elaborando

Odori


La danzatrice giapponese nella foto qui a lato è impegnata in un "odori", che dovrebbe significare genericamente danza.E visto il fiore che ha in testa, dovrebbe anche emettere gradevoli odori, ma Internet non può trasmetterceli. Anzi, ad oggi, un odore bisogna proprio portare il naso in prossimità della sorgente, per percepirlo.Se il prof. Takamichi Nakamoto del Tokyo Institute of Technology riesce a ridurre la complessità della sua macchina, però, i termini della questione potrebbero cambiare radicalmente. La sua idea è semplice: un sistema di sensori, ad oggi quindici, rileva l'odore e lo traduce in informazioni digitali, che possono essere portate dove si vuole. Al punto di arrivo un marchingegno, in base alle informazioni in arrivo, seleziona da una serie di contenitori, ad oggi novantasei, le giuste sostanze chimiche nelle appropriate quantità, le vaporizza e voilà, l'odore è servito, anche a migliaia di chilometri. Il primo prototipo di macchina ha emesso il primo vagito, anzi, ha emesso il suo primo odore, spero gradevole, nel '99. Ad oggi la macchina completa (analisi + sintesi) misura un metro per novanta centimetri per sessanta, non è esattamente portatile, insomma. Applicazioni ipotizzabili: riprodurre l' odore di un prodotto sul web, ad esempio fiori, ma anche pietanze, o riprodurre effetti olfattivi a corredo della proiezione di un film.Non so voi, ma l'idea di percepire il profumo di una pietanza e sapere che arriva dalla vaporizzazione del mix di novantasei liquidi colorati, mi toglie del tutto la poesia. Sono in genere un tech-fan, con la tecnologia ci campo da sempre, ma questa non mi dice niente di buono. Poi, però, mi viene una domanda: ma perché accetto che la vista trovi naturale accettare la replica artificiale di un'immagine diretta, mentre per l'olfatto la penso diversamente ?fonte: The Associated Press.