elaborando

Ljuba


Forse tra un anno o due ne faranno un clone: una bella mammuttina che avrà tutte le ragioni per sentirsi spaesata, sola in un mondo che non è più il suo.L'originale è un esemplare di un metro e trenta di lunghezza per una cinquantina di chili di peso. Qualche mese fa, in Siberia, è riemersa dai ghiacci che l'avevano intrappolata diecimila anni fa, a pochi mesi di vita, forse cinque, colta dalla morte per una caduta in una crepa. L'hanno chiamata Ljuba, qualcosa come Amore.Racconti così mi fanno tenerezza. Ricordate sicuramente Ötzi, l'uomo riemerso nel '91 dai ghiacci dell'Alto Adige, datato cinquemila anni fa.Mi è capitato di vederlo, al Museo Archeologico di Bolzano: fa impressione. Più che lui in sé, ricordo tutto il suo armamentario e vestiario; mi colpì la normalità delle cose primitive che ne accompagnavano la vita: calzature, mantello, ascia. E da quella normalità mi venne di pensare ai suoi ultimi momenti, all'ultimo torpore che lo prese nella solitudine della notte. Non so perché, ma pensai che fossero stati così: ferito, nel freddo e nella notte, sentire la vita che gli sfuggiva. A chi avrà pensato?Questo intendo per normalità. Analoga cosa per la mammuttina, scivolata nella crepa. Avrà realizzato? O avrà provato solo il dolore delle fratture e poi il torpore?Non mi piace la storia del clone. Anche ammesso che serva a qualcosa, non mi piace. Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Dovrebbe essere così, no?La TAC all'originale va bene, ma il clone no.Buon venerdì.