elaborando

Prendiamola con Filosofia


Ho studiato Filosofia sul De Crescenzo. Tre volumi: I Presocratici, Da Socrate in poi, Storia della Filosofia medievale.Al liceo mi avevano suggerito altri libri, è vero, ma in quel periodo il mio rapporto con Socrate &Co. è stato particolare. In terza liceo comincio, e la prima insegnante parte subito per la meternità, sostituita da un supplente che ci fa sottolineare sul libro i passaggi che a suo giudizio vale la pena di leggere. Avevo comprato il mio libro usato, già abbondandemente sottolineato, purtroppo secondo diverse scuole di pensiero. Pensai di risolvere il problema sottolineando in verde, l'unico colore che quella copia del libro non conosceva ancora, ma il libro non si chiudeva più bene, tanto era sottolineato. All'inizio la materia era abbastanza noiosa, acqua, fuoco, e cose così, Socrate portò un momentaneo miglioramento, Aristotele fu la causa del definitivo divorzio tra me e la Filosofia: del sillogismo, per fare un esempio, non me ne fregava proprio nulla. Punto.In quarta cambio insegnante, ci prendiamo di mira io e lei: io ero per l'abolizione della materia (anno scolastico 1968/69, si faceva così), lei mi derideva la fisica. Arrivò a contestarmi che Galileo dicesse sciocchezze quando affermava di vedere nella natura triangoli, quadrati, cerchi. Galileo alludeva alle leggi della Natura, naturalmente, mentre lei affermava di non vedere triangoli appesi agli alberi. Bollai pubblicamente la sua affermazione come stupidaggine, ma i miei genitori avevano un diverso concetto del rapporto tra studenti e insegnanti, e passai un brutto quarto d'ora.Poi in quinta, finalmente, un bravissimo insegnante, era di Portici. Interrogazione: «Signorina, mi parli di Kant» - «La filosofia Kantiana è prevalentemente critica» - «Signorina, se lei vede un nero per strada, dice che è nero, o che è prevalentemente nero?» - «Che è nero» - «E allora la filosofia Kantiana non è prevalentemente critica, è critica e basta!». A dire il vero non si parlò di "neri", ma di "negri", ma allora la parola non era ancora politically incorrect.Bravissimo insegnante, dicevo, ma arrivato tardi, quando ormai ero proiettato verso il dopo liceo, verso un futuro tutto scientifico, anche se ancora indeciso tra Fisica e Ingegneria.Col senno di poi so di aver perso un'occasione. I libri di De Crescenzo mi hanno sul serio riaperto un interesse, un paio di libri più "seri" hanno riempito qualche lacuna. Ma l'occasione di apprendere al momento giusto, quando si è come una spugna, è andata.Ero presuntuoso, sicuramente, mi prendo la mia quota di responsabilità; mi sentivo il diritto di decidere cosa valesse la pena e cosa no, di dedicarci il mio tempo. Matematica e fisica erano in cima alla lista, filosofia e storia erano state depennate.Con un insegnante diverso avrei avuto un altro destino.Mi è venuta questa riflessione ieri leggendo un po' di cose scritte da Mara. Prima, nel leggere il commento che ha lasciato al mio post, quello in cui mi suggerisce ancora un altro metodo di misurazione, mi era venuta lo spunto di raccontare di Talete che misura l'altezza delle piramidi con una corda e un bastone.Poi ho letto il suo botta e risposta di ieri con Mr.UP e ho imprecato. Si, imprecato: ho avuto ottimi insegnanti di matematica, italiano, francese. Per storia e filosofia, il destino non poteva mandarmi Mara? Bastava che avesse trent'anni quarant'anni fa, che si spostasse a Nord, ma senza esagerare, bastava che si fermasse a Caserta. E poi il liceo, quello giusto era l'"Armando Diaz".Vabbé, andata così, i fortunati hanno meno di vent'anni e si affannano in quel di Reggio, forse nemmeno si "rrendono cònto". Pazienza, la prenderò con Filosofia e di Talete racconto un altro giorno.Buona domenica.Nell'immagine: Andromeda, di Rodin. Forse meno adatto al post del classico "Pensatore", sempre di Rodin. Ma Andromeda mi piace di più.