UNDERGROUND

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 Lei era seduta leggera come una statua di luce tanto era bella. Io ero impacciato e visibilmente scosso da quella donna, ero come immerso in un sogno nel sogno. Intanto il vecchio si era seduto in un tavolo vicino a quello della fatale. mi avvicinai timidamente e le chiesi se potevo accomodarmi al suo tavolo, lei fece cenno di si facendomi quasi delirare. Mi accomodai con delicatezza al tavolo e la fissai per lungo tempo soffermando il mio sguardo sui suoi occhi verdi e sulle sue labbra cremisi. Non so se lei mi guardava altrettanto estasiata o semplicemente curiosa, credo semplicemente curiosa. Intanto era apparso un cameriere scheletrico con una coda di rondine nera con riflessi multicolore e un menù in mano che posò sul tavolo accennando un saluto con la testa e sparendo con la stessa velocità con cui era apparso. Porsi il menù alla fatale che lo prese con la delicatezza con cui si accarezza un canarino deliziandomi di un sorriso celestiale...pensavo di sprofondare dalla sedia fino a nascondere la mia timidezza sotto il tavolo. Sentivo addosso a me lo sguardo del vecchio e questo aumentava il mio imbarazzo. Bene! pensai, ora devo fare la conoscenza della fatale ma come iniziare...ormai sono seduto al suo tavolo e visto che me ne ha dato il permesso io gli parlo direttamente senza problemi così suonai le mie trombe: perdonate la mia intraprendenza signorina posso per cortesia fare la sua conoscenza... l'ho intravista poco fa quando entrava di corsa nell'ascensore e... non mi fece finire la frase mi guardò con una sensualità che mi era sconosciuta e rispondendomi mi disse con voce roca e bassa, insospettabile e lontana dall'immagine angelica che io le avevo attribuito: mi chiamo angelo e lavoro in questa struttura e tu come ti chiami? Rimasi senza parole per tanto tempo che pensai di essere diventato muto, quella che io credevo fosse una apparizione femminea invece era...un uomo...continua