elaborando

Guida e religione


Post lungo, spero mi venga perdonato, e che ci sia anche indulgenza per una confessione, sempre in tema rispetto regole stradali.Sono il tipico italiano che calcola la velocità massima come: 110 (limite da segnaletica) + 10 (tolleranza della misura) + 30 (non c'è il ritiro della patente, mi pare) = 150 km/h massimo, da rispettare scrupolosamente.Per il resto sono ragionevolmente educato, mi fermo per consentire ai pedoni di attraversare sulle strisce, anche se mia moglie mi fa notare che accadrebbe col 100% delle figliole giovani e carine, mentre le percentuali sarebbero in caduta libera negli altri casi.Riguardo all' italica scarsa propensione al rispetto delle regole, ho una mia teoria, che le lega  alla religione, teoria maturata negli anni 80, in occasione di alcuni periodi di lavoro negli u.s. Mi colpirono tre cose, riguardo alla disciplina dei guidatori americani.La prima, il 4 way stop: tutte le strade che portano all'incrocio hanno lo stop, si riparte in ordine di arrivo. Sembra complicato, in realtà è semplicissimo: arrivando all'incrocio si prende nota mentalmente delle prime macchine che si affacciano sulle altre strade, e le si lascia partire prima di noi. Sistema basato sul rispetto delle regole, in Europa non poteva funzionare, quindi ci siamo inventati le rotonde alla francese: costa farle, ma dirimono le contestazioni sul nascere.La seconda, i parcheggi a tempo: negli u.s. non ho visto dischi orari, ma ci si limitava a sgombrare entro il tempo massimo previsto. Il deterrente: di tanto in tanto girava una vetturetta della polizia locale, che con un pennello sporgente lasciava una riga colorata sulla gomma posteriore esterna delle auto. Poi la vetturetta ripassava dopo il tempo massimo di parcheggio, se trovava uno pmneumatico colorato, scattava la multa.La terza, il divieto di cambiare corsia frequentemente. Autostrade a 5, 6, 7 corsie, ci si immette, si sceglie la corsia che viaggia alla velocità più gradita e lì si rimane. Cambiare spesso corsia è un'infrazione. Nel nostro gruppo c'era un toscanaccio che familiarizzava in un amen con le indigene. Questo ci diede modo di interagire con un'indigena a proposito del waving, mi pare si chiamasse così. Alla domanda: "che succede se faccio waving ?" rispose con tono conclusivo: "it is illegal !" E noi: "Vabbé, it's illegal, ma se la faccio comunque ?" Risposta con occhioni sgranati: "But it is illegal !!!" Da lì non riuscimmo a smuoverla.Ed ecco la mia teoria: è tutto legato alla religione.Per i cattolici il prete è l'intermediario tra le nostre trasgressioni e il Signore. Quindi il pentimento periodico e quello finale, più buone azioni pubbliche e visibili, consentono di vivere sopra le righe senza preoccupazioni eccessive.Per i protestanti il prete è un aiuto a gestire la propria vita religiosa, ma niente intermediazione. Quindi la trasgressione è un fatto che rimane, il perdono si decide Lassù. Meglio comportarsi bene, anche sulla strada.