Ekecheiria

Polpi, cuochi e vuvuzelas


Se il Cielo vuole, è finita.Un mese, c'è voluto, quando bastano tre settimane per le Olimpiadi estive e due per quelle invernali.Invece, per i mondiali di calcio, ci vuole ben un mese.Trenta giorni e 64 partite di supplizio per stabilire chi, tra 32 nazionali, si deve portare a casa una coppa di una bruttezza rara, per di più portata allo stadio da Cannavaro in una custodia Louis Vuitton.Pensa che bellezza.Va beh, per fortuna è tutto alle spalle, ormai.Ha vinto il polpo Paul azzeccando anche la finale, ma si è rifiutato di prendere le coppa e l'ha rifilata agli spagnoli.Ora spera che i tedeschi, smaltita la delusione, continuino a nutrirlo fino alla sua naturale dipartita e non decidano invece di sperimentare qualche sfiziosa nuova ricetta.Comunque, il bilancio del mondiale è assolutamente positivo.Come?Vi sembra una bestemmia, data l'eliminazione precoce della rappresentativa italiana?Vi sbagliate: quell'eliminazione è stata una benedizione del cielo e per ben due motivi.Il primo è che, essendo il simbolo di un mondiale disastroso, forse evitermo di importare in Italia la moda delle vuvuzelas, con buona pace dei nostri poveri timpani.Il secondo è che, per i prossimi quattro anni almeno, eviteremo di sorbirci la tiritera del cuoco della nazionale che prepara la colazione ai campioni del mondo.E vi sembra poco?!?