elaborando

Scacchi, Olimpiadi e intelligenza


Le 37me Olimpiadi degli scacchi sono cominciate sabato scorso a Torino, il 4 giugno chiuderanno i battenti con la cerimonia di chiusura.So giocare a scacchi, ho imparato da ragazzino dalla tv dei ragazzi, ma non sono particolarmente bravo e non sono iscritto a nessun circolo scacchistico. Se mi capita di giocare, ormai, è con qualche programma per pc o per palmare.Mi ha appassionato nel passato la questione della sfida delle macchine all'intelligenza dell'uomo, sfida che ha trovato il momento di maggiore popolarità negli incontri di scacchi tra grandi maestri e calcolatori.La prima sfida vera è del 1996, Kasparov contro Deep Blue. Finisce 4 a 2 per l'uomo, ma la macchina vince la prima partita. E' anche la prima volta di un calcolatore verso l'uomo.Rivincita nel 1997, Deep Blue cambia programma e vince 3,5 a 2,5. Kasparov vince la prima, Deep Blue la seconda, poi una serie di pareggi. Kasparov si innervosisce, Deep Blue no, nell'ultima partita Kasparov sbaglia l'apertura e il calcolatore non perdona.Fino agli anni 80 la questione sull'intelligenza delle macchine (è possibile: si, no ? quali prove per dimostrare l'una o l'altra tesi ?) ha guardato agli scacchi come ad una prova decisiva. Poi, sulla fine anni 80, si è capito che la potenza di calcolo dei calcolatori era in crescita costante e che quindi sarebbe stata solo una questione di tempo.Se avessero chiesto a me, avrebbero fatto prima. Io la sconfitta con una macchina l'ho provata già a metà degli anni 80, con una delle prime macchinette che giocavano a scacchi, ho proseguito con i programmi per pc, e di recente sono stato mortificato anche da un programmino per palmare, facendolo giocare al terzo di cinque livelli disponibili. Al secondo livello non c'è storia, vinco io.Deve trattarsi di una mia particolare non abilità con i giochi di scacchiera.Agli inzi degli anni 80, giovane ingegnere informatico, costruii, anch'io come tanti, il calcolatore personale intorno al mitico microprocessore z80, 16 kbytes di memoria, si, kilo. L'ambizione era quella di studiare l'intelligenza artificiale applicata ai giochi di scacchiera. Come ho scritto prima, il tema era dei più caldi.Scelsi il Reversi, per la sua semplicità e progettai un programma che consentiva partite sia uomo contro macchina che macchina contro macchina.Avevo programmato un algoritmo "stupido" (il calcolatore sceglieva a caso una qualunque delle mosse disponibili). Facendo eseguire 100 partite tra un algoritmo "intelligente" e quello stupido, avevo un punteggio in centesimi per l'intelligenza dell'algoritmo intelligente. L'obiettivo era quello di arrivare ad punteggio di 100, naturalmente.Nell'algortimo intelligente riversavo via via le mie competenze sul gioco, impostavo le mie idee strategiche, ma il punteggio non saliva oltre 60-65. La questione cominciava a diventare personale: nel 35-40% delle partite la replica della mia intelligenza nella macchina perdeva contro l'approccio meno intelligente possibile, il caso.Come è finita ? Non me lo ricordo. La scatolina con il computer è scomparsa, non so più se persa in qualche trasloco o in una periodica pulizia della cantina.Va bene, confesso, l'ho distrutta a martellate in un raptus di odio poco intelligente ma decisamente umano.http://www.chessolympiad-torino2006.org/http://scacchi.qnet.it/manuale/stocomp.htmhttp://www.animamia.net/JANIMA_CONTENTS/JANIMA_MEDIA/JANIMA_MEDIA.HTMLimmagine da: http://www.drzap.it/scacchi.htm