Eduardo Saitta

onde per cui ridiamo


“Onde per cui ridiamo”, lo ritengo un pò il primo genito di quello spettacolo che fu e continua ad essere un enorme successo: “Risate a viso…scoperto”. In questa nuova versione del mio show, ho voluto dare risalto agli avvenimenti che riempiono di ilarità la vita quotidiana. Infatti lo spettacolo è caratterizzato dalla presenza di nuovi personaggi estrapolati dalla realtà e portati in scena. Il vissuto rappresenta l’originalità del mio modo di fare spettacolo e avendo superato il test con un personaggio come Fully, molto amato dal pubblico, ho deciso di continuare con le mie riproduzioni. Porto in scena me stesso e la realtà che mi circonda, che poi è quella che circonda tutta la gente; per ritornare ad un “vecchio” mio concetto, pongo dinanzi al mio pubblico una sorta di specchio sul quale riflettersi con ironia e grazie a questa “mia intuizione” sono riuscito ad instaurare un feeling con il pubblico che mi segue con affetto. Lo dimostra il fatto che ad ogni occasione di guardarci insieme allo specchio siamo sempre davvero in tanti. Ma il merito non è solo mio. In questa mia follia coinvolgo, ormai da anni, due pilastri della mia vita e del mio teatro, ovvero, Loredana Scalia e Rosario Valenti che sono anche gli istigatori, gli ispiratori, (oltre che miei primi estimatori) di molte gags. In questo spettacolo, mi piace dare risalto ad una trovata che fonde il teatro classico e la comicità moderna. Ad un certo punto a metà dello show, si dovrebbe dare un saggio della nostra bravura recitando una scena dell’Otello di Shakespeare ma, Eduardo colto da un imprevisto “non c’è” , in quel momento il “factotum” Fully viene braccato e scaraventato in scena costretto a recitare la parte di Otello sotto suggerimento interpretando a modo suo la vicenda. Il risultato è facilmente intuibile. Non mancheranno la satira di costume, di società, il coinvolgimento del pubblico, e un viaggio tra le canzoni di un tempo e quelle del nostro. Ai due inseparabili compagni di viaggio se ne aggiungono altri non meno importanti: Serena Rapicavoli e il M° Pino Rapisarda, con il quale mi sembra di collaborare da almeno dieci anni  mentre ci conosciamo solo da due. Al format standard si aggiunge un corpo di ballo con le coreografie di Floriana Caruso. Infine un omaggio al nostro pubblico, una sorta di “GRAZIE” infinito; tutti i miei show si chiudevano con “Vecchio Frack” e alla fine di questo momento l’applauso era interminabile, allora io, per ricambiare ho deciso di suonare alla chitarra questo bis obbligatorio. Mi è costato imparare in brevissimo tempo uno strumento…ma cosa non farei per la gente che ci vuole bene…!