elaborando

Architettura d'interni


Il mio studio ha le dimensioni di un bagno.E per un motivo davvero semplice: è un bagno modificato. La cosa ebbe origine una dozzina d'anni fa, mia moglie aveva osservato i miei regolari ritiri nel bagno con giornali, riviste, libri, taccuini, matite. Tutta roba che impegnava la mente, quindi, piuttosto che altri parti e funzioni. E quindi aveva suggerito, con la sua solita lucida logica, di adattare l'ambiente al suo uso prevalente. Via il water, sostituito da una confortevole sedia, via la vasca, sostituita da una funzionale libreria a tutta altezza, e così via, naturalmente anche il pavimento e le pareti passarono ad un rivestimento consono al nuovo utilizzo. E nel tempo ho apprezzato la cosa. Il tutto avvenne durante una ristrutturazione "rivoluzionaria" dell'appartamento, che ne uscì assolutamente irriconoscibile.E' quindi con l'aria di chi ha già superato questo tipo di esigenza che vi parlo del post di un blog (svedese, ma scritto in inglese), dedicato agli accessori improbabili. Il post in questione presenta un porta-rotoli per la carta igienica che integra un iPod, con diffusione del suono attraverso dei funzionali altoparlanti integrati.Meglio la mia, di soluzione, una volta trasformato l'ambiente non occorrono più aggeggi di questo tipo, il mio Zen della Creative può stare comodamente appoggiato sul ripiano della scrivania. Ma occorreva un atto di coraggio architetturale per arrivarci.Sempre sullo stesso blog, un aggeggio per illuminare l'acqua che esce dal rubinetto, e pure con luce colorata. Questo andava bene nel mio studio prima della sua trasformazione, adesso non più.Buon venerdì.