elaborando

Siamo Campioni del Mondo


Se gli Azzurri avessero perso, avrei scritto "hanno perso". Così va il calcio, e non solo.Ho guardato la partita proiettata sul telo fuori dal bar del lungomare di un paesino ligure. Un centinaio di tifosi, qualcuno anche improvvisato, molti i ragazzini e le ragazzine a vari stadi di abbronzatura.Si comincia dagli inni: i ragazzini lo cantano in piedi, tutto. La cosa mi sorprende e mi fa piacere. Parte l'inno francese: i ragazzini fischiano, e questo non va. Unici ad intonare la Marsigliese una famigliola francese: ragazzino occhialuto col papà, mentre la mamma, accanto, tace.Comincia la partita e quasi subito siamo sotto di un goal. Il rigore non c'è, mi pare, ma la trasformazione di Zidane c'è, e l'esultanza per il presunto errore si spegne mestamente.Alle mie spalle è seduto un trio: mamma, ragazzino, papà. La signora, cita i nostri (Totti che c'è, Del Piero che non c'è, non ancora), invoca cartellini gialli ad ogni occasione, incita i nostri, se solo accennano a fermarsi con la palla lei parte con: "battono la fiacca!", se fraseggiano con passaggi corti, "ma fate i girotondi?!?", ma si capisce che non è un'esperta, tecnicamente. Da come si agita e rifila sentenze e incitamenti ho idea che in casa il capo sia lei, come da regola generale, inutile raccontarci balle.Arriva il pareggio, bello, il ragazzino francese nasconde il volto tra le mani, attonito, ci fa tenerezza. Poi c'è pure una traversa, si va all'intervallo soddisfatti.Il secondo tempo apre coi francesi più battaglieri. La signora dietro di noi incita i nostri: "sveglia!!! fate qualcosa!!!". Il figlio invoca una pizza, ma lei: "non si mangiano pizze nel secondo tempo". Questa non la sapevo, ma la signora ci mette tutta l'autorità che serve, e la dichiarazione si trasforma in autorevolezza.Ci annullano un goal, ma forse il gioco era già fermo: mentre l'esplosione di gioia dei ragazzini italiani si smorza in delusione, il ragazzino francese fa il tragitto inverso, dalla disperazione al sollievo. La signora chiede cos'è un fuorigioco: un vicino glielo spiega rapidamente, mentre lei annuisce e interiorizza. Sempre più autorevole.Il cameriere-equilibrista fa l'ennesimo giro in slalom tra le sedie serrate e disordinate, con quattro birre sul vassoio, immagino sperando che non segnino proprio adesso. Una voce urla: "se trovo un francese l'ammazzo!!!". Decido rapidamente che non è il caso di segnalargli i tre.I francesi fanno più gioco dei nostri: "stiamo sempre da questa parte del campo, avanti, gambe!", commenta la signora. Mi piacerebbe potesse sedere accanto a Lippi, secondo me saprebbe come portare avanti questo tipo di faccenda, non è solo casa e famiglia. Perdiamo l'ennesima palla a centrocampo, suo figlio accenna un "cazzo", che subito si stempera in un "che diamine!". Ce li ho alle spalle, ma penso che sia la signora ad aver sortito l'effetto, il marito non ha ancora aperto bocca.Supplementari, non lascerebbero segno, se non fosse per la testata di Zidane. Mentre Zizou esce dal campo (è giusto che chi sbaglia paghi, ma non avrei mai voluto che fosse proprio lui a sbagliare, tutto qui), la famigliola francese si abbacchia e l'entusiasmo italico si materializza in un boato da goal. Non servirà, l'orgoglio dei francesi gli fa tenere il possesso della palla fino alla fine.Poi i rigori, questa volta siamo freddi: cinque su cinque, siamo campioni del mondo. Mentre il lungomare si riempie di scooter, auto, pedoni, in un tripudio di bandiere tricolori, la signora ricompatta la sua famiglia e prepara la smobilitazione, i tre francesi, mesti, riguadagnano rapidamente il parcheggio. La vendetta è consumata, au revoir à la prochaine foi.nella foto: "Le défenseur français Willy Sagnol (D) parle avec son gardien Fabien Barthez après leur défaite contre l'Italie en finale du Mondial-2006, à Berlin, le 9 juillet 2006", dal sito di France Press.