elaborando

Storie di parcheggi


Arrivo trafelato alle Poste, sono in ritardo su tutto e devo ancora pagare l' ICI.Sono fortunato, un parcheggio proprio davanti all'entrata, strisce blu. Mi frugo, trovo solo una moneta da un euro, ma mi secca pagare la tariffa di un'ora per una sosta di un quarto d'ora. Non ho alternativa ad ogni modo, scendo dall'auto e cerco con lo sguardo la macchinetta erogatrice. Si avvicina un ragazzino extracomunitario, col suo carico di fazzoletti, accendini e calze di cotone. Gli faccio cenno che non ho bisogno di nulla, mi sono dato la regola di non incentivare questo tipo di commercio, che considero elemosina. Il ragazzino, sorridendo, continua ad avvicinarsi e mi lascia un biglietto tra le mani: uno scontrino del parcheggio con ancora 13 minuti di validità, quelli che bastano a me.Guardo l'euro che ho in mano e decido che è la cosa giusta da fare. Lui intanto si è allontanato di qualche passo, mi volge la schiena. "Ehi !" lo richiamo, ma non sente. Ripeto a voce più alta: "Ehi !". Si gira con aria sorpresa, come per dire: "Stai chiamando me ?" Sono imbarazzato, mi avvicino e, mentre gli passo l'euro, gli mormoro: "grazie". Il suo sorriso si spalanca e mi risponde: "grazie a te". Si volta e si allontana con le sue merci che non mi ha proposto.Penso che il ragazzo abbia le carte in regola per diventare un grande addetto alle vendite, anzi, che dico, lo è già, gli manca solo la giusta collocazione: mi ha venduto 13 minuti di sosta al prezzo di un euro, roba che nemmeno a Portofino. E mi ha lasciato anche contento: mi ha proposto quello che cercavo, non accendini o fazzoletti.Spero che la vita gli dia le occasioni giuste, e che non sia qualche ottusa legge a togliergliele, o l'orgoglio stupido di qualche presunto popolo della pianura. Lo spero.