanche i sottotitoli. Inoltre, purtroppo, spesso i titoli sono un po’, come dire ?, “tagliati col coltello”, nel senso che sono aggressivi e presentano un’unica visione della realtà. Anche quando contengono dati statistici, non citano le fonti, né elementi che consentano di giudicare la bontà di quei numeri “urlati”.

 

Queste fonti di informazioni non sono sufficienti per formarsi un’opinione equilibrata. Ed infatti le affermazioni di alcuni studenti sono tutt’altro che equilibrate e, soprattutto, denotano mancanza di pensiero su vari argomenti, più o meno d’attualità. Uno fra questi è l’immigrazione.

 

Cari studenti, sull’immigrazione occorre pensare, e bisogna farlo possibilmente in maniera diversa. A tal fine suggerisco la lettura di “Liberismo, libertà, democrazia – Concorrenza e innovazione”, scritto dall’economista francese Pascal Salin e pubblicato da Di Renzo editore nel 2008.

 

“Non è vero, ad esempio, che l’immigrazione sia causa di disoccupazione. Infatti in un Paese non esiste un numero limitato di posti di lavoro e non è vero che ogni nuovo immigrato che occupa un posto di lavoro lo ruba ad un connazionale” afferma Pascal Salin a pag. 50 del libro citato. D’altronde è evidente che uno straniero può occupare un posto di lavoro creato da se stesso tramite l’apertura di un’attività imprenditoriale. E addirittura, quello stesso straniero potrebbe assumere degli italiani, creando in questo modo posti di lavoro e contribuendo a ridurre la disoccupazione.

 

Sento già il lettore che esclama: “Ma non tutti gli stranieri arrivano in Italia per aprire un’attività!”. E’ vero, ed infatti occorre attrarre stranieri “innovatori”, perché – in tal modo – e cito testualmente P. Salin, “vi sarà una crescita sia nel lavoro che nei salari”. Tutto ciò è già avvenuto negli Stati Uniti all’inizio del XIX secolo. Quindi può ripetersi.

 

A questo punto, penserete voi, si tratta semplicemente di modificare l’attuale politica di immigrazione per far in modo che un paese ottenga immigrati di “elevata qualità”: immigrati innovatori, immigrati imprenditori, immigrati che creano posti di lavoro. No, nessuna politica di immigrazione, afferma P. Salin. Qualunque politica non porterebbe vantaggi, ma solo immigrazione di “cattiva qualità”.  

 

Cosa fare allora? Occorre garantire la libertà individuale: ciascuno dovrebbe poter chiedere di lavorare nel paese in cui lo ritiene opportuno, ma ciascun datore di lavoro deve essere libero di assumere o di non assumere. In sostanza, occorre garantire i diritti di proprietà, vale a dire “la libertà di escludere gli altri dall’uso del bene posseduto”, afferma P. Salin. “Se il proprietario di una casa rifiuta di affittarla ad uno straniero, o se un datore di lavoro rifiuta di assumerlo, ne ha tutto il diritto, anche se la cosa può non piacerci”. A tale principio occorre affiancarne un altro: ciascuno, stranieri compresi, deve pagare il costo reale dei beni e servizi pubblici che utilizza. P. Salin è un liberista: visione liberale significa riconoscere la libertà di emigrare e di immigrare.

 

 
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Immigrazione eliberismo

Post n°21 pubblicato il 10 Aprile 2012 da supergigia2000

Come insegnante, mi tocca spesso ascoltare giudizi sull’immigrazione che fanno drizzare i capelli. Gli studenti delle scuole superiori (non tutti naturalmente, parlo di alcuni fra i miei studenti) talvolta arrivano al mattino con una copia stropicciata di qualche quotidiano a costo zero. Non l’hanno letto, l’hanno piuttosto “guardato”, ovvero hanno analizzato per pochi secondi alcuni titoli. In genere non leggono il contenuto degli articoli. A volte non leggono neanche i sottotitoli. Inoltre, purtroppo, spesso i titoli sono un po’, come dire ?, “tagliati col coltello”, nel senso che sono aggressivi e presentano un’unica visione della realtà. Anche quando contengono dati statistici, non citano le fonti, né elementi che consentano di giudicare la bontà di quei numeri “urlati”.

Queste fonti di informazioni non sono sufficienti per formarsi un’opinione equilibrata. Ed infatti le affermazioni di alcuni studenti sono tutt’altro che equilibrate e, soprattutto, denotano mancanza di pensiero su vari argomenti, più o meno d’attualità. Uno fra questi è l’immigrazione.

Cari studenti, sull’immigrazione occorre pensare, e bisogna farlo possibilmente in maniera diversa. A tal fine suggerisco la lettura di “Liberismo, libertà, democrazia – Concorrenza e innovazione”, scritto dall’economista francese Pascal Salin e pubblicato da Di Renzo editore nel 2008.

“Non è vero, ad esempio, che l’immigrazione sia causa di disoccupazione. Infatti in un Paese non esiste un numero limitato di posti di lavoro e non è vero che ogni nuovo immigrato che occupa un posto di lavoro lo ruba ad un connazionale” afferma Pascal Salin a pag. 50 del libro citato. D’altronde è evidente che uno straniero può occupare un posto di lavoro creato da se stesso tramite l’apertura di un’attività imprenditoriale. E addirittura, quello stesso straniero potrebbe assumere degli italiani, creando in questo modo posti di lavoro e contribuendo a ridurre la disoccupazione.

Sento già il lettore che esclama: “Ma non tutti gli stranieri arrivano in Italia per aprire un’attività!”. E’ vero, ed infatti occorre attrarre stranieri “innovatori”, perché – in tal modo – e cito testualmente P. Salin, “vi sarà una crescita sia nel lavoro che nei salari”. Tutto ciò è già avvenuto negli Stati Uniti all’inizio del XIX secolo. Quindi può ripetersi.

A questo punto, penserete voi, si tratta semplicemente di modificare l’attuale politica di immigrazione per far in modo che un paese ottenga immigrati di “elevata qualità”: immigrati innovatori, immigrati imprenditori, immigrati che creano posti di lavoro. No, nessuna politica di immigrazione, afferma P. Salin. Qualunque politica non porterebbe vantaggi, ma solo immigrazione di “cattiva qualità”. 

Cosa fare allora? Occorre garantire la libertà individuale: ciascuno dovrebbe poter chiedere di lavorare nel paese in cui lo ritiene opportuno, ma ciascun datore di lavoro deve essere libero di assumere o di non assumere. In sostanza, occorre garantire i diritti di proprietà, vale a dire “la libertà di escludere gli altri dall’uso del bene posseduto”, afferma P. Salin. “Se il proprietario di una casa rifiuta di affittarla ad uno straniero, o se un datore di lavoro rifiuta di assumerlo, ne ha tutto il diritto, anche se la cosa può non piacerci”. A tale principio occorre affiancarne un altro: ciascuno, stranieri compresi, deve pagare il costo reale dei beni e servizi pubblici che utilizza. P. Salin è un liberista: visione liberale significa riconoscere la libertà di emigrare e di immigrare.

 
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CORSO BASE DI CONTABILITA' E BILANCIO è USCITO !!!!

Post n°20 pubblicato il 31 Marzo 2010 da supergigia2000

Carissimi visitatori,

vi informo che è uscito il libro "CORSO BASE DI CONTABILITA' E BILANCIO", scritto da Walter Caputo e pubblicato da Finanze & Lavoro (5° edizione 2010). Cercatelo quindi nelle librerie per professionisti (per averlo subito) o in qualunque libreria (in generale su ordinazione) per una serie di buoni motivi:

1) è facile, breve ed economico;

2) vi consente di apprendere immediatamente il metodo della Partita Doppia, quindi è perfetto se frequentate la terza o quarta IGEA, ma va bene anche per la quinta se avete dimenticato i fondamenti della contabilità;

3) vi consente di superare l'esame di Economia Azeindale, se siete iscritti alla FAcoltà di Economia, o esami simili se siete iscritti presso altre facoltà;

4) vi consente di apprendere velocemenite un mestiere, quindi è perfetto se siete disoccupati e volete lavorare come contabili (vi assicuro che le richieste delle aziende sono numerose !!!).

Buona lettura, buono studio e buon lavoro !!!

 
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