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Emergenza rifiuti, dentro la protesta di Pianura


due articoli, da leggere con molta attenzione.Per chi vuole capire cosa si cela veramente dietro gli scontri di Pianuradi Peppe Ruggiero E' accaduto tutto in pochi giorni. Pianura, quartiere popoloso alla periferia di Napoli. Zona di camorra. Terra di scontri. Cittadini contro Stato. E al centro la criminalità organizzata. Pianura, la discarica della vergogna chiusa nel '95 a dimostrazione che a Napoli s'era voltato pagina, che la camorra avrebbe smesso di lucrare sulla monnezza, che la salute dei cittadini e le ragioni della civiltà erano tornate al primo posto nell'agenda delle istituzioni, viene riaperta. Nel cestino le promesse di bonifica e di sviluppo all'insegna di verde e campi da golf. Erano fantasie scellerate: erano tutte balle. Anzi, ecoballe.Tredici anni più tardi lo Stato, riapre la discarica della vergogna Ma chi vuole trasformare l'onesta protesta popolare di un quartiere in una nuova Genova? Tra la gente di Pianura, mortificata, avvelenata, tradita, come spesso succede da queste parti, si è infiltrata la criminalità organizzata. Sono loro che che comandano ma che hanno paura dell'apertura della discarica che potrebbe disturbare i loro traffici, i loro affari. Sporchi come i rifiuti. Droga. Appalti. Racket. Abusivismo. Siamo in zona di guerra.Teatro in passato di una violenta faida tra i clan Lago e Contino-Marfella, che ha portato a numerosi omicidi, tra i quali quello di Paolo Castaldi e Luigi Sequino, due ragazzi poco più che ventenni uccisi per errore da un gruppo di fuoco del clan Marfella, perché stazionavano sotto la casa di Rosario Marra, genero del capoclan Pietro Lago ed erano, quindi, “sospetti”. E oggi sono proprio i fratelli Lago che regnano incontrastati in questa periferia a pochi km da Napoli. Tanti potenti e feroci da essere capaci di costruire senza una sola licenza edilizia, un intero quartiere. Oltre 20mila famiglie che vivono in villette, manufatti, parchi, case popolari dove s'è consumato un abuso. Edilizio, ovviamente. Niente può essere deciso senza il loro assenso. Pronti a reagire usando bazooka e bombe. Che possono contare su un esercito di bande in motorino , professionisti della guerriglia urbana. Capaci in poche ore a mettere a soqquadro un intero quartiere.Ma in questo scenario di far west, è scesa in in piazza la gente onesta di Pianura che davanti alla prospettiva di un futuro avvelenato ha sfidato la parte più forte del quartiere. Non si era mai arrivato a tanto. Sono gli stessi che negli ultimi anni hanno denunciato il racket. E che davanti al paese intero non potevano permettersi di essere confusi con la criminalità. Un scatto d'orgoglio. A volte inutile. Spesso sopraffatto dalla convenienza anche dei mass media che tutto e sempre in Campania, soprattutto sulla monnezza, è sempre riconducibile alla camorra.Un alibi per forzare le situazioni.Un paravento per anni di irresponsabilità e incapacita' della classe politica centrale, locale degna di questo nome. Anni, tredici, dove hanno perso tutti. Istituzioni, cittadini, politici ed imprenditori onesti Tutti tranne la camorra. Non ha perso niente, anzi ci ha guadagnato. Più di un effetto collaterale. Ma il potere della camorra, anche mediatico, non deve e non può “inquinare” la protesta legittima, spontanea della gente civile di Pianura che con dolore, coraggio, passione e tanta dignità vuole alzare la voce contro l'implosione di un sistema politico che in questo quartiere, come in tante altre zone della Campania sta rischiando di far morire la democrazia."NOI, DALLO STADIO ALLA DISCARICA.LA VERITA' SUGLI SCONTRI"Antonio Corbo, La Repubblica di NapoliLa rabbia di Pianura ha la sua faccia. Storta e lunga, come un punto interrogativo. Che c´è dietro la rivolta? Lo sa Franco, 30 anni, sette bruciati in carcere, uno dei 150 che sfidano giorno e notte la polizia. Uno dei tremila ultrà, "Teste Matte", gli irriducibili della curva A. Passano dallo stadio alla discarica. Si sentono anche qui i duri e puri degli scontri. La violenza come mestiere. «Perché siete venuti, chi vi paga?», domanda cruda. Franco non ci sta. «Voi giornalisti siete scemi o pazzi. Per voi tutto è camorra. Non sapete niente». Protesta senza guardare negli occhi.CONTINUA QUIRICORDO A TUTTI LA FIACCOLATA DI OGGI POMERIGGIO A NAPOLI, ORE 17.30 A PIAZZA DEL GESU'SEGNALO ANCORA UN ARTICOLO: ALESSANDRO IACUELLI, LE RAGIONI DELL'EMERGENZA RIFIUTI