elaborando

Decidere sulla base di un test


Non esistono test sicuri al 100%, lo sappiamo e non andiamo in crisi per questo. Almeno fino a che non analizziamo le conseguenze di un responso errato.Si immagini di avere una malattia che colpisca l' 1% della popolazione, e che il test utilizzato per rivelarne la presenza dia un risultato corretto con una probabilità del 90%.Non sembra nemmeno un cattivo test, no ? Facciamo due conti:Popolazione: 10.000 personesani (99%): 9,900malati (1%): 100Sani diagnosticati sani (90% del 99%): 8910Malati diagnosticati malati (90% dell' 1%): 90Fin qui tutto bene.Malati diagnosticati sani (10% dell' 1%): 10Beh, ce lo aspettavamo che qualcosa scappasse, no ?Sani diagnosticati malati (10% del 99%): 990Questo ci spiazza: per trovare 90 dei 100 malati si paga lo scotto di diagnosticare erroneamente malati ben 990 sani.Un rimedio è possibile: ripetere il test su tutti i diagnosticati malati.Nel nostro caso si riprenderebbero i 90 + 990 = 1080 diagnosticati malati e si ripeterebbe il test.il risultato:Sani diagnosticati malati (10% dei 990): 99Malati diagosticati malati(90% dei 90): 81Quindi un po' meno diagnosi corrette su malati, e molti meno (ma non zero) errori sui sani.E se invece si trattasse di un test prenatale, per scoprire eventuali malformazioni del feto ?I "sani diagnosticati malati" sarebbero feti in buone condizioni che verrebbero "fermati" sulla base dell'errato responso del test.Naturalmente il tutto va visto con gli effettivi valori dell'incidenza di malformazioni e della probabilità di errore del test relativo, che non conosco.Ma almeno sul piano del principio la questione si pone: si può mettere in conto di fermare una vita per errore ?Nota post commenti [26-4-06, 13:06]Mi viene fatto notare da chi lavora sul campo, che in caso di esito positivo del test, questo viene ripetuto fino a ragionevole certezza dell' effettivo stato delle cose. Vedere commenti. Felice di fare ammenda della mia ignoranza sul tema.