FORZA RAGAZZI!!!! CONTRO TUTTO E TUTTI!!!La difesa degli Inter club: «con brescia solo rapporti di natura commerciale»L'amministratore delegato dell'Inter: «Non sapevamo nulla di tutta questa vicenda»MILANO - La società nerazzurra non c'entra. E' questo il senso del commento dell'amministratore delegato dell'Inter Ernesto Paolillo sulla
vicenda delle intercettazioni delle telefonate dei giocatori nerazzurri con il boss mafioso Domenico Brescia. Vicenda che, dopo la pubblicazione di alcuni stralci dell'intercettazioni su alcuni quotidiani ha provocato la reazione del pm di Milano Marcello Musso che ha dichiarato: «Valuterò se aprire un fascicolo per fuga di notizie».
PAOLILLO - «Non sapevamo nulla di tutta questa vicenda, non conosciamo i fatti riportati dai giornali e non abbiamo alcun commento da fare. Posso solo precisare che Domenico Brescia non ha avuto mai alcun rapporto di lavoro con l'Inter e quindi non è mai stato un dipendente nerazzurro»: ha precisato l'amministratore delegato dell'Inter. Paolillo ha spiegato che «Brescia aveva forse contatti con i giocatori ma non ha mai avuto nulla a che fare con la società Inter che non gli ha mai affidato alcun lavoro». INTER CLUB - Una prima linea di difesa arriva anche dagli Inter club. «Con Domenico Brescia avevamo rapporti di natura solo commerciale: era il sarto delle emergenze, visto che il suo negozio di Rovello Porro è molto vicino alla Pinetina e quindi ci rivolgevamo a lui per qualsiasi problema riguardante le divise dei giocatori». Così Fausto Sala, responsabile del Centro Coordinamento Inter Club, motiva le telefonate da lui fatte a Brescia. Sala spiega di non sapere quando sia iniziata la collaborazione dell'Inter con Brescia «visto che era da tempo frequentatore della Pinetina prima che arrivassi io e quindi mi è stato detto di rivolgermi a lui che interveniva in caso di emergenza per lavori di sartoria». «Lo chiamavo solo per questo - conclude Sala - mentre non ha mai avuto nulla a che fare con l'attività del Centro coordinamento Inter Club».ALTOBELLI: «BRESCIA E' UNA BRAVA PERSONA» - Ma c'è anche chi difende Domenico Brescia: «E' una brava persona, un tifoso conosciuto da tutti all'Inter, perchè siamo andati in tanti a farci fare i vestiti da lui»: dichiara Alessandro Altobelli. Molte delle telefonate intercettate riguardano colloqui tra il campione del mondo del 1982 e il boss mafioso. «Lo conosco dal 1977, cioè da quando sono arrivato all'Inter - spiega Altobelli - così come lo conoscono tutti quelli che sono passati dall'Inter in questi trent'anni. Poi nel 1990 ho lasciato l'Inter e non l'ho più rivisto per un po' e siamo tornati in contatto quando mio figlio ha iniziato a giocare nelle giovanili nerazzurre. Quindi tutti nella mia famiglia lo conoscono e conosco bene il suo negozio dove ho comprato molti abiti e, anzi, devo giusto andare presto da lui per ritirarne altri che ho appena comprato». Altobelli precisa quindi che da Brescia ha comprato solo vestiti e null'altro: «Mi hanno dato fastidio le allusioni su droga e altro. Non mi sono mai immischiato di certe cose e queste allusioni mi fanno male. Non sono preoccupato, comunque, di certo non mi aspettavo una cosa del genere e mi danno fastidio le foto o le cose che ho letto sul mio rapporto con Brescia».LA DICHIARAZIONE DI BRESCIA - «Mi dispiace che, per i miei precedenti penali che risalgono a fatti dell'89 e del '92, e che non riguardano condanne nè per associazione mafiosa nè per droga, siano stati coinvolti dei calciatori professionisti seri con i quali ho sempre e solo avuto rapporti di lavoro e di amicizia da più di 30 anni. Mi spiace che questa vicenda venga strumentalizzata in un momento così delicato per loro». È quanto ha detto in una dichiarazione all'Ansa lo stesso Domenico Brescia. L'articolo del
Corriere della Sera