UNDERGROUND

Post N° 4


…seguii la direzione che mi aveva indicato la signora della sedia di cristallo e mi avviai verso uno scalone di marmo bianco e lucido che si avvolgeva a spirale su per un grosso tubo trasparente e luminoso di una luce simile a quella di un neon. Tutto era silenzio, udivo solo il rumore dei miei passi che si dirigevano, come magicamente attratti, verso lo scalone di marmo. Salendo timidamente i prime gradini dello  e guardando incuriosito la grossa colonna luminosa che spariva in alto in una bianca  e fitta nebbiolina, una figura femmine con lunghi capelli biondi e un vestito aderente a un corpo perfetto; scendeva leggera come un soffio di vento odoroso di esotici e indefinibili profumi che restarono nei miei sensi fino alla sua scomparsa dentro la grossa colonna luminosa.     “l’universo degli eventi”…era passato molto tempo ammesso che il “tempo” sia una misura razionale dei fatti e delle cose, che quell’incontro, che all’inizio era stato sublime e indescrivibile, e non volendolo fermare e quindi svilire, nella sua essenza insita nella soffice culla del ricordo, che lei mi apparve una sera in una festa di amici come una dea. Io non ero solo: era con me una ragazza tedesca che percepì il lampo di un colpo di fulmine. Ciò che rimase di quel bagliore era una tremolante fiammella che mi fa capire, ora, tutti gli aspetti nascosti di quella storia. Era amore il mio? e il senso di tutto è ancora dentro di me come il senso di tutto è ancora  dentro di lei. Credevo che lei avrebbe dovuto accettarmi al di là del mio carattere, al di là di tutte le angherie che doveva sopportare. Io ponevo lo sport prima di lei, avevo scappatelle continue che mi allontanavano sempre di più dalla mia relazione. Amavo lei? O amavo poco me stesso? E sì, perché questa ultima idea cominciò a farsi strada nella mia psiche – ecco il senso dentro di me – io amavo, io odiavo, io volevo, io rinunciavo, sempre io, c’ero sempre io in prima persona. Cominciai a riflettere che la gelosia, e il tradimento non avevano veramente senso quando” io ero io”. Le religioni ci chiedono di amare un dio che non conosciamo e che forse non conosceremo mai: l’amore è come quel dio?  Da quella storia l’amore è stato il grande accusato, per amore abbiamo fatto tutto, per amore ci siamo annullati a vicenda senza neanche avvertire in noi il senso della realtà. Allora, cosa diciamo a noi stessi quando amiamo? Questo mi era sfuggito, ma adesso lo ritenevo importante… La scala m’invitava a salire ancora, era così perfetta e bella che non potevo in nessun modo rifiutare il suo invito…