UNDERGROUND
...un viaggio all'interno di se stessi oltre a essere stupendo riserva un'infinità di sorprese!…nuda, tremendamente nuda quella collina…quella parete, sì! era la parete che mi angosciava non finendo mai, nonostante la percorressi con un certo spudorato affanno - stava estendendosi oltre qualsiasi immaginazione. Pensai che le mie facoltà percettive stessero avvilendosi di fronte a ciò che sembrava non finire mai… il mio cervello lavorava al punto che ne potevo percepirne il rumore, ma se una cosa non finisce mai e non ha principio come posso concepirla dove metto tutto questa materia che vedo in una notte d’estate…punta braccetto in Sicilia le stelle nette, luminose, presenti al mio spirito, anche il nostro amico cane merlino guarda le stelle, anche i miei amici beppe e rocco guardano con me le stelle. I tre uomini e un cane, lì: siamo arrivati, in questo paradiso quasi virtuale dove per la prima volta annuso il timo e l’origano e mangio con gusto quasi arcaico i fichi battuti dal vento salato. È lì che cammina un canotto, con le gambe di Fabrizio e con i suoi bellissimi bambini al seguito – ed lì che suoniamo le chitarre ed è li che dipingo. …dove metto tutta questa materia? Dove metto l’infinito? È solo immaginazione? Una risposta non c’era ma dentro di me una sensazione di appartenenza a quell’infinito che non comprendevo era netta. sentivo che io facevo parte di quell’infinito e che potevo comprenderlo solamente conoscendo me. Mi venivano in mente le infinite discussioni quasi al limite del paranoico, con i miei amici dove la mia grande difficoltà era quella di fargli capire che noi siamo unici e in quanto unici abbiamo il dovere di esplorare il nostro piccolo universo e non possiamo chiedere a nessuno di poterlo fare al nostro posto. Restavo con gli occhi chiusi tanto per visualizzare delle immagini, di dargli una consistenza materica e un luogo dove esse potessero essere messe. Con le mani toccai quel muro e all’improvviso sparì e la stanza con le scale e la finestra e tutto sembrò riemergere al senso vero quello della materia…materia?…
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...finite le stravaganze con il tempo ad un certo punto ritornai in me anche perchè le sensazioni erano molto forti. l'ultimo sguardo al paesaggio acromatico mi stimolò a dipingere,con la mente, tutto con i miei colori e le mie sfumature forse, pensai, il paesaggio era acromatico proprio per darmi la possibilità di intervenire personalmente. ritornai dentro la grande stanza cercando di individuarne un'uscita ma facevo, anzi continuavo a non trovarla, la parete della stanza sembrava infinita, si immergeva in una nebbia fitta azzurrina. con gli occhi spalancati mi affrattai ad esporare, per la sua lunghezza infinita, quella specie di muraglia cinese con la netta sensazione di non dargliela vinta. sapevo di non dover abbandonare l'esplorazione, di questo ne ero fermamente convinto. camminai per non so quanto tempo...in quella strada assolata di un' estate torrida avevo detto addio a un amore, avevo detto addio a tutte le cose che mi legavano a lei , più camminavo e più sentivo che il destino mi stava dando un'opportunità. io volevo andare avanti e non sarei mai più tornato indietro. non volevo neanche mettermi in discussione, lei era la str... io ero ferito ma sano: lei no!. ammazza se sei forte mi dissi, riesci a chiudere bruscamente un rapporto senza neanche provare a ricuperarlo, no! non volevo recuperarlo, ...per orgoglio? no io non sono orgoglioso...ma quando mai. il sole era potentemente cocente e la strada era nuda su una collina nuda...
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...se mi leggi sei qua.
...sono ancora nella stanza con la finestra. mi sono fermato per cercare di capire il tempo. in questa stanza il tempo si dilata al punto che si ferma. sembra che la natura del tempo qui, sia circolare. ho sempre pensato che il tempo sia una invenzione dell'uomo e che in realtà le cose materiali e visibili si trasformino continuamente. gli l'universi si interscambiano e si autosostituiscono continuamente soprapponendosi come risme di carta. dio stesso è atemporale. il tempo ha avuto sulle società un effetto negativo perchè tutto è regolato sul tempo. il tempo ha regolato l'età dell'uomo quando invece l'uomo non ha età. ha regolato le nostre abitudini fino a fare di noi degli disadattati temporali; ha regolato l'economia e il lavoro...e tutto ciò che sentiamo compresa la musica, di cui consideriamo solo gli spartiti fatti di numeri. c'è il tempo delle emozioni e delle sensazioni? che per giuoco di parole non hanno tempo...ci siamo amati x 5 anni quando io avevo 3o anni in quel periodo, tu hai 50 anni, sei in pensione a 60 - 65 anni e così via. questo è stress. continua...
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...le mie riflessioni mi accompagnarono fino al locale di sopra dove con gioia notai una grande finestra chiusa da una tenda trasparente da cui un soffice bagliore si spandeva sul pavimento mettendo il luce bellissime piastrelle multicolore. la stanza era molto grande con soffitti alti affrescati con scene indefinibili e le pareti erano ricche di stucchi colorati. mi avvicinai alla finestra, scostai la tenda e guardai fuori; un panorama stupendo, irreale, che invitava a entrarci dentro per goderne la bellezza e l'armonia cromatica. la cosa mi stupì perchè fuori dall'antropomorfo il panorama era completamente diverso. rientrai dentro, attraversai la stanza e aprii una porta che mi fece entrare in un'altra stanza simile alla prima ma con colori diversi, attraversai anche quella e aprii un'altra porta e mi trovai in un'altra stanza...mi bloccai perchè ebbi la sensazione di trovarmi in un unicum dove il tempo si era fermato.
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... litigavamo su tutto come due scimmie rabbiose. quella convivenza era ormai diventata insopportabile - il rapporto sessuale? un ricordo lontano - la cosa più tragica? la scomparsa totale della passione. lunica cosa da fare era quella di gestire al meglio i litigi, un giorno io sopportavo i suoi e il giorno dopo lei sopportava i miei. cosa dovevamo fare? forse renderci conto che il nostro rapporto era finito? per me che ho un'idea dell'amore in senso verticale e quasi di assoluto bene e rispetto verso l'altro essere che con me comunica e condivide le cose della vita, era naturale un accordo che avesse gestito al meglio le cose pratiche determinate da un vivere insieme, perchè attentano alla nostra libertà individuale. il martello batteva sempre quel chiodo: la libertà individuale.
ci eravamo avvitati intorno alla problematica comune in cui se io. avessi esercitato i miei vizi, le mie virtù, le mie amicizie, avrei recato un dolore a lei. questo per me era insopportabile, è la morte dell'amore fra due esseri... quandotuseifelicedellafelicitàdell'altrosenzagelosiaorisentimento
seidegnodiunsanoindividualismo
questa era la voce che sentivo nel buio...
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