elaborando

Malabrocca


Coppi e Bartali anche questa volta hanno tagliato il traguardo molto prima di lui.Fausto Coppi se ne è andato nel 1961, Gino Bartali nel 2000. Lui, Luigi Malabrocca, detto il Cinese, se ne è andato l'altro ieri, ma la notizia l'ho sentita solo poco fa alla radio.Coppi e Bartali lottavano per il primo posto al giro d'Italia, per la maglia rosa, Malabrocca e Carollo per l'ultimo, per la maglia nera. E Malabrocca era il più bravo: ultimo nel '46 con poco più di 4 ore di ritardo dal primo, l'anno dopo sfiorò le sei ore, ancora una volta ultimo. Non era facile: bisognava arrivare il più tardi possibile, ma sempre entro il tempo limite, riuscendo a fregare sullo spunto di lentezza il Carollo di turno che cercava la stessa cosa. C'erano premi anche per l'ultimo, naturalmente.Tempi epici. Io ho cominciato a seguire il ciclismo più tardi, il mio idolo era Imerio Massignan. Non ha vinto giri, l'anno migliore è stato il '62, secondo posto nel giro d'Italia. C'è un ricordo della sua carriera che mi è rimasto indelebile: giro del '60, Massignan va in fuga e transita primo sul passo Gavia, è virtualmente maglia rosa, come si dice in questi casi. Forerà nella discesa, due volte. Non si usavano ancora ammiraglie pronte a due passi e bici a cambio rapido della ruota. Perderà minuti, la maglia virtuale, mentre il giro lo vincerà l'antipaticissimo francese Anquetil.La radiocronaca della tappa, con la voce distorta dal collegamento precario della macchina al seguito della corsa, forte fruscio di fondo, racconta la tragedia del mio idolo bloccato da una gomma a terra, da un destino che non lo voleva vincitore. Mi parve un accanimento ingiusto, di più, un regalo esagerato all'avversario che aveva già tutto. Unica rivalsa: il francese aveva un nome da medicinale, pensai. Avevo otto anni, ci piansi.