IL PUNTO P

meritocrazia


Meritocrazia:Concezione che fonda ogni forma di promozione sociale esclusivamente sul merito e sulle capacità individuali.Meritocrazia che grande cosa!Tutti la invocano, ma pare che nessuno la conosca.Se ognuno di noi scrivesse la propria definizione di “Meritocrazia” potremmo avere risposte molto interessanti, ma anche molto variegate.Si potrebbe, ad esempio, rispondere che un’azienda meritocratica è quella che adotta una politica che premia il merito! Ma cos’è il merito?Avere una laurea piuttosto che un diploma?Essere più svelto a fare una data operazione?Lavorare più duramente di altri?Distrarsi meno?Avere approfondite competenze specialistiche?Non stancarsi di approfondire le proprie competenze?Essere educato, cortese?Essere un buon coordinatore di persone?Conoscere bene ed utilizzare correttamente la propria lingua in forma sia orale che scritta?Conoscere altre lingue oltre alla propria?Saper parlare con la gente?Saper predisporre buone procedure tecniche e gestionali?Rispettare le procedure tecniche e gestionali? Avere buoni rapporti con i colleghi?Capire e adattarsi ai cambiamenti?Essere flessibili?Oppure portare metodi o consigli di miglioramento?Non sono forse tutte queste ragioni di “merito”?E quante altre potremmo scriverne?Decine! forse centinaia!Allora, di cosa ha merito chi è meritevole?Come si misura il merito?L’aver ottenuto un risultato implica avere il merito per quel risultato?Chi ha avuto successo è perciò stesso meritevole?Per parlare di meritocrazia oggi, all’interno del mercato del lavoro, occorre analizzare quale sia il suo significato più nobile e soprattutto gli effetti meritocratici che si potrebbero generare nel nostro Paese da una sua compiuta attuazione.Secondo quanto affermato da Abravanel nel 2008 “la meritocrazia è un sistema di valori che promuove l’eccellenza e la professionalità indipendentemente dalla provenienza di un individuo”.Premiare ed incentivare il merito, l’equità, l’efficienza e la responsabilità nel Pubblico Impiego deve essere una priorità assoluta, per non depauperare il capitale sociale distruggendo la buona volontà di quanti si impegnano nel quotidiano a qualificare e a innalzare il livello della pubblica amministrazione.Un obiettivo da conseguire nell’immediato è quello di fare entrare in una Pubblica Amministrazione riformata anche il principio della valutazione del merito, oltre al rendimento e alla responsabilità.Se il merito non viene valutato, né considerato e tanto meno premiato, mancano gli stimoli all’efficienza produttiva, la struttura tende a livellare la sua qualità formativa sempre più verso il basso, e questo portà inevitabilmente più a dividere che ad unire una società futura.Se ci si iscrive ad un master, se si svolge un colloquio di lavoro, se si partecipa ad unbando pubblico molti sono i fattori che vengono valutati e a cui viene dato un punteggio:le abilità personali, l’intelligenza emotiva, il voto di laurea, la conoscenza dei sistemi informatici o di una lingua straniera, gli attestati di partecipazione ai convegni di aggiornamento, i crediti formativi riconosciuti, le pubblicazioni, la vincita di bandi di concorso, oltre all’esperienza professionale sul campo che potremmo definire come l’anzianità specifica in quel determinato settore.Una seria valutazione dei dipendenti della pubblica amministrazione dovrebbe tenero conto di tutti questi criteri.Se applicato al mondo del lavoro, il termine meritocrazia indica semplicemente un sistema in cui l’accesso al mercato del lavoro, i guadagni e l’avanzamento professionale sono commisurati alle proprie capacità reali, al cosiddetto “merito”.Un sistema che, in definitiva, promuove gli individui secondo regole “giuste” e non lascia spazio a nepotismi, comportamenti illegali ed inefficienti.Ma qui in italia, esiste veramente la meritocrazia?? probabilmente se paragonato a un ramo di azienda privato, la meritocrazia è un punto fondamentale in quanto la professionalità e l'interesse dell'azienda deve essere al primo posto, quindi si valuta attentamente la persona da premiare in base agli interessi di crescita aziendale.Viceversa se paragonato all' pubblico, la meritocrazia è spesso basata non sulla professionalità personale, ma sulla fedeltà partitocratica, e/o consigliato dagli amici degli amici proprio in base ad alcuni interessi di caste, o di partito, o di interessi di gerarchia, e in alcuni casi per ineguatezza di valutazione professionale.In conclusione possiamo dire che la meritocrazia viaggia su due binari opposti, la prima è dove ci sono gli interessi aziendali dove la meritocrazia esiste veramente, e la seconda per interessi personali non di merito ma di potere, dove la meritocrazia è solo un illusione fatto di mille lacuneOvviamente non tutte le pubbliche amministrazioni valutano il merito in questo modo, ma la gran parte utilizzano questo metodo anche per bacino elettorale, e/o per fiducia e/o per consigli di altri, dove la meritocrazia è solo un grande paradosso di illusione che non sviluppa il futuro della persona, e nemmeno la pubblica amministrazione.Un dato significativo, consiste che l'italia, è l'ultimo paese degli stati membri europei per quanto riguarda la meritocrazia, e questo fà riflettere di come siamo ridotti, non c'e assolutamente da meravigliarsi, in quanto ormai l'italia ha raggiunto il primato nell' essere ultimo praticamente in tutto, e se ci fosse una medaglia per gli ultimi potremmo dire che sarebbe nostra... che dire..beati gli ultimi che saranno primiegosum guida luciano