una voce sincera

Le minoranze e il trattamento "civile" delle democrazie moderne.


In un mondo dove predomina un'ideologia maggioritaria tutto ciò che è in minoranza, un popolo, una nazione o delle persone, rischia di non poter mantenere le proprie identità e di doversi adeguare alla maggioranza. Un esempio ne è la civiltà occidentale che, negli ultimi cinque secoli, ha esteso il suo sistema di valori al resto del mondo e, data la sua superiorità economica, militare e tecnologica, può costringere le minoranze o ad adattarsi o a sparire completamente. Alcuni popoli resistono sperando che in un futuro possano essere riconosciuti i loro diritti in un mondo più umano. La resistenza all'uniformità di questi popoli può essere, però, uno dei traguardi che porteranno al loro rispetto e al cambiamento dei rapporti umani nella nostra società. Ma quando si tratta di minoranze, anche nella stessa civiltà occidentale, non tutti sono cosi "civili". Vi presento due casi: qualche giorno fa, in Italia, il Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie Locali, guidato dal ministro Linda Lanzillotta, decide di erogare oltre 5 milioni e mezzo di euro (5.617.000) in favore delle amministrazioni degli enti locali dove sono presenti minoranze linguistiche. Nello stesso periodo, più o meno è giunto in Albania, con una visita del tutto inaspettata, il Vice Ministro degli Esteri greco Theodhoris Kasimis, accompagnato da rappresentanti dell'ambasciata greca a Tirana. Il Ministro greco arrivò dopo gli incidenti tra una sessantina di persone e le forze della polizia della zona di Himara ( Albania) per accertarsi dell’accaduto . Qualche abitante di Himara ha così sfruttato l`incontro con il Vice Ministro greco per far valere le rivendicazioni della loro autonomia in quanto minoranza greca, mostrando cartelloni con slogan anti-albanesi, dallo sfondo composto con bandiere greche, e accompagnando la cerimonia al suono dell'inno greco. E lui, da perfetto uomo di stato di un paese del "mondo civile", preoccupato per la sorte di quelle 60 persone riesce anche offrire la sua "lezione" di civiltà: "Viviamo in un periodo in cui i confini non hanno più valore, sono dettati da come ci sentiamo e dal modo in cui ci gestiamo. Oggi la Grecia si può sentire anche qui. Voi dovete rimanere qui. Il resto sono solo piccoli dettagli, che nessuno toglie dalla nostra anima. Posso capire come vi sentiate e vi do ragione, ma ogni Stato ha le sue regole e per il momento non si può creare un procedimento speciale per ognuno di voi, e anche un unico procedimento non riesce ad includere dei casi particolari" Sarei anche pronto a credere alla sua predica, ma quando la predica arriva da quel pulpito, sembra cosi beffarda e ironica, sembra una predica da quello che riesce a vedere la pagliuzza nell'occhio degli altri e non vede il travone che gli annebbia la vista. Dove per travone, che più grande non si può, intendo i diritti delle minoranze Chame calpestate e mai conosciute da quel faro di democrazia come vuole presentarsi il governo greco e la minoranza dei Chami – secondo Tahir Muhedini, presidente del Partito albanese per la giustizia e l’integrazione - vuole che sia rispettato il diritto al ritorno nei loro territori e nelle loro case, il diritto alla cittadinanza greca che non hanno mai negato, il diritto all’uso della lingua materna e della loro religione.Certo che i Chami che sono una popolazione di lingua albanese e prevalentemente di religione cristiana ortodossa stanziata nel nord della Grecia, regione dell'Epiro non hanno avuto lo stesso "trattamento" nella loro travagliata storia. Questa popolazione ha radici fin dai tempi delle guerre tra città greche. È una popolazione autoctona e vive in tutta la Grecia particolarmente nella capitale e nel Peloponneso. Parte di questa popolazione è emigrata in Italia (in Magna Grecia). Gli Arvaniti non hanno tuttavia ottenuto dallo stato greco lo status di minoranza linguistica riconosciuta come in Italia.